Spalletti: “Difficile che giochi Anguissa. Mourinho super, ho preso spunto da lui”

Manuela Fais
22/10/2022 - 15:12

Le dichiarazioni del tecnico degli azzurri in conferenza stampa

Foto Tedeschi
Spalletti: “Difficile che giochi Anguissa. Mourinho super, ho preso spunto da lui”

Alla vigilia del big match che si giocherà domani allo stadio Olimpico tra Roma e Napoli, Luciano Spalletti ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni:

Come sta Anguissa?
“È difficile sia dentro, non è corretto rischiarlo, altri hanno fatto bene e sarebbe una mancanza di fiducia verso chi s’è allenato ed è allo stesso livello di chi può dare un contributo”.

Le sue scelte di formazione saranno anche in base alla fisicità della Roma?
“Lo ripeto, metteremo in campo le nostre qualità, quello che sappiamo fare dobbiamo continuare a farlo, magari ancora con più qualità e velocità di quello che ci riesce. Poi loro hanno questa caratteristica di incidere sui risultati con i calci piazzati, i numeri dicono questo, dipenderà da quanti gliene concedi… l’atteggiamento in fase di possesso, se tieni palla è più difficile subire palle inattive vicino l’area. Faremo valutazioni corrette sull’essere il Napoli, senza snaturarci”.

Kvaratskhelia come reagisce ai complimenti di grandissimi personaggi?
“Appena dico di andarci piano dite che ce l’ho con lui (ride, ndr), trovate voi una via di mezzo, ma non si fa condizionare, lui è speciale per moralità, convinzione, qualsiasi cosa tu gli vai a chiedere è disposto ad assorbire. Quando gli ho chiesto se ha calciato con tranquillità il rigore… ‘why not’. Una risposta secca, tranquilla”.

Teme lo scherzetto? E lei l’ha preparato?
“Non lo so, ora arriva Mourinho, il super-allenatore, di conseguenza bisogna sempre aumentare le nostre capacità, quello che sappiamo fare. Non lo so se loro penseranno a cosa sappiamo fare noi, ma noi pensiamo a noi, non a cosa pensa la Roma o cosa sa fare la Roma, ma solo la nostra forza. Lui è uno di quelli tremendissimi, ma conta sempre la squadra”.

Percorso inverso per voi: lei e Mourinho siete partiti da ‘zero tituli’ e siete arrivati a ‘Spallettone’. E dobbiamo aspettarci novità?
“È difficile per me non apprezzare il lavoro dei miei colleghi, io posso apprendere dallo scorrimento di partite anche di Serie C, ancora di più da Liverpool, City, Arsenal, diventa ancora più facile perché hanno genialità in panchina ed in campo e quando si unisce questo vengono fuori cose che creano attrazione per gli allenatori. Mourinho è stato uno di questi, poi non lo so, ma percepisco il suo saluto come quello di un amico e io faccio altrettanto. Poi ci sta che se la squadra avversaria sia brava a fare delle cose, tu modifichi qualcosa senza snaturarti. Noi, come loro, abbiamo partite infrasettimanali, si faranno scelte come sempre, anche quando dite che faccio turnover, ma è sempre per vincere la gara e quella dopo. Nel 90% si mette forza sulle nostre qualità, poi anche la piccola attenzione su quello che sanno fare gli altri”.

Giocare è sempre la strada per fare risultati?
“La vedo dura fare diversamente, siamo fatti così. Dentro il campo abbiamo i nostri riferimenti, le nostre qualità, e sono importanti. Sono convinto che più si sta nell’altra metà campo e nella loro area, più percentuali abbiamo. Diranno ma ‘gli lasci campo alle spalle’, ma devi saper fare anche quello, farsi trovare pronti anche sulla pallata dietro la linea difensiva. Il Napoli lo abbiamo pensato così, da sempre, quando sono arrivato”.

La Roma fa della forza difensiva il suo forte. Immagina di dover scardinare la difesa con Osimhen?
“Lo abbiamo detto, ci sono due condizioni nella vita per essere forti, sicuri di se stessi o non esserlo, in mezzo c’è il nulla. Dobbiamo essere sicuri di noi stessi, della nostra forza, altrimenti indeboliamo la nostra forza. Osimhen è nelle condizioni di essere scelto, ha fatto due spezzoni ed una preparazione adeguata post infortuni, abbiamo atteso una gara in più prima di convocarlo per essere tranquilli”.

A Roma con la Lazio la prima grande vittoria, domani cosa rappresenta?
“Sì, a Glasgow la seconda, ad Amsterdam la terza? A Milano? È un percorso che ci ha dato sicurezze e convinzioni, abbiamo giocato su campi difficili. Troveremo uno stadio pieno, una squadra forte ed in condizione, la Roma ha una classifica importante, ha fatto partite da squadra forte, noi siamo nelle condizioni di giocare la nostra partita”.

Il Napoli si trova benissimo nel calcio europeo, un po’ meno contro squadre bloccate. Con la Roma cosa si aspetta?
“Non lo so, loro interpretano i momenti della gara, a volte ti concedono campo e restano con i due attaccanti aperti per partire velocemente, bisognerà fare attenzione. Ma penso alla mia squadra, a cosa sa fare, a gestire la palla e comandare la gara. Loro faranno densità in alcuni momenti, quando lei fa la differenza è per gli spazi, è più difficile fare inserimenti, ma è uguale, fa parte del nostro percorso, di quello che bisogna saper affrontare una squadra come la nostra. I nostri risultati danno qualcosa di più anche agli avversari, le vittorie creano più forza anche negli avversari”.

Ogni volta che torna a Roma c’è un pensiero ricorrente?
“I pensieri belli hanno sempre il sopravvento su quelli brutti, conosco moltissime persone a Roma, ci sentiamo spesso con molti, come questa settimana, e sono dialoghi molto cordiali e ritornare a Roma mi crea sempre molti sorrisi perché tutti quelli che incontro sono sorridenti e di conseguenza sono contento di tornarci e quello che sarà dentro lo stadio non lo so, ma per me resta questa idea ed il mio contatto con queste persone”.

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