L’ultimatum di Mourinho ai Friedkin: “Rimango ma solo a certe condizioni…”
Quella di ieri per Mourinho poteva essere la sesta coppa europea su sei finali disputate, uno strike senza precedenti
Getty Images

MOURINHO FINALE EUROPA LEAGUE – Dopo la sconfitta in finale di Europa League, il mondo romanista si chiede quale sarà il futuro di Josè Mourinho. Lo Special One ha parlato di questo al termine della gara, analizzando la partita e chiedendo uno sforzo ai Friedkin per poter aumentare il livello dell’asticella la prossima stagione.
L’ultimatum di Mou
Quella di ieri poteva essere la sesta coppa europea su sei finali disputate, uno strike senza precedenti. José Mourinho ci era arrivato davvero ad un soffio e ieri aveva trovato il modo di ribadirlo, portando la Roma quasi in paradiso, provando a regalarle la seconda coppia consecutiva. A Tirana fu Conference, a Budapest stava per arrivare l’Europa League, scrive La Gazzetta dello Sport.
Alla fine Mou però rimane deluso dall’esito della finale. «Abbiamo finito stanchi morti, ma orgogliosi di quanto fatto – dice lui –. In questi casi o si esce con la coppa o si muore. Si può perdere una partita, ma mai la professionalità e la dignità. Ho vinto cinque finali e ho perso questa, ma abbiamo dato tutto. E non sono mai andato a casa più orgoglioso di questa volta. Felice sì, ma così orgoglioso mai».
Già, ma poi quello che la gente vuole sapere è se resterà ancora a Roma o no. «Da lunedì sarò in vacanza, se la società avrà tempo di parlare prima ne parleremo. Penso sia anche arrivato il momento di farlo. Ho un altro anno di contratto e zero contatti con altri club. Voglio anche rimanere, ma io e i miei giocatori meritiamo di più. E voglio lottare per il di più, sono un po’ stanco di essere allenatore, uomo di comunicazione, la faccia che dice “ci hanno rubato”. Sono un po’ stanco di essere tanto per questo club. Voglio restare, ma con condizioni per avere di più».
Ieri Mou ha praticamente giocato una partita nella partita, cercando di pilotare in ogni frangente la Roma dalla sua area tecnica. Non si è seduto quasi mai, ha litigato spesso anche con i componenti della sua panchina per cercare di tenerli il più calmi possibile. E poi ha parlato a lungo con il quarto uomo, l’inglese Oliver, soprattutto quando Taylor ha iniziato a disseminare cartellini ai giallorossi, senza mai dare invece una sanzione agli spagnoli. E a prendere tutte quelle decisioni a dir poco strane.