Vitesse-Roma, l’analisi tattica: primo round favorevole ai giallorossi che sono migliorati molto nella ripresa
Foto Tedeschi

VITESSE ROMA ANALISI TATTICA – Primo round favorevole ai giallorossi, in attesa della gara di ritorno e vittoria in Olanda al cospetto di un Vitesse non disprezzabile ma che non appena la Roma ha cominciato ad interpretare la gara correttamente l’esito del campo ha finito inevitabilmente per sorridere agli uomini di Mourinho, al rientro in panchina dopo la squalifica in campionato. Sarà ora importante gestire nei prossimi 7 giorni in funzione anche delle squalifiche mutuate dalla serata (Sergio Oliveira e Mancini), la gara di Udine unitamente a quella di ritorno, al fine di ottimizzare l’impiego della rosa.
Moduli e sviluppi di gioco
Nel 3-5-2 di Mourinho, davanti a Rui Patricio si sistemano Mancini, Kumbulla e Ibanez con Maitland-Niles e Vina ad allargare il campo. In mezzo ci sono Veretout e Sergio Oliveira che palleggiano a vicenda quando uno dei due è attenzionato dagli avversari con Mkhitaryan che si alza alle spalle di Zaniolo e Abraham accompagnando a sostegno l’azione offensiva. Letsch ha un 3-5-2 molto dinamico e interessante nei movimenti di lettura e occupazione degli spazi, con Oriz, Doekhy e Rasmussen davanti ad Houwen con Dasa e Domgjoni esterni. In mezzo Wittek, Bero e Tronstad dietro a Brkic e un Openda interessante nei movimenti coi quali balla sulla linea.
Primo tempo macchinoso e privo di raccordo
Che sarebbe stata una gara sporca lo si era già evinto dalla ricognizione della vigilia sul campo, irregolare nel manto, che unito alla aggressività in avanti degli olandesi sin dagli albori della gara, soffocava alla fonte il tentativo di ordine e costruzione dei giallorossi. L’atteggiamento aggressivo e di forte densità avversaria in zona palla è spesso un aspetto che la Roma dimostra di subire e che finisce per non consentire di prendere quota al suo palleggio. Il Vitesse, in funzione di tale atteggiamento, alza molto la linea difensiva concedendo una strategia che i giallorossi dimostrano di preferire laddove con la palla alle spalle diventerebbe agevole “fare male” agli uomini di Letsch. Nella prima mezz’ora è l’atteggiamento degli olandesi a dimostrarsi più efficace nel decretare supremazia territoriale, possesso palla indice di pericolosità, in un modulo poi molto dinamico con molti interscambi di posizione e con una costruzione a 3. Soprattutto un palleggio uscendo molto sull’esterno per poi giocare dentro dove la Roma non sempre è puntuale a scivolare puntuali a scivolare per contrastare e giocare il duello. Sergio Oliveira va a sprazzi, mentre Veretout in fase difensiva non sempre presidia la zona di competenza ma la difficoltà e criticità maggiore dei giallorossi nel primo tempo è principalmente nel non riuscire nella conservazione e consolidamento del possesso dovuta ad una mancata assistenza e il dare più opzioni di gioco al portatore di palla. Quando Sergio Oliveira nel minuti di recupero si trasforma in attaccante di razza dalla rapidità di esecuzione letale, Mourinho sta già pensando a come intervenire nell’intervallo imminente.
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Ripresa in crescendo e di legittimazione
La scelta di 3 sostituzioni per superare l’impasse della prima frazione di gioco è vincente, con Karsdorp ed El Shaarawy(soprattutto)a rianimare le corsie esterne in luogo di Maitland-Niles e Vina perdenti nei duelli e con Cristante più di posizione rispetto al girovagare con poco costrutto di Veretout. Il consolidamento e la gestione del possesso risultano subito evidenti con Sergio Oliveira in crescendo, con supremazia territoriale e indice di pericolosità che si allineano nel miglioramento palesatosi. Mourinho completa l’opera di consolidamento con la qualità di Pellegrini (esce Zaniolo) virando più verso un 3-4-2-1 di raccordo intorno ad Abraham. Quando sembra tutto in controllo uno stanco Sergio Oliveira incappa in un ingenuità che lo toglie da questa gara e da quella di ritorno, obbligando i suoi in un 5-3-1 finale al quale si unisce Smalling (esce Mkhitaryan) in soccorso davanti ai 3 centrali difensivi nel contrastare la contraerea olandese nel finale. C’è stato il tempo per l’ennesima balordaggine di Mancini che rimedia un giallo per proteste col qua salterà il ritorno essendo diffidato.
Maurizio Rafaiani