De Pauli a RN: “Siviglia il Real dell’Europa League, ma la Roma se la gioca alla pari. Attenzione a…”
In vista della finale di Europa League tra Siviglia e Roma, Andrea De Pauli, giornalista esperto di calcio spagnolo, ha rilasciato un'intervista alla redazione di Romanews.eu concentrandosi su qualità e difetti dell'avversaria dei giallorossi a Budapest
Foto Profilo Linkedin Andrea De Pauli

SIVIGLIA ROMA DE PAULI – È scattato il countdown che porterà Siviglia e Roma sfidarsi faccia a faccia nella finale di Europa League, in programma 31 maggio. Alla Puskas Arena di Budapest le due squadre, entrambe reduci da una stagione complicata nei rispettivi campionati, sognano di alzare la coppa sotto il cielo ungherese. Da un lato la compagine giallorossa capitanata dallo Special One, mentre dall’altra parte il club andaluso che ha creato una vera e propria simbiosi con la competizione.
Per approfondire ancora di più l’avversaria della Roma, la redazione di Romanews.eu si è rivolta ad Andrea De Pauli, corrispondente da Spagna e Portogallo per il Corriere dello Sport: dall’analisi del duello tra Mourinho e Mendilibar fino ai calciatori più temuti.
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Siviglia-Roma, le parole di De Pauli
Come arriva il Siviglia a questa partita? La sensazione è che il club andaluso abbia vissuto tre stagioni in una: dal rischio retrocessione alla finale di Europa League…
“Si, è stata una stagione molto particolare e tormentata. Ricordiamo che il Siviglia arriva in questa finale con il terzo allenatore perché aveva iniziato la stagione con Lopetegui, un giocatore come Isco al centro del progetto. Ma la cosa non ha funzionato. Dopo poche giornate è arrivato il cambio in panchina con Sampaoli che, se possibile, ha fatto ancora più confusione.”
“Poi, a partire da metà marzo, è arrivata una persona seria e pragmatica come Luis Mendilibar. È un tecnico basco molto razionale. Qua si dice che praticamente ha trovato la casa con il water che era in salotto e il divano in cucina (ride, ndr), e invece lui ha rimesso le cose a posto.”
Quest’anno la Roma ha già affrontato in Europa altre due squadre spagnole come Betis e Real Sociedad, che differenza ‘c’è rispetto al Siviglia?
“Ovviamente ognuna di queste squadre ha le sue qualità e tutte avevano molto talento. Nella Real Sociedad ci sono David Silva e Kubo, nel Betis spiccano Canales e Fekir. Il Siviglia è una squadra molto completa ed equilibrata dove c’è tanto talento. Secondo me, un allenatore esperto come Mourinho, avendo il vantaggio di sapere quasi chiaramente quale sarà l’avversaria che affronterà nome per nome, potrebbe guadagnarci.”
“Io penso che se non succedono cose strane, l’undici che giocherà la finale di Budapest è già abbastanza chiaro: ci sarà Bono, che è diventato portiere inamovibile di coppa, sappiamo che ci sarà lui a difendere la porta. Attenzione perché è molto bravo anche con i rigori, per cui una buona idea sarebbe concludere la partita prima. Anche il quartetto difensivo è già chiaro: dovrebbero esserci Navas con Gudelj, Badé e Telles.”
“Questa è una buona notizia perché vuol dire che non ci sarà Acuña che è un giocatore molto combattivo e con una grande personalità ma è stato parecchio ingenuo contro la Juventus facendosi espellere nel finale per perdita di tempo. Ricorso? Non ci sono grandi argomenti. È costume degli arbitri non dare la seconda ammonizione per perdita di tempo. Il problema è che l’olandese (Danny Makkelie, ndr) si era un poco perso e secondo me gli ha dato il giallo senza ricordarsi del primo. L’espulsione ci stava, mi pare impossibile da cancellare.”
Da un lato Mourinho non ha mai perso una finale, ma dall’altra parte il Siviglia sembra avere un rapporto mistico con questa competizione: quale fattore sarà più determinante?
“Conta il presente, però anche la storia può avere il suo peso. Mourinho ha questa serenità di essere un vinci-finali seriale, bravissimo a preparare le partite. Penso che siano pochi gli allenatori più bravi di lui in giro. Dall’altro lato c’è il Siviglia che è accompagnato da questa mistica del torneo. Se guardiamo bene, il club andaluso ha vinto una sola Liga nel 1945-1946, cinque Coppe del Re e il palmarès è arricchito soprattutto da queste sei vecchie Coppe Uefa che ha conquistato, fra l’altro, a partire dal nuovo millennio: la prima nel 2005-2006, fino ad arrivare all’ultima vinta contro l’Inter nella stagione del Covid.”
