Sentite Ranieri «Messo l´elmetto non mi pongo più alcun limite»

18/01/2010 - 0:00

La Gazzetta dello Sport – La media di Ranieri resta altissima, un proverbio (o qualcosa che gli somiglia) a partita. Ieri: «Una volta che si pensa di essere arrivati, si corre il rischio di scendere da cavallo». Più che altro, di cadere. Comunque, per restare in sella, «dobbiamo continuare a spingere perché la lotta è serrata e le squadre in lizza per la zona Champions tante— ricorda l’allenatore —. E la vittoria bisogna sapersela sudare giorno dopo giorno». Del resto, nel trionfo dei modi di dire, bisogna metterci pure che «non abbiamo fatto nulla, il campionato è ancora lungo». Già, addirittura per Montali «il nostro campionato comincia oggi». No limits E, guarda un po’, propone subito la Juventus. Ranieri ha esaurito i sassolini e poi non vuole sparare sulla croce rossa, anche perché c’è sempre il rischio che il colpo resti in canna. «Sono concentrato solo sulla Roma— dice —, e poi sono tranquillo, mi fido dei numeri». Che raccontano di sette vittorie e tre pareggi nelle ultime dieci gare, zona Champions riagganciata, terzo posto, Juve sorpassata. «Impensabile solo pochi mesi fa», ammette Perrotta. Ranieri, invece, non ci trova nulla di strano. «Da quando ho infilato l’elmetto, non mi sono posto limiti».
Montali giura che sabato non proverà nulla di particolare, ma sogghigna quando dice «scavalcare la Juve era un nostro obiettivo». Il prossimo sarà restarle davanti. «Siamo solo all’inizio del progetto: vogliamo restare stabilmente al vertice», promette il dirigente. Precarietà Ranieri si sente un po’ più precario. «La nostra posizione non è stabile, c’è tanta concorrenza, ma se ci mettiamo questa passione possiamo arrivare in alto. La squadra è matura, ma ripeto: ogni partita è un esame per noi». Bè, comunque la Roma è cambiata da così a così. E ricomincia pure a giocare al calcio. «All’inizio dissi di dimenticarci del bel gioco perché non volevo che la squadra restasse prigioniera del sistema Spalletti. Ora siamo tornati a divertirci». Baptista e Menez ieri si sono divertiti poco, quel cambio al 90’… A proposito di precari, Pradè su Baptista: «A noi Julio piace, se l’Inter lo vuole lo deve pagare. Sennò, resta». Chiarissimo.

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