Roma, tra campo e bilanci. A Budapest ci si gioca il tutto per tutto

Valerio Bottini
25/05/2023 - 7:11

La finale di Europa League contro il Siviglia rappresenterà uno spartiacque per i giallorossi, sia dal punto di vista sportivo che economico. In palio ci sono trofeo ed introiti Champions

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Roma, tra campo e bilanci. A Budapest ci si gioca il tutto per tutto

ROMA FINALE EUROPA LEAGUE – Il 31 maggio a Budapest la Roma si gioca la sua stagione ed un pezzo di storia recente. La finale di Europa League contro il Siviglia può rappresentare l’appuntamento con la leggenda, con la possibilità di conquistare una coppa europea per il secondo anno di fila, cosa mai accaduta nei 93 anni del club. Non solo, perché un eventuale successo significherebbe qualificazione alla prossima Champions League, con tutti i risvolti economici del caso.

Siviglia – Roma è lo spartiacque giallorosso

O tutto o niente, scrive senza giri di parole La Gazzetta dello Sport. In un momento di euforia totale in casa giallorossa, il grande paradosso è proprio questo. Vincendo l’Europa League la Roma sarebbe in paradiso, perdendo la finale del 31 maggio rischierebbe invece di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano. È evidente come Mourinho abbia lasciato il segno soprattutto in Europa, dove in due anni è riuscito a portare la squadra entrambe le volte in finale Nella corsa breve, quella europea, la Roma ha avuto un rendimento eccezionale, che nessuno si sarebbe potuto immaginare all’inizio dell’avventura di Mou nella Capitale.

Stessa cosa non può dirsi per il rendimento in campionato, dove la Roma lo scorso anno ha chiuso al sesto posto e dove rischia di ripetersi anche in questa stagione. Insomma, un cammino deludente per una squadra che ha il terzo monte-ingaggi della Serie A (89 milioni lordi). Anche se poi quel rendimento è stato anestetizzato dalla vittoria in Conference e lo stesso potrebbe succedere quest’anno con l’Europa League. In campionato, però, Mou ha raccolto 63 punti lo scorso anno e 60 finora in quello attuale. E per capire quanto sia stato al di sotto delle attese basti pensare che il suo predecessore, Paulo Fonseca, chiuse la sua prima stagione a 70, girando nella seconda a 62.

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  1. In campionato pesano anche, purtroppo, evidenti errori arbitrali. Due pesi e due misure utilizzati soprattutto nell’intervento del VAR in alcune circostanze che ci penalizzano mica poco… ma tanto la classe arbitrale italiana e la migliore al mondo: incorruttibile, non si piega alle logiche di potere, senza macchia! La colpa è solo di Mou che non capisce nulla di calcio…

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