Totti: “Ibrahimovic? La mia situazione era diversa. Io messo da parte anche se potevo dare il mio contributo”

Giacomo Emanuele Di Giulio
14/04/2022 - 12:47

Totti: “Ibrahimovic? La mia situazione era diversa. Io messo da parte anche se potevo dare il mio contributo”

TOTTI ROMA IBRAHIMOVIC – Torna a parlare Francesco Totti. L’ex capitano giallorosso ha rilasciato alcune dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport dove ha parlato del suo addio e ha provato a dare qualche consiglio a Zlatan Ibrahimovic che sembra voler proseguire ancora la sua carriera. Ecco uno stralcio delle sue parole

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Le parole di Francesco Totti

Francesco te la senti di riavvolgere il nastro?
Così mi vuoi male… (sorride, ndr ). Sono passati 5 anni ma le sensazioni me le ricordo tutte e guardando Ibra nell’ultimo periodo le rivivo. Anche se la mia situazione era un po’ diversa dalla sua. Io non avevo avuto particolari infortuni. Sentivo di poter ancora dare il mio contributo, ma fui messo subito da parte e se giochi tre minuti o cinque o dieci una volta ogni tanto diventa uno stillicidio. L’ultimo mio anno non lo auguro al mio peggior nemico. Fu pesantissimo a livello mentale. Logorante. Perché quando dopo una vita in campo non giochi con continuità, soprattutto a una certa età, il fisico non lo stai facendo riposare, lo stai facendo arrugginire. Quando ti abitui solo a subentrare, piano piano perdi il ritmo partita. E quando poi entri ti accorgi che arrivi secondo sul pallone, che stai perdendo quei centesimi di secondo che fanno la differenza. Perché la testa ti dice ancora perfettamente cosa fare, ma le gambe ci arrivano un attimo dopo. Tu lo sai di essere più bravo degli altri ma se il fisico non “resta in partita” diventa dura. Zlatan in questo momento gioca poco e mi immagino le sue difficoltà anche perché il suo corpo è una macchina impegnativa. Però rispetto a me ha una fortuna…

Quale?
Da quel che mi sembra dall’esterno la sua voglia di stare in campo è forte come quella del Milan di averlo ancora a disposizione. Il problema non è il tecnico o la società, sono il numero di minuti di gioco e cosa comportano per lui fisicamente nei giorni successivi, quando devi recuperare e subentrano fastidi che prima non avevi mai avuto” Io da amante del calcio spero che Ibra possa continuare. Che domani mattina i fastidi che lo stanno tenendo fuori così spesso possano sparire. Sarebbe un regalo non solo per lui, ma per tutti noi che seguiamo il calcio. Ibra è stato amatissimo dai suoi tifosi e ha fatto disperare (il termine è più colorito, ndr ) quelli avversari. Ma il giorno che dovesse dire basta, il dispiacere sarebbe di tutti. Un po’ come è successo con me.

Quindi a parte l’età in cui vi siete trovati al bivio nessun’altra analogia?
No, aspetta… Altre analogie ci sono. Io credo di sapere cosa stia provando, le domande che si pone, i dubbi, la voglia che fa a pugni con la realtà del momento. Fammi però prima fare una premessa: Ibrahimovic è stato uno dei più grandi centravanti al mondo. Un giocatore magnifico sotto tutti i punti di vista: tecnico, atletico e di personalità. Un leader assoluto, un professionista esemplare con un enorme carisma. Ha segnato la storia del calcio degli ultimi trent’anni. Campioni così vorremmo che non smettessero mai. Perché hanno regalato gioie, emozioni, sono stati l’essenza del calcio. E al calcio hanno dato la loro vita, amandolo più di ogni altra cosa.

Dopo aver smesso ogni quanto si affacciano i rimpianti?
Ogni volta che vedi rotolare un pallone…

E magari ti dici: forse potevo continuare un altro po’.
È normale avvenga, è stata la nostra vita. Io potevo continuare ancora all’estero o in Italia. C’erano la Samp, il Bologna, il Torino… Ma con una maglia diversa da quella della Roma non mi ci sarei mai visto. Ibra però non avrà quel dubbio: se vuole può continuare al Milan.

Il passaggio dal campo al bordo campo spesso è più complicato del previsto.
Uno come Ibra, per l’immagine e l’impatto che ha, credo lo vorrebbero tutte le società. Certi atleti o ex atleti da soli hanno più seguito di un club intero. Ma bisogna stare attenti a non diventare un poster o una bandiera da sventolare solo quando serve. Il giorno che deciderà di smettere, Ibra capisca cosa vuole fare realmente: quale ruolo operativo pensa di poter occupare. E quando gli dovesse arrivare la proposta pretenda chiarezza e trasparenza. Due sono le domande da porre: cosa devo fare e con chi devo farlo. Deve saperlo subito, dopo diventa troppo tardi.

