17 Febbraio 2023

Salisburgo-Roma, l’analisi tattica: giallorossi in controllo durante la partita ma manca il gol

L'analisi tattica di Salisburgo-Roma, match di andata dei playoff di Europa League

Foto Tedeschi

SALISBURGO ROMA EUROPA LEAGUE ANALISI TATTICA – Agli spareggi di Europa League la Roma si presenta con consapevolezza e convinzione, ma deve rimandare tutto alla gara di ritorno, dove servirà una prestazione più cinica, e soprattutto la presenza di Dybala, uscito acciaccato; un Salisburgo rivelatosi prevedibile e meno impattante del previsto, soprattutto nel lungo termine della gara, che ha sfruttato al massimo l’unica occasione limpida accaduta nell’arco dei 90 minuti. Di seguito l’analisi tattica.

SALISBURGO-ROMA, MODULI E SVILUPPI DI GIOCO

Mourinho sceglie come a Lecce la migliore qualità a disposizione nella rosa, con gli stessi 11 del Via del Mare, con Mancini, Smalling, Ibanez, davanti a Rui Patricio, Zalewski ed El Shaarawy esterni, Matic e Cristante in mediana ,con Pellegrini e Dybala trequartisti alle spalle di Abraham; per il rampante Jaissle un 4-3-1-2 con un centrocampo a rombo, dove Gourna è il vertice basso che detta i tempi, mentre Susic il vertice alto alle spalle delle punte Okafor e Fernando; le mezzali da inserimento sono Capaldo e Seiwald, mentre il quartetto difensivo davanti a Kohn è composto dai centrali Pavlovic e Solet, con Dedic e Ulmer terzini.

PRIMO TEMPO DI SUPREMAZIA STERILE AUSTRIACA, LA ROMA CONTROLLA SENZA AFFANNI

Il Salisburgo ha un impatto sulla gara più brillante sin dai primi minuti, scala molto in avanti sui riferimenti giallorossi, gli austriaci sono tra gli esponenti europei più legati al GegenPressing di Kloppiana memoria, con un organizzazione e coordinazione però molto scolastica, che la Roma dimostra di non soffrire; aldilà di una supremazia territoriale anche marcata nella prima mezz’ora, i giallorossi concedono veramente poco o nulla comunque nei primi 45 minuti di gara se non la conclusione velleitaria dalla distanza, specie da parte delle mezzali Capaldo e Seiwald.

Nonostante il Salisburgo sia più dentro al campo, la Roma ogni volta che supera la prima pressione trova respiro su Abraham e sui quinti Zalewsky ed El Shaarawy (raggiunti anche coi cambi di gioco), con l’inglese che confeziona una palla gol clamorosa contenuta dall’intervento decisivo di Kohn; con Dybala soffocato dalla morsa del pressing e Pellegrini non ancora al meglio, non c’è fluidità e continuità nella fase di possesso giallorossa, così come la gara è spezzettata, entrambe le squadre molto fallose, e con i calci piazzati che diventano opportunità da sfruttare dentro una gara molto bloccata e dalle poche emozioni.

RIPRESA DI REAZIONE GIALLOROSSA, AUTOREVOLE, MA SFORTUNATA

Al rientro non c è Dybala, fuori per un risentimento muscolare, che pur non avendo inciso nella prima frazione di gioco rimane sempre l’unico giocatore in grado di spostare equilibri; ma i giallorossi dimostrano una maturità e determinazione importanti come segnale di reazione all’uscita del proprio leader tecnico, sostituito da El Shaarawy in compiti e posizione, e da Celik di fatto, che si posiziona a destra facendo traslocare Zakewski sulla preferenziale di sinistra; gli sviluppi di gioco giallorossi sono ora più fluidi, con gli esterni molto sollecitati nell’uscita e possibilità di fare salire la squadra, con Cristante molto presente nella costruzione.

Il Salisburgo, come nel primo tempo, manda il terzino di riferimento zona palla in ampiezza, con il quinto giallorosso che va a prenderlo liberando il corridoio centrale dove viene cercata la linea di passaggio alla punta che riceve la collaborazione per la combinazione da parte della mezzala; ma gli scivolamenti giallorossi in zona palla sono sempre corretti e ancora una volta il Salisburgo non punge, mentre i giallorossi prendono quota, campo, e conquistano ulteriori palle inattive, sulla cui pericolosità conclamata ci sono dapprima un palo clamoroso di Cristante, ed una ancora più clamorosa parata di istinto di Kohn, che con l’aiuto della traversa inferiore ricaccia in gola a Belotti (su sponda di Smalling) e compagni un gol meritato

Adamu per Fernando è la prima mossa di Jaissle, ma la Roma ha spostato supremazia e possesso a suo favore, con l’ultimo quarto di gara che meriterebbe il risultato favorevole ai giallorossi, che nel frattempo avevano sostituito Pellegrini e Abraham con Wijnaldum e appunto Belotti; Jaissle prova a dare peso alla sua fase difensiva, con Gliuck e Koita per Susic e Okafor, sempre più in affanno, con Pavlovic ammonito(era diffidato, assenza pesante nella gara di ritorno) e il vantaggio giallorossi che sembra sempre più imminente; ma come spesso accade a questa Roma di Mourinho, le trasferte europee riescono troppo spesso indigeste, e al penultimo giro di lancette regolamentari Capaldo sorprende Matic con un inserimento a centro area col quale batte Rui Patricio regalando ai suoi una vittoria fino a quel punto non prevedibile.

Maurizio Rafaiani

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1 commento

  1. mario rossi ha detto:

    Sconfitta scandalosa.