Superlega, Agnelli: “Fra i nostri club c’è un patto di sangue. Andiamo avanti con il progetto”

Redazione RN
21/04/2021 - 9:09

Superlega, Agnelli: “Fra i nostri club c’è un patto di sangue. Andiamo avanti con il progetto”

AGNELLI SUPERLEGA INTERVISTA – Andrea Agnelli, presidente della Juventus e fondatore della Superlega, è stato intervistato da La Repubblica e dal Corriere dello Sport. L’imprenditore italiano ha parlato ai due quotidiani del progetto della nuova competizione europea prima dell’addio ufficiale dei 6 club inglesi e della riunione d’urgenza andata in scena ieri sera. Queste alcune delle sue dichiarazioni.

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Agnelli a La Repubblica

Nessun dietrofront sul progetto Superlega: “Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superleague ha il 100% di possibilità di successo, andiamo avanti. Vogliamo creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio. Campionati nazionali? Nessuna minaccia, c’è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali. Perchè è una competizione aperta? Perché ci sono 5 posti disponibili e perché la Superleague affronta il maggior problema dell’industria del calcio che è la carenza di stabilità. Le riforme delle competizioni, nazionali e internazionali, sono temi costanti dell’elezione dei presidenti delle istituzioni del calcio. È il momento di agire”.

Sul rapporto con Fifa e Uefa: “Abbiamo fiducia nella bontà della nostra iniziativa che crediamo avrà successo nel breve periodo. L’iniziativa intrapresa, come previsto dal Trattato Ue, porterà a veder riconoscere un nostro diritto. Per questo teniamo il dialogo aperto con istituzioni, Fifa e Uefa. Ciò che stiamo facendo è perfettamente legale. Stiamo esercitando una libertà prevista dal Trattato dell’Ue. E questo è molto importante. Trattativa con Fifa o Uefa? È il nostro auspicio. Abbiamo scritto ai presidenti di Fifa e Uefa per dialogare”

La strategia per soddisfare i giovani: “I più giovani vogliono vedere i grandi eventi e sono meno legati agli elementi di campanilismo che hanno segnato le generazioni precedenti, compresa la mia. Un terzo dei tifosi mondiali segue due club che spesso sono tra i fondatori della Superleague, il 10 per cento segue i grandi giocatori e non i club, due terzi seguono il calcio più per “il timore di perdere qualcosa” che non per altro, e il dato più allarmante è che il 40% per cento di coloro che hanno fra i 16 e 24 anni non ha interesse nel mondo del calcio. Andare a creare una competizione che simuli ciò che fanno sulle piattaforme digitali, come Fifa, significa andargli incontro e fronteggiare la competizione di Fortnite o Call of Duty che sono i veri centri di attenzione dei ragazzi di oggi, che spenderanno domani”.

Agnelli al Corriere dello Sport

Il progetto Superlega e i suoi obiettivi secondo Agnelli: “Il maggiore problema dell’industria del calcio è la stabilità. Le riforme delle manifestazioni nazionali e internazionali sono temi che ho sentito rilanciare nel corso di ogni campagna elettorale di ogni presidente federale e di enti regolatori internazionali. Una volta arrivati a occupare posti di responsabilità, gli stessi pensano però al mantenimento delle posizioni di privilegio e di monopolio. La crisi non è soltanto finanziaria, ma di fidelizzazione. La nostra volontà è creare una competizione che possa portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando sostanzialmente quella che è la solidarietà distribuita agli altri club. Una competizione, lo sottolineo, che rimane aperta e prevede cinque posti a disposizione degli altri club”.

Cinque punti da sottolineare: “Uno: nessuna minaccia ai campionati domestici. Anzi, la ferma volontà da parte del gruppo delle dodici società di continuare a partecipare alle competizioni nazionali, sia al campionato, sia alle coppe. Quindi totale adesione a quella che è la tradizione. Due: fin dalla costituzione della SLCo, la Superlega, si è incoraggiato il dialogo con le istituzioni, nel nostro caso Fifa e Uefa. Tre: quello che stiamo facendo è perfettamente legale, stiamo esercitando una libertà prevista dal trattato dell’Unione europea, e questo aspetto lo considero particolarmente importante. Quattro: il calcio sta vivendo una crisi enorme di appeal che investe le nuove generazioni. Hanno inciso gli stadi chiusi da un anno. Per chi ha figli di dieci, quindici, vent’anni la disaffezione è più che palpabile: i giovani si interessano ad altre cose. Evidentemente – e qui entriamo in una sfera macroeconomica – questo triste fenomeno ha subìto un’accelerazione a causa della pandemia. Quinto, è forse il punto-chiave, quella che stiamo cercando di organizzare è la competizione più bella al mondo”.

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  1. E’ probabile che il sangue venuto meno per firmare questo presunto (anzi supposto ?) patto abbia smesso di arrivare al cervello del monocigliato: questo spiega le affermazioni deliranti dell’intervista.
    Urge trasfusione!
    E, già che c’è, forse converrebbe calendarizzare anche una plastica, perchè dopo una figura del genere dire che abbia perso la faccia è un eufemismo!
    Fuori i mercanti dal tempio!

  2. Aaah hai capito pure co li “patti de sangue”!! Je piace fa er massonico un pò dappertutto…

  3. Che schifezza di progetto… La disaffezione c’è perché si gioca ogni tre giorni e le squadre non si allenano più col risultato di partite noiose e sempre in affanno. Inoltre si inserisce pure la nazionale con delle soste finte per i calciatori che spezza il campionato a livello di attenzione ma non di allenamento. Secondo me va ridotto il numero di squadre della serie a per avere meno partite e più competitività. Si alzerebbe il livello medio e saremmo più competitivi in Europa.

    1. Concordo appieno. La Serie A a 20 squadre abbassa enormemente la qualita’. Senza un adeguato allenamento il gioco ne risente.

  4. sarà anche vero quello che dice Agnelli sulle nuove generazioni, ma io sono anni che chiedo a Sky di farm un abbonamento per vedere solo la Roma, tutte le altre partite non riesco a vederle per il semplice fatto che non ho stimoli

  5. Agnelli non ha capito che non è lui che sceglie se partecipare o no al campionato italiano e alle coppe europee, ma l’UEFA, per cui caro presidente BORIOSO e PREPOTENTE, deve scegliere o la superlega con i compagni di merende o il campionato italiano e l’Europa, e penso che le convenga se vuole vincere qualcosa ancora.

  6. Levateje er vino!!!
    Patto di sangue? Io direi patto di soldi?
    Forse questo viene da un altro pianeta perché nel
    Pianeta calcio le qualificazioni e i ranking si ottengono in base ai risultati e non in base al fatturamento delle società. Non siamo nell’ nba, qualcuno glielo spieghi per favore

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