• Roma-Real Madrid. Una sconfitta onorevole che lascia speranze per il futuro

    Redazione RN
    18/02/2016 - 16:21

    ROMA-REAL MADRID, L’ANALISI TATTICA – Nel calcio ci sono vittorie che ti danno la certezza di essere a un passo dal baratro (es. Roma-Genoa di dicembre), e sconfitte che ti fanno capire come il futuro possa essere certamente e assolutamente roseo. Nasce da questo paradosso il significato di una gara che rappresenta la certezza che la strada e il lavoro intrapreso dai giallorossi sia quello giusto e possa portare presto a successi assicurati.
    Le due squadre scendono in campo con moduli speculari (4-3-3), con i giallorossi che da subito cercano di scalare alti, inibendo il palleggio dei madrileni, con Nainggolan che si occupa di Modric. Per cercare di tenere un atteggiamento di questo tipo è importante che la linea difensiva sia comunicativa, mantenendo un assetto di squadra corta e compatta dietro. 
    Ma il capolavoro dei giallorossi si completa con una fase offensiva fatta di palleggio, fluidità di manovra, interscambi di posizione e atteggiamento propositivo e non speculativo che porta a controbattere colpo su colpo, per 90minuti, ogni offensiva dei quotatissimi avversari. La palla viene mossa velocemente e le superiorità numeriche in zona palla consentono sempre sia la possibilità di mantenere il pallone, che la possibilità di accorciare subito quando la sfera viene persa. La fase di recupero palla, quando avviene nella propria metacampo, vede i giallorossi appoggiarsi sulle ripartenze delle due punte esterne.
    Il Real Madrid nel finale di primo tempo trova un breve ma significativo momento di forcing conquistando la zona del suo schieramento di centro sinistra, con Marcelo e Cristiano Ronaldo che trovano superiorità numeriche. Tale situazione fa correre ai ripari Spalletti che al rientro in campo inverte di posizione Nainggolan con Pjanic,col belga che va a ristabilire equilibrio sulla corsia di centrodestra. Ma non tutte le indicazioni che escono dalla lettura tattica della gara sono favorevoli ai giallorossi. Infatti se da un lato lo scalare alto attraverso il pressing consente agli uomini di Spalletti di accorciare, dall’altro concede alle merengues spazi da attaccare in campo aperto, e l’equilibrio della gara si spezza sull asse Marcelo/Cristiano Ronaldo, che indirizzano la gara a meta ripresa. Sul raddoppio, figlio dell analoga situazione descritta, cala il sipario sulla prestazione dei giallorossi che escono dal campo con la certezza (oltre che di non avere demeritato) che il valore della squadra è reale ed elevato, e gli sviluppi di gioco, uniti ad una personalità e intraprendenza evidenti, sono figli di un lavoro settimanale di campo che porta alla squadra conoscenze che le consentono sempre più uno spessore e un futuro sempre più brillante.
    A completare la serata un rigore netto su Florenzi, ma l’arbitraggio della gara è stato per 90 minuti rivolto a non danneggiare mai il blasone dell avversario ospitato all’Olimpico.

    Maurizio Rafaiani

    SCZCESNY: al di là dei rimbrotti di Spalletti che gli chiede più qualità nella gestione del rilancio coi piedi, non trova la possibilità di incidere sulla gara soprattutto perché i pericoli avversari sono estremamente esigui. Sul primo gol è messo fuori causa dalla deviazione nettissima di Florenzi, mentre sul secondo il diagonale chirurgico di Jesè passa tra le gambe di Digne. In mezzo ai due gol non è impeccabile in occasione del colpo di testa che Cristiano Ronaldo incrocia sul fondo a pochi passi dalla porta.

    FLORENZI:concede praticamente un’unica occasione a Cristiano Ronaldo in tutta la gara, e purtroppo è decisiva, ma le attenuanti sono evidenti. Laddove l’avversario trova l’unico momento in cui poter puntare 1 contro 1 in campo aperto, la sua fase difensiva risalta soprattutto per il fatto che nel primo tempo dalla sua parte Salah e Pjanic non sono, per caratteristiche, propriamente ineccepibili in copertura. Cerca principalmente di giocare di posizione e accorciare e accompagnare la fase di possesso, spingendo solo in presenza di spazi. Ma pur giostrando più distante dalla porta trova il modo di mandare Salah e El Shaarawi davanti a Navas.

