Spalletti, dal Paradiso al Purgatorio

Manuela Fais
21/10/2022 - 10:04

La Roma con il tecnico toscano ha passato anni ricchi di soddisfazioni, ma oltre ai risultati sportivi c'è stato anche altro

Spalletti, dal Paradiso al Purgatorio

Manca sempre meno a Roma-Napoli. Il big match di domenica sarà importantissimo per la classifica della Serie A ma rappresenterà anche il ritorno allo stadio Olimpico, da avversario, di Luciano Spalletti. L’attuale allenatore degli azzurri, in passato ha guidato i giallorossi dal 2005 al 2009 e nella stagione dell’addio di Totti, nel 2016/17.

Ritorno al passato

C’è una Roma con Spalletti prima e un’altra con Spalletti dopo, scrive Il Corriere dello Sport. C’è un denominatore comune tra il primo e il secondo ciclo del tecnico toscano sulla panchina giallorossa: la qualità del gioco, la capacità di rendere competitiva una squadra che non sempre ha avuto grandi interpreti. Ma c’è anche un elemento di discontinuità e si chiama Francesco Totti. Spalletti nella Roma di Sensi va oltre il ruolo di allenatore. In una fase delicata per la società, che già con il presidente malato è gestita principalmente dalla figlia Rosella, Spalletti porta avanti la squadra con Bruno Conti direttore tecnico e Daniele Pradè direttore sportivo. Dal 2005 al 2009 sono stati quattro anni ricchi di soddisfazioni, con undici vittorie di fila alla prima stagione e una serie di intuizioni tattiche che portarono la Roma a sfidare l’Inter per lo scudetto e a batterla nelle finali di Coppa Italia e di Supercoppa.

Ma oltre ai risultati sportivi c’è altro. Con Vucinic arriva quasi alle mani dopo una partita giocata con scarso impegno, va con il dito puntato contro Dacourt al termine di una gara contro l’Inter, esclude Panucci dalla lista Uefa per motivi disciplinari e contro l’Arsenal gioca titolare Diamoutene, arrivato a gennaio in prestito dal Lecce. Nell’estate del 2008 Spalletti si dimette: la squadra non funziona, il rapporto con la società si è incrinato, litiga con Pradè. Qualcuno sussurra che fosse già d’accordo con lo Zenit di San Pietroburgo. Quando torna, a gennaio del 2016, è un’altra persona. Più distaccato con il gruppo e subito iniziano le prime crepe con Totti. Lo accusa di essere andato a prendere personalmente con la macchina Ranieri, quasi a voler alludere che il capitano avesse favorito nel 2009 il cambio in panchina. Quella Roma arriva terza e fa il record di punti. Valorizza El Shaarawy, arrivato da un periodo buio al Monaco, ed esalta Perotti, con il quale però litiga in una trasferta a Crotone. Anche quella è una Roma bellissima, ma tutto finisce (male) il 28 maggio 2017, con l’addio di Francesco Totti. E di Spalletti.

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