“Non hanno perso mai una finale, se le sono aggiudicate tutte. Questo è anche un elemento di continuità dato che del primo Siviglia, quello 2005-2006, c’era un giovanissimo Jesús Navas che adesso è padrone della fascia destra e ci sarà a Budapest. Dunque, porta anche l’esperienza diretta di questi trionfi.”
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In un’intervista Rakitic ha dichiarato che la squadra si è risollevata grazie alla schiettezza di mister Mendilibar: che tipo di allenatore si tratta?
“Visto dall’esterno Mendilibar sembra la classica brava persona che parla chiaro e non ha doppie facce. Si spiega in modo molto schietto con tutti. Anche nelle conferenze stampa: pane al pane, vino al vino senza grandi giri di parole. E poi ha un vantaggio. Lui sa dialogare bene con i senatori dello spogliatoio però parla molto bene anche con i giovani.”
“Ha avuto la fortunata circostanza di coincidere qualche anno fa nell’Eibar di Bryan Gil, uno sgusciante esterno offensivo molto giovane che era stato venduto al Tottenham un paio di stagioni fa e adesso è tornato alla base in prestito. Mendilibar a Siviglia ha riavuto tra le mani questo ragazzo e l’ha lanciato subito perché lo conosceva perfettamente. Anche lui è stato un valore aggiunto in squadra.”
Quanto può pesare un’eventuale assenza di Dybala?
“È un elemento differenziale importante. Dybala è quel giocatore che fa la differenza. Magari potrebbe fare come Suso contro la Juventus. Lo spagnolo non stava bene e poi si è inventato un gol con il suo sinistro spettacolare, qualità che condivide con Dybala, entrando a gara in corso. Di conseguenza, potrebbe essere utilizzato in questo modo.”
“Il Siviglia non ha grandi punti deboli, forse la zona in cui la Roma può colpire è quel settore sinistro dove ci sono Badè e Alex Telles terzino. Quest’ultimo è più diligente di Acuña, ma probabilmente ha meno personalità e il suo peso in campo non si sente come quello dell’argentino. Magari Dybala, a gara in corso, partendo dal suo settore preferito tra la linea delle mezze punte, spostato lievemente a destra per rientrare con il mancino, potrebbe fare male proprio lì.”
Tra le fila del Siviglia ci sono tanti ex Serie A come Suso, Lamela e Papu Gomez. Quali sono i giocatori che i giallorossi devono temere di più in vista della finale?
“C’è un po’ di tutto. Abbiamo Ocampos, un altro ex Genoa e Milan come Suso, che è arrivato di ritorno dopo l’esperienza all’Ajax. Adesso è rientrato molto bene e immagino sarà titolare. C’è Oliver Torres, giocatore molto particolare, quasi da calcetto o football sala, che muove molto bene il gioco.”
“Attenzione a En-Nesyri. Alla fine, è stato lui, insieme al portiere, l’artefice del miracolo Marocco in Qatar. È un giocatore cresciuto moltissimo dopo il Mondiale, basti evidenziare che prima del torneo non aveva segnato nessun gol in Liga e dopo ne ha fatti otto, sommati anche ai quattro di Europa League. Si tratta di un terminale offensivo chiaro e fortissimo sulle palle alte, la Roma dovrà prestare massima attenzione anche se ha le armi per contrastarlo. A mio avviso, il centravanti marocchino ha fatto il salto di qualità dopo il Mondiale.”
Siviglia-Roma è anche la grande sfida del direttore Monchi…
“Assolutamente sì. È una persona che si fa coinvolgere in modo viscerale. Prima che dirigente del Siviglia, lui è soprattutto un grandissimo tifoso. A Roma l’avventura è stata un po’ controversa, non è riuscito a fare pienamente quello che avrebbe voluto. È tornato a Siviglia e ha avuto più libertà, però la mia sensazione è che, per esempio, nella scelta di Sampaoli non abbia avuto voce in capitolo.”
“Il suo uomo era Mendilibar, alla fine l’ha avuta vinta lui e come spesso accade ha avuto ragione. Considerando l’inizio di stagione, per Monchi sarebbe un mezzo miracolo chiudere un’altra annata con l’ennesimo trionfo europeo. Chiaramente non è facile e soffrirà dal momento che gioca fra presente e passato. Sarà una notte di grande sofferenza per lui, comunque finisca.”
Pronostico per la finale: chi vede favorito?
“Io vedo un enorme equilibrio, è complicatissimo fare una previsione. Per storia si può dire che il Siviglia è un po’ il Real Madrid dell’Europa League, però i Blancos quest’anno sono usciti anzitempo dalla Champions quindi c’è speranza. È un 50/50. Sarebbe bello se la Roma vincesse perché certificherebbe il cammino: conquistare la Conference, guadagnarsi l’Europa League e vincerla poi l’anno seguente per qualificarsi in Champions. Penso che il cerchio si chiuderebbe in modo meraviglioso.”
Marco Guerriero