• Stadio Roma, Raggi riceve i Friedkin: sì a impianto moderno ed ecosostenibile. Si valutano tutte le ipotesi

    Redazione RN
    03/03/2021 - 7:49

    Foto Tedeschi
    Stadio Roma, Raggi riceve i Friedkin: sì a impianto moderno ed ecosostenibile. Si valutano tutte le ipotesi

    STADIO ROMA RAGGI FREIDKIN – Nonostante la rinuncia al progetto dello Stadio a Tor di Valle, ufficializzata negli scorsi giorni, oggi c’è stato un importante incontro in Campidoglio che potrebbe aprire nuovi scenari. Stando a quanto riportato dall’Ansa infatti, i proprietari giallorossi Dan e Ryan Friedkin, sono stati ricevuti dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, per discutere del progetto del nuovo Stadio.

    L’incontro Raggi-Friedkin

    Il numero uno della Roma, Dan Friedkin, – accompagnato dall’ad Guido Fienga e dal responsabile dei rapporti istituzionali Stefano Scalera – ha ringraziato il Campidoglio per la rinnovata disponibilità al confronto. L’AS Roma ha ribadito le ragioni che hanno portato alla nota del 26 febbraio 2021 e ha confermato l’interesse per la realizzazione dello «stadio della Roma», sottolineando la ferma volontà di dare vita ad un impianto moderno, ecosostenibile e integrato con il territorio. In tal senso la società sportiva sta valutando tutte le ipotesi. L’Amministrazione ha preso atto delle delucidazioni fornite, riservandosi una compiuta valutazione, ed ha garantito l’interesse alla realizzazione dello stadio della Roma

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      1. Impossibile. Non c’è spazio intorno per parcheggi, ecc… Ma soprattutto il problema più grande sono gli eredi dei Nervi, che pongono veti su qualunque cosa si faccia

    1. IL COMUNE HA GRADITO
      E’ NORMALE
      SI RINIZIA UNA ALTRA VOLTA
      E SE RINIZIA CON LA BUROCRAZIA.CON IL MAGNA MAGNA E SI RIPRESENTANO GLI AVVOLTOI
      BO IO PENSO CHE FACCIO IN TEMPO A MORIRE
      E CHE LA CASA DELLA ROMA ANCORA NON SIA REALIZZATA

    2. i Friedkin lanciano una enorme ciambella di salvataggio al Comune e a tutti quelli che avevano contestato lo stadio Pallotta per la non sostenibilita’ ecologica .. vediamo se questi del Comune chiudono anche questa strada .. non avrebbero pero’ nessun alibi ..

