Siviglia-Roma, l’analisi tattica: i giallorossi concedono il possesso ma hanno le occasioni migliori

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SIVIGLIA ROMA ANALISI TATTICA – L’attesa di confermarsi europea, certificata e definita da questo suo passaggio, la gara più lunga di sempre, che rimane nella Storia come la fama di vincente di José Mourinho, contro le 6 Europa League consecutive del Siviglia, sono questi gli ingredienti per cucinare un Siviglia–Roma di fine Maggio che vede ancora una volta i calci di rigore negare la gioia massima ad una Roma generosissima e predisposta a grattare fino alla fine ogni energia fisica ed emotiva. Di seguito l’analisi tattica della finale.

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO 

Mourinho recupera tutti per la gara più importante per il futuro suo e della Roma, con i 3 centrali Mancini, Smalling, Ibanez davanti a Rui Patricio, mentre nei quinti c’è Spinazzola, e Celik che vince il ballottaggio con Zalewski. In mediana Cristante e Matic, con Pellegrini a dare equilibrio alle spalle delle due punte Abraham e Dybala.

Mendilabar è davanti alla sua Storia, e se la gioca coperto, rinunciando al talento per un undici iniziale più pratico, con Bounou tra i pali, Badè e Gudelj centrali, con Navas e Telles terzini a trazione anteriore. In mediana ci sono Fernando e Rakitic, con le 3 mezzepunte Ocampos, Torres, Gil alle spalle di EnNesyri.

PRIMO TEMPO

In un primo tempo dove raramente i ritmi si alzano, nella disposizione iniziale in campo la Roma deve lavorare subito sulla criticità principale della gara, quando gli uomini di Mendilibar vanno al cambio di gioco sulla punta esterna alta, che riceve subito la sovrapposizione del terzino di riferimento, diventando importante scivolare bene sulle catene esterne per non subire il 2 contro 1 sui quinti.

La Roma non si chiude mai, e per tutta la gara risponde colpo su colpo, buona gestione del possesso, ben scaglionati e mobili, bene la disponibilità nel dare le linee di passaggio, e anche i cambi di gioco sono presenti. Buono il movimento negli spazi alle spalle dei mediani spagnoli per obbligarli a scivolare in ritardo esternamente, con le punte esterne andaluse notoriamente pigre, e che comunque obbligandone il ripiegamento costante induce una perdita di lucidità poi in fase di possesso.

La Roma è molto pratica, bene il palleggio ,avanti/indietro/avanti che toglie tempi di pressing decisivi al Siviglia, così come quando va con palla alta accorcia bene sulla seconda palla, mentre i 2 mediani spagnoli non sono molto reattivi ad accorciare.

Così come con palla alzata davanti la Roma sfruttando i mediani pigri avversari può anche sfruttare il 2contro2 tra Dybala e Abraham e i 2 centrali che essendo in propulsione continua faticano a ripiegare e ricomporre subito sulla linea difensiva, che si vede in maniera evidente in occasione del vantaggio giallorosso, con il break di Cristante rifinito da Mancini, e concluso in maniera chirurgica da Dybala.

RIPRESA E SUPPLEMENTARI 

Si riparte con gli stessi 11 per Mourinho, mentre Mendilibar inserisce Suso e Lamela per Torres e Gil con una Roma che pur concedendo il possesso palla e la supremazia territoriale coglie le occasioni migliori. Il Siviglia raggiunge il pari solo con una sfortunata deviazione di Mancini, bravo nella diagonale difensiva ma sorpreso dalla traiettoria velenosa di Navas.

E la gara si appresta a svoltare verso la soluzione più sgradita per la Roma, con un Taylor irritante, un Wjinaldum impresentabile, e perché comincia a perdere via via i pezzi migliori, con Abraham, Dybala, Pellegrini, Matic, senza i quali si presenta impotente ai calci di rigore, un esito finale facilmente ipotizzabile a quel punto.

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