STORIA DELLA ROMA. Viaggio tra i trofei giallorossi: lo Scudetto del ’42

27/11/2011 - 15:02

BACHECA GIALLOROSSA – La scorsa settimana abbiamo iniziato un meraviglioso viaggio tra i trofei vinti dalla Roma. La prima tappa è stata la Coppa Coni, che i giallorossi si sono aggiudicati dopo soltanto un anno dalla nascita del Club. Oggi è il turno del primo scudetto cucito sul petto della formazione capitolina nella stagione 1941-42.

IL CAMBIO DI PRESIDENZA – La stagione 1941-’42, si apre per la Roma con un cambio di presidenza. Nei primi giorni di giugno, il conte Betti si dimette e al suo posto, sulla poltrona giallorossa, siede Edgardo Bazzini, un imprenditore ferrarese. Il nuovo patron conferma Schaffer come allenatore della “Lupa” (mossa questa che si rivelerà assai azzeccata).

LA CAMPAGNA ACQUISTI  – Alla vigilia del Campionato,  la Roma non gode del favore dei pronostici, perché rispetto agli organici dei prestigiosi club del Nord (su tutti Bologna, Ambrosiana, Juventus e Torino), appare meno attrezzata sotto il profilo tecnico. Anche all’interno della stessa dirigenza giallorossa traspare un certo scetticismo. La campagna acquisti non suscita grande euforia da parte dei tifosi romanisti: vero anche che il periodo non permette spese elevate. In estate vengono acquistati il centromediano Mornese dal Novara (per 117.500 lire), la mezzala Cappellini dal Napoli (per 140.000 lire), il portiere Risorti dal Savoia, il terzino sinistro Andreoli dal Perugia e Benedetti dall’Ilva.

IL PARA-TUTTO MASETTI E IL BOMBER AMADEI – La rosa della Roma, non è molto ampia, a causa dei tanti calciatori impegnati al fronte durante il secondo conflitto Mondiale: si contano appena 15 elementi (che si rivelano, ben presto, pochi ma buoni). I veri assi nella manica diventano, fin da subito, l’estremo difensore Masetti e il bomber Amadei in attacco, capaci entrambi di spingere la squadra ai vertici della classifica: il primo consente ai giallorossi di avere la retroguardia meno battuta del torneo, con 21 reti subite; il secondo riesce a siglare 18 marcature, un bottino che darà alla Roma la palma del secondo miglior attacco del Campionato, con 55 realizzazioni (alle spalle del Torino con 60 gol).

IL GIRONE DI ANDATA – Fin dalle prime battute, la stagione 1941-’42 vede la lotta serrata tra tre formazioni: oltre la Roma (vera protagonista), anche il Torino e il Venezia si rendono avversari particolarmente attrezzati per la vittoria finale. I giallorossi partono forte, e nelle prime tre giornate riescono ad accumulare 9 punti grazie ai successi ottenuti contro club di grande blasone (Roma-Napoli 5-1, Bologna-Roma 1-2, con gli emiliani campioni in carica, avendo conquistato il tricolore l’anno precedente, e Roma-Juventus 2-0). I “Lupi” riescono a mantenere la testa della classifica fino alla diciottesima giornata, inanellando 13 risultati utili consecutivi. Il girone di andata viene chiuso a 22 punti, 10 dei quali ottenuti in trasferta, risultati che portano la squadra a conquistare lo “scudetto d’inverno”.

IL GIRONE DI RITORNO – Nel mese di marzo, tuttavia, la squadra deve affrontare un vistoso calo di rendimento. Arrivano due pesanti sconfitte consecutive: Juventus-Roma 2-0 e Roma-Genoa 1-2. Il momento più critico si palesa il 22 marzo, quando i giallorossi vengono piegati a Milano dai rossoneri per 4-2 e il Torino allunga in classifica di 3 punti (grazie al successo sul Napoli per 5-3). Il fattore decisivo, che fa pendere l’ago della bilancia a favore degli uomini di Schaffer è, però, lo scontro diretto con i granata prima e il Venezia poi. Primo episodio chiave è il pari ottenuto al “Filadelfia” di Torino per 2-2, dopo una partita rocambolesca. La Roma si porta sul doppio vantaggio grazie ad una doppietta di uno scintillante Amadei ma poi, i giallorossi si fanno rimontare nel numero delle reti. Un pari, comunque, molto prezioso, perchè ottenuto su un campo ostico e contro un avversario diretto. Alla ventitreesima giornata, la Roma va a giocare in casa del Venezia terzo in classifica. Sono ancora una volta Masetti e Amadei i protagonisti assoluti del match. Il portiere para nel primo tempo un rigore ad Alberti; mentre nella seconda frazione di gioco è il “Fornaretto di Frascati” a siglare il gol del successo. I Capitolini s’impongono al “Sant’Elena” con il risultato di 1-0. Una vittoria determinante.

