Siviglia-Roma, la notte da incubo di Mancini
SIVIGLIA ROMA MANCINI – Quella di Budapest è stata forse la partita più complessa dal punto di vista emotivo della carriera di Gianluca Mancini. Il difensore giallorosso ha prima insaccato nella propria porta il gol che ha regalato il pareggio al Siviglia e poi fallito il calcio di rigore nella lotteria finale.
Mancini, dalla gioia allo sconforto in pochi minuti
Il calcio dà e il calcio toglie, scrive l’edizione odierna del Corriere Della Sera. Così capita che nel giro di pochi minuti si puoi passare da eroe a ‘villain’. Mancini, 27 anni, contratto con la Roma fino al 2027, 9 presenze in Nazionale, se ne è accorto mercoledì sera nella maniera più crudele. Al 35′ era eroe, con la deliziosa verticalizzazione che ha mandato in porta Dybala. Un assist vero, confezionato con piedi da centrocampista. Nella ripresa, invece, sono iniziati i problemi del ‘villain’.
Ammonizione al 48′, da gestire poi per tanti minuti: un problema per un difensore propenso al cartellino giallo. Al 55′ l’autogol che ha permesso agli andalusi di pareggiare. Un cross teso dalla fascia destra, con Spinazzola spettatore non pagante; Smalling ad ‘impallare’ un po’ la visione e El-Nesyri che pressa alle spalle. Poi, scelta sbagliata di Mourinho, il secondo posto nella lista dei rigoristi per la lotteria finale. Un tiro centrale, da difensore poco abituato ai penalty.
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