    3. Io sono convinto che lo stadio a Tor di Valle si farà . Riflettiamo. Oggi in Campidoglio c’è stato un incontro ufficiale sulla questione stadio della Roma, tra la sindaca Viriginia Raggi e la ASRoma, nelle persone di Dan Friedkin (presidente), Fienga (recentemente rinnovato come CEO), e Scalera (neo assunto come responsabile dei rapporti con le istituzioni). Se non mi sbaglio, da quando ci sono i Friedkin, questa è la prima volta che la ASRoma, nei vertici della sua dirigenza al completo, viene ricevuta ufficialmente in Campidoglio sulla questione stadio (e in generale). Come mai questo avviene all’improvviso, proprio poche ore dopo l’annuncio da parte di Eurnova di querelare la ASRoma per la sua rinuncia a portare avanti il progetto Tor di Valle? Forse non si è riflettuto adeguatamente sul ruolo che sta giocando Eurnova in questa storia e sul significato della sua lettera minacciosa. Dunque. Eurnova (insieme a Vitek da quel che si scrive) ha annunciato di voler procedere a querelare la ASRoma per la sua rinuncia al progetto Tor di Valle; noi leggiamo la notizia e pensiamo semplicisticamente: Eurnova ce l’ha con la ASRoma, visto che è la ASRoma che verrà querelata. Ma non riflettiamo su due fatti: 1) Eurnova è stata finora partner di ASRoma e le difficoltà e i dubbi rispetto alla realizzazione del progetto Tor di Valle in tempo di pandemia sono più o meno le stesse per entrambe; 2) la lettera minacciosa di Eurnova è una lettera pubblica, e sembra rivolta soprattutto al Comune di Roma. Contestualmente all’annuncio di querele contro la ASRoma, infatti, Eurnova diffida in modo ufficiale il Comune dall’accettarne la rinuncia, lo diffida su basi legali, facendo riferimento alla legge, e con gli stessi termini lo invita a completare celermente l’iter dovuto di approvazione del progetto, ossia a portare al voto l’approvazione della variante urbanistica, e anche questo invito è di fatto una diffida, una diffida a non farlo. Il riferimento all’adire le vie legali, anche se non è rivolto direttamente contro il Comune, lo è in forma implicita. In questo stesso documento Eurnova ribadisce che l’interesse pubblico del progetto Tor di Valle, riconosciuto ufficialmente dalla conferenza dei servizi, vincola legalmente la ASRoma a rispettare gli impegni presi, e che la stessa non ha né la competenza né il potere di revocarlo per conto proprio; l’interesse pubblico può essere revocato solo da una nuova conferenza dei servizi, che in questo momento è di fatto improponibile, sia politicamente – visto che siamo sotto elezioni – sia – credo ma non sono sicuro – legalmente, perché non credo siano emersi elementi validi per potere annullare la precedente conferenza e aprirne una nuova. In pratica la lettera di Eurnova è di fatto il primo atto ufficiale dei proponenti contro il Comune di Roma per forzarlo con minaccie legali a completare l’iter di approvazione, un completamento dovuto per legge. Non c’è una minaccia diretta contro il Comune da parte di ASRoma, ma è implicita secondo me nella lettera di Eurnova. E mi sembra lecito supporre che tutto sia stato concertato insieme da AsRoma e Eurnova. In ogni caso, concertata o no, con la sua mossa la ASRoma ha creato le premesse all’inevitabile contromossa di Eurnova, mettendo sotto scacco il Comune. Se fosse stata direttamente la ASRoma a produrre una lettera di diffida analoga rivolta al Comune di Roma, minacciandolo su base legale, di fatto Trigoria si sarebbe schierata contro la città, cosa che sarebbe stata non intelligente e avrebbe avuto ripercussioni negative a livello di opinione pubblica: il Comune infatti è la città (se il Comune deve pagare un miliardo di penale alla Roma, siamo poi noi cittadini che dobbiamo tirarli fuori con le tasse, per le generazioni a venire). Ma è ovvio che se la ASRoma dovesse essere portata in giudizio da Eurnova e venisse condannata a pagare la penale (si parlava appunto di circa un miliardo di euro), sarebbe poi costretta a sua volta, per non dichiarare fallimento e chiudere i battenti, a rifarsi legalmente su chi ha determinato le condizioni della sua rinuncia, ovvero sui colpevoli ritardi di approvazione dell’iter la cui responsabilità in questo momento grava sul Comune, e più precisamente sulla giunta di Virginia Raggi, la quale, lo ricordiamo, non ha ancora portato al voto in aula consiliare l’approvazione della variante urbanistica, e per legge è tenuta a farlo. E Virginia Raggi questo lo capisce, lo sa, e quindi si muove e convoca la ASRoma al gran completo, immediatamente, poche ore dopo la lettera di Eurnova, per discuterne, ossia per venire a patti. A me sembra che, attraverso la logica reazione di Eurnova, la ASROMA abbia trovato un modo molto ben pensato di fare energicamente pressione sul Comune di Roma, per cercare di sbloccarne lo stallo, rima al tempo stesso spettando la città, ossia senza aprire uno scontro diretto con il Campidoglio; una pressione che, e qui si apre ulteriormente il campo delle ipotesi, potrebbe essere volta all’approvazione del vecchio progetto o, più probabilmente, vista anche la crisi economica della pandemia, alla riformulazione dello stesso progetto con parametri meno gravosi per i proponenti. L’investimento di un miliardo e mezzo di euro di fondi privati stranieri sulla città di Roma (infrastrutture viarie e ferroviarie, bonifiche idrogeologiche, ponti cicopedonali, un parco fluviale esteso quanto la Città del Vaticano con 50km sentieri ciclopedonali illuminati e videosorvegliati, appalti, circa 15.000 posti di lavoro stabili, attrazione di ulteriori investitori internazionali sulla città, e tutto per la creazione intorno allo stadio di un polo commerciale e turistico in un nodo strategico della città, ora abbandonato al degrado, situato tra l’Eur e l’aeroporto, ossia tra Roma e il mondo) tutto questo sembra ormai, allo stato attuale dell’economia mondiale, fantascienza. Prima, allo stato iniziale del progetto, era una realtà concreta, un’opportunità di rinascita della città che abbiamo buttato malamente via…

      1. mille mila miliardi di investimenti e ci lasciano pure 50 Km di sentieri ciclopedonali. Vivi in un mondo delle favole o sei in malafede.Solo da li’ possono arrivare certe cifre. Avevano proposto due orrori di grattacieli per molto meno.

      2. Bel romanzo,ma nell’itinere hai dimenticato quanto affermato:siamo sotto elezioni.Alla Raggi interessa meno che zero darsi una mossa sapendo bene che non sarà rieletta.Se Eurnova farà o non farà causa gliene frega ben poco.Dirà sempre che non ha avuto il conforto dei suoi ostili ad andare al voto per la variante urbanistica.Saluterà e figli maschi.Al momento finge rapporti cordiali con la attuale ASRoma.Stadio nuovo altrove? Chimera.

    4. Tor di Valle è ormai il passato, Il futuro è un campetto di proprietà dove la Roma giocherà le sue partite, appena sufficiente per l’omologazione Uefa, inservibile per ospitare grandi eventi. Alla faccia della “Caput Mundi”.

    5. Come la statua della libertà inviata da Parigi a New York, vi invierò il Mané Garrincha smontato. Qui da noi non serve praticamente a nulla… A Roma starebbe benissimo, ha pure un che di Colosseo!

    6. Basta parlare del fritto si ricomincia con la solita menata stadio che durerà altri 10 anni ..Parliamo di cose attuali ..la Roma stasera potrebbe salutare con largo anticipo il sogno 4 posto e dedicarsi solo ad unica partita di andata e ritorno contro lo Shakhtar…Alla dirigenza dico voglio i giocatori ed un allenatore capace ..dello Stadio che non si farà non me ne frega nulla….Con Pallotta Stadio si Stadio no e intanto a creati buffi venduto tutti i migliori e alzato zeru tituli….e quindi si preoccupava solo della Raggi…..Ci risiamo???

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