Verona-Roma, l’analisi tattica: i giallorossi non riescono a limitare il palleggio scaligero

Redazione RN
20/09/2021 - 14:03

Foto Tedeschi
Verona-Roma, l’analisi tattica: i giallorossi non riescono a limitare il palleggio scaligero

VERONA ROMA ANALISI TATTICA – La prima sconfitta dopo 6 vittorie per la nuova Roma di Mourinho lascia l’amaro in bocca per l’impotenza mostrata nel secondo tempo di reagire ad alcune chiavi tattiche avversarie, nonostante impegno ed atteggiamenti positivi, e un ricorso storico sinistro proprio di un anno fa, dove la negligenza del segretario giallorosso aveva generato l’equivoco regolamentare più balordo di una stagione che non avrebbe visto sanzionato nessun altro club, neanche per mancanze e scorrettezze ben più gravi; per la Roma una battuta d’arresto che non dice nulla in termini di classifica, ma che lascia sul campo interrogativi sulle modalità attraverso le quali il Verona ha saputo vincere meritatamente la gara, senza trovare opposizione giallorossa.

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Moduli e sviluppi di gioco

Due novità per Mourinho nel suo undici istituzionale, una obbligata, e una per scelta tecnica, con Calafiori che sostituisce l’indisponibile Vina sulle corsie esterne battute unitamente al compagno Karsdorp, mentre Shomurodov vince il ballottaggio con El Shaarawy come punta esterna di sinistra ,con Pellegrini dietro Abraham, e Zaniolo a destra; se in mezzo al campo ci sono sempre Cristante e Veretout, davanti a Rui Patricio ci sono ancora Mancini e Ibanez; per Tudor un 3-4-2-1 molto dinamico in ogni zona di campo avanzata, mentre la fisicità è nei 3 centrali davanti a Montipò, con Gunter al centro, e Dawidowicz e Ceccherini braccetti ; in mezzo dettano i tempi Ilic e Bessa, mentre sono Faraoni e Lazovic ad allargare il campo; davanti, alle spalle di Simeone, si muovono Caprari e Barak, punte esterne a piede invertito.

Primo tempo

Sin dai primi minuti è evidente come nessuna delle due squadre porta una pressione alta all’avversario sulla prima costruzione, fatta eccezione quando la palla viene rimessa dal fondo campo, dove in tal caso vengono chiuse fin sul limite dell’area le linee di passaggio; con gli schieramenti contrapposti le criticità maggiori sono per la Roma, chiamata a scivolare senza sbagliare tempi e scalate sugli esterni apertissimi gialloblu, Lazovic e Faraoni, zona da dove poi il Verona riporta palla dentro al campo per trovare le combinazioni, oppure rifinire al centro; la linea a 4 giallorossa lavora sui 3 riferimenti avanzati gialloblu, con i 2 centrali Mancini e Ibanez che si gestiscono Simeone, Karsdorp che si occupa di Caprari, mentre va Veretout ad assorbire i movimenti di Barak sul centro- sinistra, perché Calafiori si occupa della spinta di Faraoni; la Roma concede iniziativa e supremazia territoriale ai gialloblu, lasciando palleggiare i 3 centrali avversari fino alla trequarti, chiudendo con Pellegrini e Abraham le linee di passaggio per Ilic e Bessa; il palleggio dal basso dei giallorossi, invece, vede Cristante abbassarsi tra i 2 centrali a costruire, con Veretout che fatica a trovare spazi, e Pellegrini di raccordo dentro al campo tra le linee, ma la circolazione è sempre poco fluida; quando Barak e Caprari si tirano fuori creano difficoltà alle letture delle catene esterne giallorosse, una criticità che nel secondo tempo esploderà  in maniera furiosa, destinata a rimanere irrisolta, e decidendo le sorti della gara; ma non solo, perché altre letture lasciano a desiderare per i giallorossi ,e mentre Simeone balla tra i due centrali Mancini e Ibanez per poi attaccare sempre la profondità, la Roma ha difficoltà negli sviluppi di possesso, non trovando il palleggio e scaricando troppo palla all’indietro obbligando troppi rilanci a Rui Patricio ; così come sui calci d’angolo, il Verona rientra in area con tutti gli effettivi difendendo a zona, ma Zaniolo sceglie sempre il calcio diretto anziché muovere palla; così come Abraham, sempre dietro all’uomo, viene troppo spesso anticipato, concedendo vantaggi di recupero palla agli scaligeri; il Verona fa la gara per larghi tratti, ma la Roma sorniona da l’impressione all’avversario di potersela giocare e colpire al momento giusto, e così accade, con Pellegrini che nel momento magico attuale segna in tutte le maniere, compreso il colpo da biliardo su cross di Karsdorp.

Secondo tempo in balìa

Si riparte con la Roma che presenta l’undici iniziale, mentre per il Verona Magnani ha rilevato Ceccherini nel terzetto difensivo; la prima percussione di Caprari tra Karsdorp e Mancini, rispetto a come era finito il primo tempo disegna subito lo scenario decisivo; alla seconda il gol è cosa fatta, con Caprari che taglia la linea difensiva giallorossa assistendo poi a centro area dove Barak è più lesto di tutti; e non è finita, perché Caprari ancora nel corridoio letale viene accompagnato colpevolmente fino in area e lasciato tirare, con rimonta completata; un uno – due non facile da digerire, anche se la Roma ha una reazione, che non porta frutti, però, perché incapace di limitare il palleggio degli uomini di Tudor, e non sa porre rimedio alla catena di sinistra che genera un costante 3 contro 2 esterno, con una passività che in occasione del 3 a 2 si manifesta inesorabile, con tutta la linea che accompagna temporeggiando fin dentro l’area e consentendo la battuta a rete, il tutto con in mezzo il momentaneo pari di Abraham; Mourinho la prova tutte, col cambio delle punte esterne (Zaniolo e Shomurodov) per El Shaarawy e Carles Perez, e con Mkhitaryan in mezzo in luogo di Veretout; la Roma finisce super offensiva, con una difesa a 3 (fuori Karsdorp e Calafiori) e con Borja Mayoral che va con gli altri ad intasare gli spazi avanzati, una sorta di 3-2-5 che vede in campo più gol portati in dote, ma che non permette di distribuirsi gli spazi finendo per favorire la densità centrale degli scaligeri; e sulla classica impressione che anche se si fosse giocato fino all’indomani non sarebbe cambiato il risultato cala il sipario su questa Roma troppo brutta per essere vera……

