Torino-Roma, l’analisi tattica: manca pressione sul portatore di palla, granata sempre in gioco

Redazione RN
19/04/2021 - 14:30

Torino-Roma, l’analisi tattica: manca pressione sul portatore di palla, granata sempre in gioco

TORINO ROMA ANALISI TATTICA – La Roma si rigetta nella noia del suo campionato sempre più anonimo verso la Conference League regalando punti decisivi in chiave salvezza anche ad un Torino di lotta operaia e temperamento, che non molla mai, che non si fa mai condizionare dagli eventi e a testa bassa fa la sua gara costante, prendendosi tutto quello che la Roma gli lascia; una prestazione senza equilibri e con troppi interrogativi sulla tenuta mentale e affidabilità di alcuni interpreti, in costante imbarazzo e lettura approssimativa delle situazioni, che in un Europa League che potrebbe riscattare la stagione, diventerebbero fatali, e che i giallorossi non potranno permettersi.

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Moduli e sviluppi di gioco

Fonseca gestisce le forze nel suo 3-4-2-1 riproponendo Mirante, con Cristante al centro e Ibanez braccetto di sinistra, e riappare Fazio di centro destra, con Reynolds e Bruno Peres esterni; in mezzo Villar si riprende la prima regia mentre Veretout mette dentro altro minutaggio sulla via del recupero definitivo dall’infortunio, andando in verticale senza risparmiarsi; davanti il terzetto spagnolo completa l’undici con Borja Mayoral alle cui spalle agiscono a piede invertito Carles Perez e un Pedro alla ricerca disperata di se stesso; Nicola sente la pressione del Cagliari e va praticamente a specchio, nonostante un 3-5-2 iniziale, e davanti a Milinkovic-Savic ci sono Nkoulou centrale,con Izzo e Bremer braccetti,mentre sulle corsie esterne Vojvoda a destra e Ansaldi a sinistra completano lo schieramento difensivo; in mediana Mandragora e Lukic con equilibratore Verdi che fluttua tra le linee dietro a Belotti e l’ex Sanabria, sempre molto mobile.

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Primo tempo

Un Torino inizialmente molto basso, che attende, pressa forte con Mandragora su Villar, ma si trova subito in svantaggio con una Roma che trova uscite agevoli e una pressione alta, con altrettanto alta linea difensiva con Belotti soprattutto e Sanabria che ballano sempre sul filo del fuorigioco; e dopo 4 minuti e lo 0 a 1 sul tabellone la gara trova lo svolgimento che fino al gol del sorpasso granata sarà ripetitivo; con la Roma che ogni volta che riparte dopo un recupero basso si distende nella metà campo granata dove il Torino accetta una parità numerica che a tratti è addirittura un inferiorità per il ritardo col quale ripiegano gli uomini di Nicola, sempre protratti in avanti dopo lo svantaggio; il problema, però, per i giallorossi, è che pur a difesa schierata o con presenza difensiva negli ultimi 30 metri la mancata pressione sul portatore palla consente ai granata di rifinire sistematicamente a centro area, dove Sanabria e Belotti sono giocatori temibili; con Verdi che fluttua tra le linee, con Reynolds sempre poco attento e poco efficace in fase difensiva su Ansaldi, al quale concederà di tutto nei 90 minuti; con un Pedro tragico in ogni scelta, rifinitura, decisione ,e un Carles Perez che non attacca mai profondità senza palla ma la vuole sempre nei piedi, e un Reynolds sempre più alto di lui, la Rona non sfonda mai a destra, né a sinistra dove Bruno Peres non è di piede, e il Torino rimane sempre in partita.

Stessa ripresa fino al sorpasso che chiude la gara

Si riparte con Mkhitaryan che sostituisce Pedro, ma la Roma non ha la forza mentale per percorrere gli eventi e mettere al sicuro il risultato, continuando nelle occasioni perdute per il gol del doppio vantaggio; così come in fase difensiva non trova mai modo di opporsi a Sanabria che si apre sempre nel corridoio tra Cristante che non lo marca mai e Ibanez che non stima il pericolo del suo movimento, troppo preoccupato di Belotti che quando si tira fuori gli toglie riferimenti e modo di pensare diverso dai duelli singoli; così quando Reynolds non riesce a difendere l’ennesimo duello 1 contro 1 su Ansaldi, un Mirante in ritardo e i due centrali assenti per Sanabria è un attimo spingere in rete per il gol del pari; Nicola prosegue imperterrito, senza equilibri o tatticismi estremi, contano solo i 3 punti, con Singo per Vojvoda, Zaza e Rincon per Lukic e Sanabria attinge dalla panchina, che si rivelerà decisiva; Fonseca prova a dare equilibrio con Diawara per Veretout, e successivamente Dzeko e Karsdorp per Reynolds e Borja Mayoral, ma subisce il secondo gol appena prova a riprendere campo; Baselli per Verdi, Pastore per Villar sono gli ultimi avvicendamenti dei due tecnici, in una gara dove il gol del sorpasso aveva già scritto il finale, dove i giallorossi chiudono in bellezza con l espulsione di Diawara che comporterà un impiego in campionato ad altri che diversamente sarebbero potuti essere preservati per il doppio turno di Europa League, e la solita leggerezza di Fazio con la quale riempie da tempo le sue gare, una mesta fine per il Comandante e chi lo aveva incensato di tanto titolo.

Maurizio Rafaiani

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