Tiro Mancini alla Juve, Mourinho non lascia un punto all’amico Allegri
Il match viene deciso dal più inatteso dei goleadors, il difensore della Roma e della Nazionale. Mourinho gioca un brutto scherzo al suo amico Allegri e rilancia la Roma nella corsa Champions dopo la brutta battuta d'arresto con la Cremonese non ancora digerita.
Foto Tedeschi

MANCINI JUVE – Dopo la bruciante sconfitta in casa della Cremonese, la Roma affonda la Juventus in un Olimpico al suo venticinquesimo sold out con quasi 65.000 spettatori e una coreografia da derby. Mourinho non torna subito a sorridere perché il ko di Cremona brucia ancora e molto, ma di sicuro è soddisfatto dell’atteggiamento con cui la squadra ha affrontato la sfida ai bianconeri. Con la Vecchia signora – che veniva da 5 vittorie di fila – non è mai una partita come le altre, figuriamoci dopo le giornate ad alta tensione seguite alla cocente sconfitta con i quasi retrocessi grigiorossi di Ballardini e alle polemiche per l’episodio con il quarto uomo Serra.
LEGGI ANCHE
Mancini l’underdog stende la Juve
Un siluro di Mancini, proprio lui specialista dei gol di testa, decide la gara. L’underdog, il bomber inatteso che nessuno ha visto arrivare, è l’uomo-partita. Quando la Roma sembra essersi incagliata nelle sue difficoltà a trovare la profondità senza un centravanti di ruolo, la sfida delle sfide la decide Gianluca, al suo primo centro stagional. Lo ribalta lui l’umore sotto le scarpe di Trigoria dopo i tre punti persi martedì scorso, abile a trovare l’angolino destro con un bolide spaventoso, servito dal solito soldatino Cristante (che finalmente riposerà contro il Sassuolo per diffida). La rete del difensore azzurro stordisce i bianconeri che in questa Serie A non avevano ancora mai preso un gol dalla distanza: nessuno prima di Mancini aveva segnato a Szczesny e Perin da fuori area, l’ultimo a riuscirci è stato Aramu del Venezia, 1 maggio 2022.
Lo Special One imbattuto contro l’amico Max
Con una prestazione di cuore, testa e applicazione i giallorossi si riscattano e si rilanciano in campionato. Lo schieramento scelto dallo Special One in avvio spiazza tutti: squadra infarcita di centrocampisti con Dybala a fare la finta punta. Sì, perché il campione del mondo contro la sua ex squadra si trova a fare tutto fuorchè il centravanti: generosissimo, si applica tanto ma deve per forza perdere di vista la porta. Non incide in un primo tempo in cui tutta la Roma però non convince a pieno. Su tutti Zalewski in grande difficoltà su Kostic, il più attivo della Juventus che attacca quasi esclusivamente da quella parte. La comitiva di Mou però tiene botta, è concentrata e compatta. Rui Patricio in serata da smoking dice no all’altro campione del mondo in campo, Di Maria. Così Mourinho rimane imbattuto contro il suo amico Max in questa stagione e alla Roma non riusciva dal 2003-04 di fare punti in entrambi i match di campionato contro i bianconeri. La compagine giallorossa può così salire a 47 punti alla pari del Milan e a -1 dal terzo posto della Lazio.
Mourinho, il Dna e il club
L’organizzazione difensiva della Roma è perfetta, tutti i reparti si sacrificano per la causa, si gioca da squadra e la squadra è brava a capitalizzare l’invention gol di Mancini. Allora perché i giallorossi non riescono sempre a tenere alta la concentrazione in tutti gli incontri, viene chiesto a Mourinho. Questione di DNA, questa società non ha la vittoria nel sangue, spiega il portoghese. Bussa un colpo a Trigoria, la cui storia non ha plasmato testa e mentalità dei suoi giocatori. Quelle che i Friedkin in realtà pensavano di cambiare grazie agli insegnamenti e ai poteri taumaturgici di uno degli allenatori più vincenti al mondo, lo Special One appunto.
GSpin