Maurizio Rafaiani

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  1. “finendo per favorire la densità centrale degli scaligeri…” è la frase chiave che spiega in primis le difficoltà della squadra di Mourino ed è concausa dei problemi già notati col Sassuolo, ma anche con la Fiorentina e che se non corretti ripeteranno l’iter di Fonseca. Come da copione è iniziato subito il processo alla difesa senza attenzione al gioco complessivo che determina anche la fase difensiva. Inoltre considero che Veretout di solito giganteggia un pò, specie con le squadre meno nobili, ma poi accusa di solito una flessione più o meno prolungata. Cristante è un ottimo player stoltamente criticato, ma il centrocampo giallorosso avrebbe bisogno di un altro elemento per ovviare all’inferiorità numerica e fare il necessario filtro contro le iniziative avversarie. L’elemento in più la Roma lo può trovare nella rosa giovane per dare vivacità e spessore tecnico per muovere sapientemente palla e spazi, magari rinunciando al Peres confusionario e solista. Ricordo che nei cortili di parrocchia si buttavano dentro più punte per vincere: il calcio è gioco di squadra e richiede coordinazione, ordine e sapienza tattica, oltre agli immancabili fondamentali.

  2. Allenatore cambiato, ma il difetto rimane sempre quello degli anni passati: all’inizio del secondo tempo, si prende un gol (o più) e se non accade comunque sei messo alle corde dall’avversario. Saranno i giocatori a ritornare in campo un pò troppo “tranquilli”, cosa succede nello spogliatoio ? Comprensibile un certo rilassamento se la stai dominando ed hai 2/3 gol di scarto, ma se stai vincendo 1-0 ed hai subito molto, perchè essere così distratti ad inizio secondo tempo? Ricordiamoci,anche, i primi 15min/1°tempo: potevi prendere un gol …

  3. La faccio breve: Né Cristante né Veretout sono dei mediani, né sono registi. In realtà le cose migliori in carriera le hanno fatte da interni/incursori/trequartisti (poi a me Cristante non piace proprio, Veretout così-così). Il centrocampo basso a 2 lascia davvero troppi, troppi spazi a chiunque (anche nelle partite vinte). Detto ciò i difensori non sono un granché e tendono a perdersi l’uomo troppo spesso. Smalling non è più quello del primo anno, Mancini e Ibanez sì (purtroppo, visto il livello…Caprari imprendibile, primo gol dei bulgari inguardabile…). Gli stessi terzini si lasciano sorprendere con troppa facilità. Anche contro il Verona il centrocampo basso si è mostrato non adeguato e conseguentemente costantemente saltato dalla difesa con lanci lunghi. Per sperare di agganciare il quarto posto servono almeno un centrale difensivo e un mediano/regista basso di qualità superiore agli attuali titolari.

  4. C’e’ poco da analizzare tatticamente: Pellegrini fa il centravanti , Cristante è lentissimo, Zaniolo esiliato sulla fascia senza fiato ne gamba , Veretou ad arrancare da solo piu’ che correre,
    abbiamo una voragine a centrocampo il vuoto assoluto, 0 filtro difensivo e le squadre che corrono con centrocampi organizzati ci fanno a fette.
    Poi tanto è sempre colpa della difesa.

  5. La difesa ha colpe evidenti e innegabili, condivise evidentemente con centrocampo (e attacco). I 2 centrocampisti bassi non hanno caratteristiche né qualità sufficiente per reclamare palla e costruire dal basso.

    1. Daccordo al 100%. Per quanto riguarda gli obbrobri difensivi e la totale mancanza di filtro a centrocampo.
      Ma va dato anche all’attacco quel che é dell’attacco (in negativo) : secondo me non si puó scendere in campo con una formazione che DOVREBBE fornire palloni a raffica ad un gran bel giocatore come Abraham…e poi non servirlo MAI in maniera decente per tutti i 90 minuti. Sta cosa é altrettanto grave. Per non parlare del gioco che mo se non comincia con qualche lancione a vanvera del portiere o dei centrali, pare che non se possa giocá……direi anche di evitare sta cosa, perché oltre che prevedibile non é manco producente.
      E tutto questo senza parlá dei calci d’angolo battuti ieri…..meglio evitare commenti pesanti.

    1. Mejo de quelli come te che non hanno NULLA da dire ne da scrivere…..ma piangono solo verso l’altri utenti.

      Fa na cosa va, lascia lo smartphone a casa e fatte na passeggiata bello…..

  6. Non ne capisco un cazzo..premesso…ma da quel che vedo…mancini é sempre nervoso e poco attento e mi pare non in forma lento..giustamente lasciato a casa dagli europei e ancora non ha digerito..fa bene a farlo giocare ma ci costa!!cr istante non ce lo possiamo permettere non giochiamo in 12 meglio avere diawara o villar in campo.

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