• Sedici, Florenzi: “Per me De Rossi è il simbolo del tifoso dentro al campo”. Dzeko: “Daniele come giocatore non si discute”

    Redazione RN
    26/05/2019 - 8:05

    Sedici, Florenzi: “Per me De Rossi è il simbolo del tifoso dentro al campo”. Dzeko: “Daniele come giocatore non si discute”

    SEDICI DE ROSSI ROMA TV – La storia d’amore tra la Roma e Daniele De Rossi volgerà al termine oggi, dopo diciotto anni insieme. Roma Tv ha voluto celebrare questo momento speciale, trasmettendo “Sedici”, il racconto della storia del numero 16 giallorosso visto dagli occhi di alcuni dei suoi compagni di squadra come Totti, Florenzi e Dzeko.

    Florenzi: “Per me Daniele è il simbolo del tifoso dentro al campo. De Rossi è un campione per quello che sa trasmettere in campo e fuori, per come ti fa sentire a tuo agio. Oltre a essere un grande uomo è anche un grande calciatore. Per come la vedo io, lui era capitano anche quando c’era Francesco. Non serve neanche che lui parli a volte. La Roma per Daniele è come una mamma o un papà, può essere messo in quell’ambito. Anche lui lo ha detto, il suo amore per la Roma è viscerale e non finirà”.

    Dzeko: “Un campione deve essere una persona per bene anche fuori dal campo, devi lavorare sempre più per arrivare a certi livelli. Poi quando arrivi non è facile rimanere lì e Daniele ci è rimasto. Peccato che non ha potuto vincere di più, ma ha vinto un Mondiale. Mi ricordo quando Mancini era al City che lo voleva a tutti i costi, anche noi chiedevamo se sarebbe venuto o no. Daniele come giocatore non si discute. Non solo era fortissimo ma vedeva tutto prima di tutti. E’ una cosa che si può imparare ma lui questa cosa ce l’ha, ai giovani dico sempre: ‘Guardate Daniele, così si gioca a calcio’. Daniele è stato importante per me sia dentro sia fuori dal campo, non lo vedo come un compagno di squadra, ma come un fratello. Non era facile tirare il rigore col Barcellona, un vero capitano lo tira. In un mio primo gol contro la Juve ho sentito qualcosa di diverso, anche per quello sono andato sotto la curva, era come un “Mamma mia quest’anno possiamo vincere, grazie a Dio”, era come un bambino, era così. Poi così non è stato, ma la sua faccia diceva tutto. E’ rimasto qui per tutta la carriera, questo dice tutto”.

    Pellegrini: “Lui cerca sempre di consigliarmi, aiutarmi. Mi vede come un fratello”.

    Aquilani: “Dall’essere un giocatore normale è diventato un giocatore incredibile. E’ stato spostato in un altro ruolo, perché prima era attaccante e da lì ha avuto un’evoluzione straordinaria. Con Daniele abbiamo fatto tutto, eravamo giovanissimi, c’era Capello ed eravamo proiettati in una squadra pazzesca. Daniele prima del derby è una persona, prima della partita col Chievo è un’altra persona”.

    Kolarov: “Un campione assoluto.L’ho conosciuto prima da avversario, condividevamo lo stesso procuratore e siamo sempre stati in contatto. Per me in campo è molto importante, anche quando sbagliamo lui c’è sempre. Difensivamente è troppo intelligente e mette la palla sempre ai giri giusti, quando c’è lui in campo io sono tranquillo. Mi ha fatto sentire subito a casa, dal primo giorno sono diventato subito molto amico con lui. Sicuramente lo vedrò moltissimo anche dopo, rimane un pezzo importante della mia vita, sia lui sia la sua famiglia. Sentivamo che potevamo ribaltare la partita col Barcellona, ma mi ricordo che tutta la settimana eravamo molto carichi. Soprattutto lui, come vive la partita lui non la vive nessuno, eravamo convinti che sarebbe andata così. Anche sul rigore eravamo tranquillissimi A Bergamo, nella mia prima partita mi sono chiesto guardandolo negli occhi come facesse ad essere così carico a 34 anni. Lui era quello che determinava sempre su queste cose”.

    Candela: “Capello è stato fondamentale per Daniele. E’ il mio allenatore, gli ha dato tanto. C’è stato subito un bel feeling tra me e Daniele. Quando uscivamo tutti insieme lui stava comunque con noi. Già faceva parte del gruppo subito al primo anno. Daniele è prima di tutto un grande uomo e poi un grande campione. E’ l’intelligenza che fa la differenza tra un giocatore di Serie A e un campione del Mondo. Quella è la sua più grande capacità e forza”.

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