Young Boys-Roma, analisi tattica: con il turnover massiccio niente intesa tra i giallorossi, ma i cambi svoltano la gara
Foto Tedeschi

YOUNG BOYS ROMA ANALISI TATTICA – Tre punti importantissimi all’esordio in Europa League, per incanalare il discorso qualificazione sin dalle prime gare di girone, e segnali incoraggianti perché la striscia di gare positive si allunga, per una Roma che definire sperimentale nella serata bernese non è un gioco di parole; ma anche un gioco rischioso che il turn over (nove undicesimi rispetto alla gara col Benevento) attuato dal tecnico portoghese stava per sortire in effetti deleteri, con molti dei rincalzi istituzionali puntuali nel non cogliere l’occasione concessa; ad attenuante parziale il fatto che impiegare contemporaneamente in campo molti rincalzi, alcuni dei quali fuori da tempo, finisca per mettere in difficoltà giocatori lontani dai ritmi, dagli stimoli emotivi, e dai riferimenti tattici di campo, condizionando le dinamiche di gara e di risultato; fortunatamente i cambi operati opportunamente nella mezzora finale di gioco hanno ripristinato assetto ed equilibri di squadra, oltre ai valori tecnici di fondo, che sono prepotentemente emersi decretando sorpasso e successo finale.
Young Boys-Roma, analisi tattica: moduli e sviluppi di gioco
Fonseca ritorna al 3-4-2-1, conferma Pau Lopez portiere di Coppa, e lo spagnolo appare rinfrancato e dal linguaggio del corpo più rassicurante rispetto al finale di stagione scorso, e un suo intervento decisivo nel finale di gara permette di scrivere un risultato favorevole; davanti a lui l’inedito trio difensivo composto da Kumbulla centrale, preferito nella posizione all’argentino Fazio (con Juan Jesus braccetti laterali) per velocità; in mediana Cristante e Villar provano a ricavarsi spazi futuri in un ipotetico 11 titolare, mentre Karsdorp fa il suo rientro sulla corsia di destra, con Bruno Peres che trasloca a sinistra, posizione altre volte ricoperta; davanti Borja Majoral ha a disposizione una green card per ricevere e meritarsi attenzioni future, ma la sua gara risentirà, più di tutti, dei flussi di gioco asfittici che un undici inedito quale quello in campo non poteva che produrre; tanto che persino Pedro (con Carles Perez punta esterna a piede invertito) risente di tale difficoltà della squadra disputando una gara al di sotto degli standard abituali attuali; sul fronte avversario Castro disegna il suo consueto 3-4-2-1 con armonia nella creazione dei triangoli di gioco, e con sviluppi di gioco brillanti, con la ricerca costante della giocata di appoggio e sostegno, e un dai e vai sempre molto ricercato, con triangolazioni e giocata al terzo uomo gradevoli; l’ampiezza viene sempre ben sfruttata sul campo, con Hefti a destra e Maceiras a sinistra, sempre puntuali nella produzione di traccianti in corsa dalle corsie esterne; le combinazioni centrali sono sempre ben sviluppate, e le scelte sul passaggio finale spesso azzeccate.
Primo tempo ingessato per la Roma, il turnover massiccio non consente un’intesa adeguata. Uno Young Boys molto ordinato si prende quello che i giallorossi regalano
La prima frazione di gioco vede da una parte un meccanismo oliato e consolidato che si muove sul campo con armonia, mentre dall’altra un undici dalle difficoltà evidenti in automatismi e tempi di gioco, con Villar e Cristante spesso fuori giri e corse a vuoto in mezzo al campo, in rincorsa e ripiegamento sulla velocità dei fraseggi avversari, con Borja Majoral ben presto isolato, e Pedro alla disperata ricerca di cucire il gioco; la costruzione bassa dei giallorossi, specie a sinistra, viene spesso rallentata dalla difficoltà di Juan Jesus nel darle qualità, e Bruno Peres che essendo di piede invertito non può dare lo stesso apporto della corsia opposta, mentre a destra Karsdorp è al rientro e si vede; la velocità di Kumbulla è un eccellenza e una risorsa per la linea difensiva giallorossa, sollecitata dai fraseggi degli elvetici, che a metà tempo trovano un generoso calcio di rigore concesso per un intervento di Cristante, e col quale si va alla pausa.
Ripresa, segnale di continuità col primo tempo, ma i cambi svoltano completamente la gara
Al rientro, e in pratica per un ora di gara, i giallorossi trovano difficoltà nell’intesa e nei tempi di gioco,oltre che nella qualità che non emerge rispetto all’avversario, perché la costruzione bassa è deficitaria, e la circolazione manca di qualità nel passaggio di preparazione alla rifinitura, con gli esterni poco efficaci, e con Borja Majoral a ricevere sempre palla di spalle alla porta; mentre in fase difensiva manca un interdittore reattivo e presente, che possa dare un freno a combinazioni e fraseggi di preparazione degli svizzeri, ai quali manca solo precisione nelle conclusioni; il cambio di Spinazzola (esce Karsdorp e Bruno Peres va a destra) nell’intervallo è il primo impulso dirompente sulla gara, con i primi strappi e incursioni che cominciano gradualmente a ricacciare e obbligare anche a correre all’indietro agli uomini di Castro; ma da solo ancora non riesce a cambiare completamente l inerzia della gara, perché deve attendere l’ingresso contemporaneo di Dzeko, Veretout, Mkhytarian, Pellegrini (cambi omologhi con Borja Majoral, Villar, Pedro, Juan Jesus, mentre Cristante va dietro nei 3) per innalzare esponenzialmente la propria qualità tecnica e spostare gli equilibri della gara; prima Dzeko, che riesce a dare respiro e a fare salire la squadra, rifinisce per Bruno Peres (le cui corse fino a quel momento non erano state premiate), e successivamente Kumbulla sfrutta una pennellata di Mkhitaryan per completare il sorpasso,di una prestazione che fino al 60′ non era stata nulla di più di una recita sterile e velleitaria; vittoria, dunque, importantissima, e buon viatico per la visita di lunedì sera alla capolista Milan, che negli ultimi 5 mesi sta viaggiando a ritmi imponenti, tutta aggrappata intorno al suo leader assoluto di 38 anni (Zlatan Ibrahimovic); e visti Dzeko, Mkhytarian, Pedro, nelle file dei giallorossi, sorge spontanea la domanda se nel campionato italiano ancora l’età anagrafica sembra non essere un freno alla crescita del movimento, ma una risorsa alla quale aggrapparsi, visto il decadimento tecnico evidente…
Maurizio Rafaiani