Scarpellini:´Ho proposto il terreno alla Sensi per darle una mano´

05/10/2009 - 0:00

CORRIERE ECONOMIA – “Avevo questo terreno e l’ho proposto a Rosella Sensi perche’ mi piace questa ragazza che si da’ da fare e che viene da una famiglia che ha buttato sangue per farci divertire con la Roma. Ho voluto darle una mano”.  Sergio Scarpellini, 72 anni di cui 60 passati lavorando, è ecumenico. Dice che la saggezza avanza con l’età, che non ha concorrenti fra i costruttori e che il nuovo stadio della Roma si farà a casa sua grazie a un cordatone di colleghi uniti dalla passione giallorossa. Secondo lui c’è posto per tutti i big, dai Caltagirone ai Toti agli Angelucci ai MArchini. Sono esclusi soltanto i Mezzaroma, già impegnati con l’impianto della Lazio di CLaudio Lotito. L’area della Monachina (zona Aurelia), dove dovrà sorgere il nuovo stadio, è in portafoglio alla Torre San Michele, società dell’Immobilfin, la holding di Scarpellini. Il costruttore spiega al Corriere Economia che ci sarà una permuta fra il suo terreno agricolo vicino al Grande Raccordo Anulare (l’anello di tangenziali della capitale) e il migliore asset immobiliare rimasto in mano all’Italpetroli dei Sensi, vale a dire la Cittadella dello Sport di Torrevecchia. Alla fine, lo stadio sarà costruito dagli stessi componenti della cordata e inserito nel patrimonio dell’As Roma. Questo equivale a dire che, se l’operazione Monachina andrà a buon fine, il club giallorosso passerà di mano con i titoli della controllante Roma 2000 in cambio dell’impianto. Come voleva Mediobanca, nella veste di consulente di Italpetroli, il club romanista rimarrà ai romani con un ruolo per Rosella Sensi. Tributaristi e commercialisti sono al lavoro per vedere le lo scambio tra Torrevecchia e Torre San Michele avverrà con o senza conguaglio di contanti. E naturalmente peserà il parere della Regione Lazio e del COmune guidato da Gianni Alemanno in materia di permessi e cubature. Al capitolo finanziamenti, oltre all’investimento privato potrebbero aggiungersi facilitazioni particolari legate alla legge bipartisan sui nuovi stadi in discussione alle Camere. Scarpellini è soddisfatto. “Diamo una svegliata a ‘sto mercato”, proclama. I tre settori del gruppo (immobiliare-edilizio, ristorazione e servizi di pulizia) marciano piuttosto bene. Pur essendo considerato da alcuni un palazzinaro rosso, il più grande affare della vita Scarpellini lo ha fatto grazie al decreto anticrisi del governo Berlusconi. Alla fine del 2008 il costruttore ha potuto rivalutare terreni e fabbricati per 734 milioni al netto dei 20 milioni di imposta. Il patrimonio netto della subholding operativa Milano 90 (“L’ho chiamata così perchè a Milano hanno una marcia in più”, dice il costruttore romano che ha finanziato anche la Lega) è schizzato da 55,7 milioni a 790,4 milioni con immobilizzazioni materiali per 1,24 miliardi di lire, 1,4 miliardi di attivo netto e 117 mila metri quadrati di soli immobili commerciali. Il rafforzamento del valore degli asset è una mano santa per una posizione finanziaria netta in negativo per 470,8 milioni con 31,8 milioni di euro di oneri finanziari che impiombano il bilancio. Il grosso dell’esposizione è verso i tedeschi di Aareal, l’ex Depfa che vanta 339 milioni di mutui ipotecari. Il creditore numero due, con 83 milioni di euro, è lo stesso di Italpetroli, ossia Unicredit attraverso l’eredità delle incorporate Banca di Roma e Mcc. I ricavi, rispetto al patrimonio sono modesti: circa 100 milioni per Immobilfin di cui 79 dalla sola Milano 90. Il grosso arriva dal rendimento di immobili occupati da Camera, Senato, Tar, COnsiglio di Stato e altri enti pubblici. I canoni sono spesso stati contestati per l’ammontare e la durata. Spiccano nell’elenco delle attività i 107.459 pasti annui serviti fra il ristorante di palazzo Marino (deputati) e quello del terrazzo di San MAcuto (senatori). Ha invece subito una battuta d’arresto il progetto della Romanina, una delle 18 centralità del piano regolatore della capitale. Babcock, il socio australiano al 50%, ha dichiarato fallimento schiacciato da 3 miliardi di dollari di debiti. “Andremo avanti da soli”, dice Scarpellini che, per gradi, sta inserendo nei ranghi aziendali i quattro figli maschi. I primi due, Andrea ed Emanuele già lavorano nel gruppo in Italia. Andrea, 47 anni, è l’animatore della Nuova Sbarra, scuderia di trotto e galoppo quotata ma in pesante perdita (4,2 milioni di rosso contro 1 milione di ricavi). Il terzo figlio, Riccardo, è stato mandato a farsi le ossa nell’immobiliare in Sudafrica, nei sobborghi di lusso di CAptown. La sua Dormell Properties 391 annuncia la disponibilità di 13 piani di immobili “ideal for government institutes”. Giusto per non perdere l’abitudine.

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