Sassuolo-Roma, l’analisi tattica: difficoltà di palleggio nel primo tempo, ma fanno tutto i giallorossi

Redazione RN
14/02/2022 - 8:02

Foto Tedeschi
Sassuolo-Roma, l’analisi tattica: difficoltà di palleggio nel primo tempo, ma fanno tutto i giallorossi

SASSUOLO ROMA ANALISI TATTICA – Sotto lo spicchio dei suoi encomiabili tifosi, plana dalla bandierina il tracciante arcuato dal piede destro di Veretout, Cristante deve metterci solo la testa, e la Roma rimedia all’ultimo respiro quella che sarebbe diventata la decima sconfitta su 25 gare di campionato; un ruolino di marcia stagionale largamente deludente, dove sembra che nessun limite si ponga nel volgere in negativo a una squadra sempre alla disperata ricerca della sua identità, troppo spesso in balia degli eventi, e mai convinta nel suo esprimere un calcio farraginoso, approssimativo, confusionario; da Sassuolo arrivano messaggi e indicazioni sempre più discordanti, per non dire preoccupanti, di un progetto sempre di più rivolto ad una navigazione a vista e ad una evidente mancanza di aspetti prioritari, come il temperamento e la determinazione, veri assenti di questa prima versione in giallorosso del tecnico più decorato del panorama europeo.

MODULI E SVULUPPI DI GIOCO

A sorpresa Mourinho, nonostante l’indisponibilità di Ibanez, conferma il 3-5-2, davanti a Rui Patricio, con Kumbulla e Mancini braccetti, Smalling al centro, Karsdorp e Vina quinti propositivi; in mezzo al campo il terzetto composto da Sergio Oliveira, Pellegrini e Mkhitaryan cerca di produrre gioco e innescare l’attacco guizzante composto da Abraham e Felix; per il rampante Dionisi un 4-3-2-1 con Ferrari e Chiriches centrali davanti a Consigli, Muldur e Kyriakopulous esterni, mentre in mezzo Maxime Lopez detta i tempi, con Frattesi e Enrique mezzali; davanti ci sono le due punte esterne a piede invertito Berardi e Traore.

PRIMO TEMPO FRENETICO MA POCO QUALITATIVO

Con un atteggiamento che porta entrambe a scalare molto in avanti sulla costruzione dal basso avversaria, sui riferimenti frontali, e con molta frenesia e animi accesi, poco ragionamento negli sviluppi di un gioco più istintivo per i giallorossi, e giusto poco più per gli emiliani, appare chiaro da subito come possano essere episodici e casuali le situazioni che potrebbero decidere la gara, le palle sporche o le mischie; la Roma con Pellegrini, Sergio Oliveira, Mkhitaryan attua una rotazione dei 3 centrocampisti che a turno fanno gioco, una modalità molto simile nella Roma del primo Garcia, ma che non sortisce granché, vista la poca pericolosità, se si eccettua una fuga di Felix che davanti a Consigli manca della lucidità necessaria; la Roma punge poco, ma il Sassuolo non è altrettanto pericoloso, se non quando i giallorossi perdono campo arretrando e schiacciandosi troppo dentro area con 8 giocatori; così come sugli esterni ogni volta che i quinti (Vina e Karsdorp) escono alti sui terzini neroverdi, si vengono abbiamo pericolosi 1 contro 1 con velocità di Kumbulla e Mancini che e inferiore a quella di Berardi e Traore; c è ancora poco raccordo intorno a Abraham, Chiriches e Ferrari se lo gestiscono a turno, uno uscendo forte, e l’altro coprendo ; Pellegrini e Sergio Oliveira sono poco sollecitati e troppo approssimativi, finiscono per non incidere sul palleggio, con il solo Mkhitaryan che strappa dentro al campo creando presupposti spesso vanificati da letture prevedibili, quanto errate, nonostante tutto la Roma chiude il tempo in vantaggio, avanti per un calcio di rigore trasformato da Abraham.

 RIPRESA PIU VIVACE,MA FA TUTTO LA ROMA

Si riparte con Il Sassuolo che non sbaglia il rientro, mentre la Roma è ancora una volta sorpresa dalla reattività del’ avversario, e la preoccupazione per i duelli impari nel corridoio tra quinti e braccetti si materializza dopo pochi minuti, quando Traore’ viene innescato dietro a Karsdorp e sulla corsa con Mancini, con Smalling che deve uscire, ma è solo grazie ad un errore clamoroso di Rui Patricio che il pallone carambola in rete beffardo; il Sassuolo è rientrato bene, supremazia territoriale e possesso, mentre la Roma riparte, ma deve necessariamente gestire meglio tali ripartenze, perché quello che riesce a prepararsi attraverso una uscita agevole, viene vanificato dai troppi errori gratuiti  di gestione palla, con alcune rifiniture sbagliate proprio dal giocatore che risalta di più nel suo repertorio per tale fondamentale, Pellegrini; Dionisi ha dato una mentalità estremamente sfrontata al suo Sassuolo, che per larghi tratti non dimostra equilibrio, prestando sistematicamente il fianco alle ripartenze (gestite male come detto) giallorosse, e con Harraoui per Henrique prova a vincerla con più qualità e meno sostanza, concedendo ancora più spazi alla Roma; Mourinho varia le caratteristiche dei suoi, ma non il modulo e gli sviluppi, con Cristante e Shomurodov per Sergio Oliveira e Felix, ma è Dionisi a trovarsi in vantaggio, con Traore’ che sorprende un approssimativo Karsdorp (forse la sua peggiore prestazione stagionale, non pervenuto in fase offensiva, poco applicato in quella difensiva), e senza tirare in porta si ritrova a metà ripresa in vantaggio; Mourinho rimescola nuovamente le carte, con Maitland-Niles e Veretout per Vina e Mancini, virando in un 4-3-1-2 approssimativo; il Sassuolo perde Ferrari per doppio giallo, con Dionisi che passa al 4-3-2 con Tressoldi per Defrel, Ayihan per Frattesi, mentre sulla sponda giallorossa entra Carles Perez per Karsdorp, in un ancora più rabberciato 3-3-4,che riesce solo a produrre la possibilità di calci dalla bandierina; il Sassuolo si difende, escono Berardi e Defrel, per Ruan e Ceide, e quando Cristante svetta impattando il risultato, la sensazione dell’ennesima occasione persa rimane nell’aria palpabile.

Maurizio Rafaiani

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  1. Stavolta non e’ l’arbitro e allora ci si mette il portiere.
    La fatica della Roma sta nei mezzi protagonisti.
    Karsdorp io non lo vedo difensore, non lo vedo esterno d’attacco. Ha sofferto per infortuni, ma ora sta bene e se questo e’ il Karsdorp definitivo, allora e’ una buona riserva.
    Mancini: non capisce il calcio. E’ spesso fuori posizione, sbraccia in continuazione, sbaglia posizionamento, lancia male…horror.
    Pellegrini: il solito. bravo ma inconstante. e ieri nullo.
    Ed e’ li’ che abbiamo perso: papera del portiere, papera di Karsdorp/Mancini

    L’ingresso di Cristante e Veretout e’ stato incisivo come non mai, avevano il fuoco negli occhi e mi ha fatto piacere.

    Perez no…

    Io punterei un po’ di piu’ su Eldor, e’ vero che Felix e’ (era) imprevedibile, ma ora lo conoscono e gli prendono facilmente le misure, poiche’ si allunga sempre il pallone.

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