Anche in questi consigli c’è molto di autobiografico.
Io sono passato da un addio lacerante a fare subito il dirigente della Roma: un percorso che a tutti sembrava naturale e scontato, ma i ruoli non erano chiari. Lì per lì all’inizio ti senti in balia di tutto. Se sei stato un giocatore e hai vissuto sulla pelle le dinamiche del campo e dello spogliatoio ti rendi conto come ragioni in maniera totalmente diversa chi lavora accanto a te e il campo non l’ha mai calcato. Ignorano aspetti che invece nel calcio fanno la differenza. Forse anche per questo non ero mai realmente chiamato a partecipare e a decidere, perché le mie idee al momento delle scelte risultavano totalmente diverse dalle loro. Io ho cercato di calarmi in un nuovo ruolo con umiltà: non ho mai preteso di sapere di finanza, marketing, contratti, organizzazione come altri dirigenti esperti nella gestione aziendale, ma se parliamo di calcio, di giocatori, di tecnici, penso di saperne abbastanza per essere ascoltato… La sinergia tra uomini di campo e uomini d’azienda non è sempre facile. Ecco perché a Ibra ricordo, quando verrà il giorno, di fare quelle due domande

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    Tutti i commenti

  1. Ma ancora co sta storia? A France’ camminavi in campo e giocavi da fermo hai smesso al momento giusto anzi anche un annetto dopo. Non avere rimpianti perchè se giocavi sempre, oltre a non dare un grande contributo vista l’età, saresti stato pure soggetto a infortuni pericolosi.
    Sei stato un grande Campione goditi la carriera splendida che hai avuto e l’affetto dei tifosi.

  2. Vedendo il livello imbarazzante Della serieA Totti poteva giocare Ancora Oggi, chiaro che pensando ad un livello normale o piu’ alto era giusto dire basta ma purtroppo invece son due mondiali non qualificati e le rose Sono piene di pippe che in passato forse in serie C potevano giocare

  3. Totti ha tutto il diritto di dire la sua. Ma anche gli altri hanno lo stesso diritto e anche quello di decidere autonomamente per quanto di competenza. Lui non è stato accantonato subito, almeno da due anni era spesso ai margini della verbe agonistica, costituendo un problema in più per la Roma anziché un possibile valore aggiunto. La vera saggezza non può fare a meno di un po’ di umiltà!

  4. Alla fine ha giocato fino a 41 anni direi che rimpianti da questo punto di vista non devono esserci. Semmai il trattamento della società non è stato esemplare delegando Spalletti l’ingrato compito di farlo ritirare a malo modo. Alla fine però credo che a Totti non c’èera modo razionale di convincerlo a smettere quindi in ogni caso sarebbe stata una dinamica sgradita.

  5. Non capisco proprio che dite… Ma vi ricordate la manica di pippe che abbiamo avuto a centrocampo negli ultimi due anni? Totti anche da fermo avrebbe potuto giocare, davanti alla difesa come regista.

  6. Quello che dice è vero,
    se l’allenatore ti allena per farti giocare e ti schiera con regolarità, hai un certo tipo di reattività.
    In questo caso Spalletti e la società (ma prima ancora Sabatini e Baldini) hanno deciso di costringerlo a smettere. Altri 2 anni come ibra poteva farli se avesse giocato con regolarità (anche solo da subentrante).

  7. Pallotta è stato certamente la rovina della Roma, ma Totti non ha saputo capire quando era ormai il caso di fermarsi. Punto

  8. Credo che il problema di Totti (Grande e unico capitano) sia quello della nostra società… ovvero spesso ci si da l’identità sociale da soli, pensando di essere più giovani, più simpatici o più colti di quello che gli altri ravvedono in noi. Possiamo vedre la bottiglia mezza piena o mezza vuota, ma l’unica cosa certa è la quantità di acqua che è rimasta all’interno.

    1. Condivido quello che dici, sia nella forma che nella sostanza.
      Resta il fatto che, come molti hanno fatto notare nei propri commenti, anziché buttare la borraccia e soffrire poi la sete, si sarebbe potuto sorseggiare quel tanto o poco di acqua che ancora la bottiglia conteneva.
      Fuori metafora, ritengo che il livello della Roma di allora avrebbe tollerato senza controindicazioni un Totti part-time, cioè impiegato come fa il Milan adesso con Ibra.
      Ed a quel punto, da tifosi, ci saremmo risparmiati molte amarezze, compresa la divisione in guelfi pro-Totti e ghibellini pro-Spalletti/Pallotta, o viceversa.

  9. Piccola postilla per i P-boys che ancora difendono Pallotta e la sua gestione dando addosso al Capitano: anche se aveva 41 anni CHI ha preso la Roma di più forte? E’ il solito discorso: se veniva uno stracampione non stavamo di certo a parlare dell’addio di Totti, ma se abbiamo avuto solo lui causa società senza risorse, allora ha ragione chi dice che fino a 50 anni doveva giocare!

  10. Per me Totti resta uno dei più grandi giocatori della storia del cuoio tondo. Per i deboli di memoria ogni tanto riguardatevi qualche highlights su YT, mi viene quasi da piangere…detto ciò non ho mai condiviso le infinite polemiche degli ultimi due anni. Spalletti (il più forte allenatore della Roma post Capello) è stato usato dalla società per far smettere Totti ma, sinceramente, è una storia ormai stucchevole. Certo… se penso a giocatori “fermi” coi piedi fucilati era meglio Totti a 40anni che metteva palloni a guida-laser.

  11. qui´ c´e´ ancora gente che dice che potrebbe giocare ancora oggi, sta gente vive in un mondo tutto suo , in una sorta di magnifico universo parallelo, mi pare incredibile un´állucinazione collettiva

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