Totti: ´Non sono io a non volere una punta; voglio solo vincere tutto´

26/03/2008 - 0:00

 
 
Anche il Capitano tra i Signori del Gol. Domani, alle 21 su Sky Sport 1, andrà in onda un’ intervista eslusiva a Francesco Totti.
 
Il primo gol in Serie A, contro il Foggia
“Il primo gol è stato, fortunatamente, all’Olimpico. Era la prima giornata di campionato, il 4 settembre del 1994. Quel gol fu importante perché era una cosa che avevo sempre pensato, da bambino, quella di segnare all’Olimpico da giocatore e da tifoso della Roma”.
 
La trasformazione di Totti: da uomo-assist a uomo-gol
“Ho fatto due tappe nella mia carriera: i primi 12 anni ho fatto fare gol mentre negli ultimi tre anni ho trovato dei giocatori che mi fanno fare gol. Nel periodo in cui giocavo dietro le punte, conoscevo i movimenti degli attaccanti, perciò adesso so muovermi anche da attaccante. Sono un attaccante altruista, che sa fare gol, che aiuta la squadra, un buon attaccante. Quello che mi fa sentire attaccante è quando concludo le azioni dei miei compagni. Per essere un attaccante completo mi manca il colpo di testa, però sono migliorato rispetto a tanti anni fa”.
 
ll gol più bello in Champions League?
“Contro la Lokomotiv Mosca all’Olimpico, perdevamo 1-0 e poi vincemmo 2-1. Io feci il gol decisivo, in contropiede”.
 
E il gol più importante, sempre in Champions?
“Il più importante è un altro, quello contro il Real Madrid, quando vincemmo 1-0. Fu significativo per me, per la squadra, perché erano tanti anni che una squadra italiana non vinceva al Bernabeu. Quando sai che rimane una cosa scritta, e rimane scritta col proprio nome, è ancora più significativa. E poi il Real Madrid, dopo la Roma, era la squadra che seguivo con più attenzione perché mi piaceva come giocava, il suo stadio, la Spagna. Era la mia seconda squadra”.
 
A livello internazionale, sei stato spesso criticato per il tuo carattere
“Quando sei giovane, non hai l’esperienza internazionale, quella che posso avere in questo momento. Poi, crescendo, si acquisisce sicurezza, carattere, diventi uomo e le cose cambiano. Avrò avuto qualche reazione in più, avrò sbagliato qualche partita. Era il mio modo di essere. Sono contento perché ho sempre mantenuto la stessa condizione. Quando ti giudicano per quello che non sei, da’ fastidio. Adesso avranno capito veramente com’ero prima e come sono adesso”.
 
Sulla scelta di rimanere a Roma
“Se fossi andato via, se senti la gente non mi avrebbe mai cacciato. Adesso dicono è un limite perché non è andato mai via. Uno, è una decisione che ho preso io sin da piccolo, il sogno mio era quello di rimanere a vita a Roma perché qui ho tutto, sto bene. E’ normale che si vince meno rispetto ad altri club, però è una scelta di vita che ho fatto io personalmente perché come ho sempre detto vincendo qua una volta è come se vincessi dieci volte da altre parti. Però, sinceramente, quello che dice la gente non mi interessa più perché se riescono a criticare un giocatore che ha fatto più di 200 gol vuol dire che di calcio non ci capiscono niente”.
 
Su Raul e il Pallone d’Oro
“Un giocatore così forte, che ovunque è andato ha segnato, ha vinto tutto quello che si poteva vincere e poi non ha mai vinto il Pallone d’Oro, penso che sia uno scandalo. Tanto loro già lo sanno chi deve vincere il Pallone d’Oro perché un giocatore così che fa 20-30 gol, vince la Champions League, vince lo scudetto e non vince il Pallone d’Oro vuol dire che è già tutto scritto”.
 
E Totti Pallone d’Oro?
“Credo che l’anno dell’Europeo del 2000 sia stato l’anno migliore, l’anno dopo abbiamo vinto lo Scudetto, siamo andati bene in Champions League, quello è stato l’anno in cui potevo lottare per vincerlo, però non ho ancora capito come si vince il Pallone d’Oro”.
 
Su Ibrahimovic
“E’ un giocatore che sa fare la differenza, completo, è migliorato tantissimo e sta trascinando l’Inter. Forte fisicamente, bravo tecnicamente, in questo momento è uno dei giocatori più forti al mondo”.
 
Cosa non ti piace di questo calcio?
“Di questo calcio non mi piace la violenza perché calcio e violenza sono due parole ben diverse. Il calcio deve essere divertimento e passione, l’unione tra la squadra del cuore e le famiglie allo stadio. E’ una cosa gravissima andare allo stadio con i coltelli, le pistole e le accette per andare a vedere una partita di calcio. Penso che sia un’assurdità che assolutamente deve cambiare perché il calcio deve essere una passione per tutti, per chi lo gioca, per chi lo tifa e per chi lo vive”.
 
Sull’uccisione di Gabriele Sandri. Lo conoscevi?
“Lo conobbi tantissimo tempo fa, quando feci una festa di compleanno e lui suonò alla mia festa”.Mi disse pure: “Io sono della Lazio, non so se metterò tutta musica carina”. Era una battuta scherzosa, che ci stava. Era un ragazzo serio, educato, che aveva tanta voglia di vivere. Un ragazzo che vorrebbero tutti come amico. Purtroppo è successo questo brutto episodio, sempre per una partita di calcio. Sinceramente non so come sia stata la dinamica, come sia successo, so che dopo questo fatto ci debba essere giustizia. Basta con questi episodi che fanno male a tutti, ma soprattutto alla famiglia. Ho conosciuto la madre, il fratello e il padre e hanno un grande carattere e la forza di reagire anche se non è semplice, però hanno dimostrato di essere una famiglia unita, con tanti valori e poi sono riusciti ad aprire una fondazione per Gabriele. Questo fa capire quanto ci tenevano al figlio e quanto vogliano che non si ripetano più questi episodi.
 
Sulla moviola in campo. Sei favorevole?
“Sono favorevole perché purtroppo l’arbitro può sbagliare perché è una persona sola ed è difficile decidere in un centesimo di secondo. Mettendo la moviola in campo come fanno nel basket, hai più secondi per decidere, hai più possibilità di fare meno sbagli. E poi tutta la gente ha la possibilità di rivedere quello che succede. Quando c’è un rigore c’è sempre chi contesta, si perdono sempre dei secondi quindi trenta secondi per vedere se è rigore o no, ci stanno”.
 
Al Mondiale il quarto uomo ha visto nel monitor la testata di Zidane a Materazzi.
“Il monitor ci ha fatto diventare quasi Campioni del Mondo. Zidane così non ha calciato i rigori e per noi è stato importante. Noi dalla panchina non avevamo visto la testata di Zidane a Materazzi. Fortunatamente il quarto uomo aveva il televisore in campo e, d’accordo col delegato UEFA e con l’arbitro, l’ha buttato fuori”.
 
E’ vero che la Roma non compra una punta perché Totti non la vuole?
“Dicono un sacco di fesserie. Totti vuole una squadra competitiva per vincere tutto quello che è possibile, per cui è doveroso comprare giocatori di un certo calibro. E se dovessero arrivare Toni o Van Nistelrooy, Totti sarebbe solo contento. E non solo loro. Più siamo, meglio è”.
 
 

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