IL SORPASSO – A tre turni dalla fine, quando il “Toro” è in vantaggio di un solo punto sulla Roma, avviene il definitivo sorpasso. La trasferta di Venezia è fatale al Torino, che perde malamente per 3-1, mentre la truppa giallorossa stende con un perentorio 6-0Ambrosiana e si porta a quota 38 punti. Un primo posto che verrà mantenuto nelle ultime due gare con altrettante vittorie (Livorno-Roma 0-2 e Roma-Modena 2-0).

IL TRIONFO – Il 14 giugno 1942 la squadra giallorossa può finalmente festeggiare la conquista del primo tricolore della sua storia: i tifosi ebbri di gioia invadono il campo, mentre i giocatori portano in trionfo il loro timoniere, l’allenatore Schaffer. Tutta la formazione viene ufficialmente celebrata per il grande risultato in Campidoglio il giorno successivo alla conquista del Tricolore. Per la vittoria ad ogni calciatore andranno 15.000 lire, un orologio d’acciaio e soprattutto 25 giorni di licenza. Il Campionato termina a quota 42, con tre punti sul Torino e quattro sul Venezia. Complessivamente, la Roma si aggiudica 16 partite, pareggiandone 10 e perdendone solo 4, segnando 55 reti e incassandone 21.

GLI ELOGI DELLA STAMPA – Anche la stampa nazionale riconobbe i meriti della squadra Capitolina. Spicca su tutti il commento del Guerin Sportivo, testata che più delle altre aveva esaltato le squadre del nord durante l’intera  stagione: “La Roma ha vinto lo scudetto imponendo alle avversarie quel ritmo insopportabile che fu solo dei grandi squadroni, quali la Juventus ed il Bologna. Il ritmo delle quattro partite perse in tutta una stagione! L’ha vinto, dunque, domando complessivamente le altre squadre in trasferta, dove ha fatto 17 punti, dove ha avuto 12 successi su 15. L’ha vinto dall’alto di un quoziente reti proibitivo. La lotta è stata equilibrata ma la Roma è stata la vera protagonista di questo torneo. Ciò che è innegabile, essendo provato dal fatto che la Roma, partita in testa al giro di boa, finita in testa, è stata 22 volte su 30 al comando della classifica, mentre il Torino vi è stato 10 volte ed il Venezia 7″.
Anche la Gazzetta della Sport, da sempre molto vicina ai grandi club del nord, celebrò in pompa magna la straordinaria stagione romanista: “Due soli rigori a sfavore della Roma. C’è chi parla di fortuna. Ma perché non parlare piuttosto di correttezza ? Una sola espulsione, quella di Bonomi nella partita Fiorentina – Roma, risoltasi poi nella bolla di sapone della semplice ammonizione. Correttezza e regolarità. L’indice del comportamento della Roma sta nel fatto che essa non è mai scesa più giù del terzo posto e nelle due serie positive, che hanno segnato il tempo della sua corsa. Una prima serie cominciò dopo la partita persa a Genova e vide tredici domeniche positive con 19 punti depositati in banca. Dopo le battute d’arresto imposte da Juventus, Genoa e Milano, la Roma ricaricò l’orologio e ripartì. Nove gare utili consecutive, quindici punti, sei vittorie (di cui due fuori casa: Venezia e Livorno) e tre pareggi. In queste nove gare la Roma subì tre sole reti, due dal Torino e una dalla Lazio, e ne segnò 23”.

Questa la formazione della Roma vincitrice del primo Scudetto: Masetti, Brunella, Andreoli, Donati, Mornese, Jacobini, Borsetti, Cappellini, Amadei, Coscia, Pantò. Allenatore: Alfred Schaffer

Emanuele Tocchi

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