Roma suicida all’Olimpico, le mani e le storie tese
Clamoroso il successo della Cremonese, che batte la Roma 2-1 all'Olimpico e accede alla semifinale di Coppa Italia. Giallorossi in confusione e distratti.
Foto Tedeschi

Seconda sconfitta consecutiva per la Roma, dopo il ko esterno in casa del Napoli. Ma l’esclusione dalla Coppa Italia da parte di una meritevole Cremonese ha tutt’altro peso specifico. Sia per l’eliminazione da una competizione considerata alla vigilia il traguardo alla portata ma che ormai non riesce proprio più ad entrare nei radar giallorossi, sia per come è maturata la sconfitta al contrario della bella prova contro gli azzurri.
Suicidio sportivo
La Roma sbaglia l’approccio, gioca male, commette errori difensivi grossolani e decisivi e non riesce a costruire e a rendersi pericolosa. Mourinho ha voluto provare il turn over pesante con 6 cambi su 11, tra cui Kumbulla in difesa, Tahirovic a centrocampo, Volpato e Belotti in attacco, ma le cosiddette seconde linee non sono state all’altezza, hanno deluso le aspettative lasciando alla squadra di Ballardini il palcoscenico dell’Olimpico ancora sold-out. Complici anche le tante incertezze dell’arbitro Fabbri, la gara non è mai decollata dal punto di vista del ritmo e dell’intensità. E questo ha favorito senz’altro i grigiorossi. Ma la Roma non può che fare mea culpa per il suicidio sportivo di cui si è resa artefice.
LEGGI ANCHE
Mani e storie tese
Nella prima mezz’ora completamente a vuoto tra i giallorossi – lenti e prevedibili – non si salva nessuno. Poi arriva il gol di Dessers che la comitiva di Mou subisce come una mazzata. Non c’è reazione, anzi arriva il colpo del ko con l’intervento sbilenco di Celik che fa autogol per gli altri. Chissà cosa avrà pensato Wijnaldum, alla sua prima convocazione, infreddolito in panchina! Chissà cosa avrà pensato Zaniolo, fresco della mano tesa alla “famiglia della Roma” che certo non ha contribuito a far vivere giornate serene a Trigoria negli ultimi giorni di mercato. Mourinho ha bisogno ora di riordinare le idee, strigliare e ripartire. Troppo importante centrare l’obiettivo Champions, adesso più che mai. Serrare i ranghi e marciare uniti.
GSpin