    MANOLAS: cancella Benzema dal campo, chiude su Rodriguez ogni volta che stringe e compatta la linea difensiva. Non riesce a lavorare sulla copertura a Florenzi in occasione del vantaggio dei madrileni e tende, con tutti i compagni della linea, a scappare verso la porta nonostante la superiorità numerica in occasione del raddoppio di Jesé.

    RUDIGER: vedi Manolas, col cui aiuto imbavaglia i componenti del tridente merengues ogniqualvolta scelgono le vie centrali per sviluppare le proprie scorribande offensive.

    DIGNE: spinge con le stesse modalità di Florenzi sulla corsia opposta, mentre in fase difensiva non deve dannarsi l’anima più di tanto, perché la catena di centrodestra del Real Madrid vede Rodriguez venire molto a giocare dentro al campo, sicché non è impegnativo gestire l’1 contro 1 nei confronti di Carvajal. Accompagna troppo l’azione offensiva di Jesè in occasione del raddoppio.

    VAINQUEUR: palleggia con ordine, rifinisce quando entra nella trequarti avversaria e tenta il colpaccio con una conclusione di rara bellezza e potenza. Agisce davanti alla difesa incrociando a turno il tridente avversario. Quando cerca fortune nei corridoi centrali, sbaglia due disimpegni in 90 minuti.

    PJANIC: comincia in mezzo al campo come mezzala di centrodestra portando poco equilibrio alla catena di riferimento e palleggiando con troppa discontinuità. Nella ripresa si sposta sul centrosinistra occupandosi di Modric e finendo per alzarsi nella posizione in cui può incidere maggiormente, cioè a supporto delle punte. Ruolo dove può esprimersi in maniera più compiuta.

    NAINGGOLAN: il suo primo tempo è legato ai compiti in fase difensiva dove deve occuparsi di Modric e dei suoi flussi di gioco, e in funzione di questo consente di scalare alto alla squadra. In fase offensiva partecipa attivamente al palleggio, principalmente proponendosi più come primo appoggio dopo la riconquista della palla che smista sempre in maniera adeguata. Nella ripresa trasloca sulla fascia destra per cercare di dare assistenza sulla corsia dove il Real Madrid aveva finito in crescendo la prima frazione di gioco creando presupposti importanti.

    SALAH: encomiabile per la costanza, la generosità, la voglia con la quale si propone incessantemente in fase offensiva producendo strappi e percussioni che mettono a dura prova la fase difensiva dei madrileni. Riparte sempre negli spazi di centrodestra allunga lo schieramento avversario, e si sacrifica anche in fase di ripiegamento. Il dramma comincia quando deve gestire l’ultimo passaggio, o il fraseggio finale, o comunque quando deve dare un senso e valore alla sua opera offensiva, che viene sistematicamente vanificata all’atto finale. Ramos è troppo intelligente per farsi sorprendere dalle sue percussioni e lo manda sempre dove vuole lui.

    EL SHAARAWI: gara importante in fase difensiva, dove assiste Digne con dedizione puntuale. Dalla sua parte la squadra riesce a ripartire con maggior qualità, con interscambi e palleggio che consente di prendere campo in maniera più equilibrata di quanto non avvenga a destra, dove gli strappi di Salah non trovano la possibilità di essere accompagnati dai compagni. Quando trova lo spunto in velocità trova situazioni e spazi importanti per incidere sulla capacità di penetrazione della squadra, dando varietà agli sviluppi offensivi della stessa.

    PEROTTI: a tutto campo ,moto perpetuo per 90 minuti, sempre il primo a portare il pressing alto che da il segnale alla squadra di accorciare gli spazi. Cuce il gioco sul fronte offensivo in fase di possesso agendo ora come falso nove ora come trequartista. Si distende con grande qualità negli spazi portando a spasso più di un avversario.

    DZEKO: lavora molto bene di sponda, occupa l’area e dà un riferimento avanzato più concreto alla squadra che vuole recuperare il risultato. Ma ancora una volta manca, in qualche occasione, della determinazione giusta per concretizzare le situazioni.

    DE ROSSI: 15 minuti al centro della difesa, che abbassa pericolosamente, al pari dei compagni, in occasione del raddoppio dei madrileni.

    TOTTI: ingresso passerella che non può incidere sulla gara.

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