Roma-Sassuolo, l’analisi tattica: il primo tempo suicida e i disastri di Fabbri
L'analisi tattica di Roma-Sassuolo (3-4), gara valevole per la 26a giornata di Serie A
Foto Tedeschi

ROMA SASSUOLO ANALISI TATTICA – Come le accade spesso in campionato quando c’è da agganciare posizioni di prestigio, la Roma fallisce l’ennesima occasione di issarsi oggi al secondo posto, dopo una gara tragicomica dentro la propria area, dove è accaduto di tutto, e dove il Sassuolo, anche grazie alla sua classifica tranquilla, non ha fatto nè più nè meno di prendersi tutto quello che i giallorossi le hanno regalato. A completare l’opera suicida un Fabbri, indisponente ogni qualvolta incontra la Roma sul suo cammino, che ha interpretato in modo discutibile, e sempre contrario ai giallorossi, ogni situazione decisionale.
MODULI E SVILUPPI DI GIOCO
Mourinho sostituisce, davanti a Rui Patricio, Mancini con Kumbulla ,Smalling al centro, con Ibanez che trasloca a destra, mentre i due quinti sono Zalewsky a destra e Spinazzola a sinistra. In mezzo vicino a Matic, al posto dello squalificato Cristante c’è Bove, mentre Wjinaldum ed ElShaarawy giostrano alle spalle di Abraham. Dionisi prosegue nel suo 4-3-3 sbarazzino e libero ormai da oneri grevi, con Ferrari e Tressoldi centrali davanti a Consigli ,con Togerio e Toljan terzini. In mezzo Lopes detta i tempi, con Frattesi ed Enrique mezzali, a supporto delle punte Pinamonti al centro e Laurente’ e Berardi esterni a piede invertito.
PRIMO TEMPO DEI GIALLOROSSI SUICIDA E PASSIVO DENTRO LA PROPRIA AREA
La gara ha un avvio molto veloce, con il Sassuolo che serra al centro, lasciando gli spazi esterni dove la Roma si distende, anche perché i giallorossi vanno subito in verticale obbligando gli emiliani a correre all’ indietro e ad una riconquista bassa del pallone. I neroverdi sono in difficoltà di palleggio, perdono molti palloni sia in uscita che in mezzo al campo, sulla costruzione bassa sono obbligati spesso a giocare con Consigli lungo perché i giallorossi vanno bene sui riferimenti.
La Roma, però, non è cinica, perché svanisce nell’imbuto centrale dove le combinazioni non trovano l’ultimo passaggio. Il primo quarto di gara è questo ,ma nasconde il paradosso che la Roma alle prime due sortite dei neroverdi si addormenta completamente con gli effettivi difensivi regalando clamorosamente un uno-due che risulterà decisivo nella gara. Un appoggio di El Shaarawy impreciso mette in condizione Bove di avere un controllo deficitario, sul cui break il Sassuolo trova in area un avversario poco reattivo, poco attento, passivo, con Ibanez, Zalewsky eKumbulla a fare da spettatori non paganti.
Se Zalewsky da lì a poco prova a riabilitarsi accorciando le distanze, per Kumbulla la serata da incubo prosegue trasformandosi in follia (provocata,però,prima da Berardi), con la quale regala calcio di rigore e superiorità numerica. Un’autentica sciagura, di una linea difensiva disattenta, che balla su Lauriente’, Berardi, Pinamonti, che fa da contraltare ad una fase di possesso giallorossa molto qualitativa, con un Matic ancora una volta sontuoso, su cui il Sassuolo non riesce mai a chiuderne i traccianti. Dal suo compasso, infatti, la palla arriva sempre davanti tra le linee, ma come dettoviene vanificata da possessi finali incerti,che con Dybala avrebbero esiti diversi.
In inferiorità numerica la Roma va 4-3-2 con Wjinaldum che si abbassa vicino ai due mediani,e finisce 3a1 per il Sassuolo un primo tempo dove gli emiliani col minimo sforzo ottengono il massimo,così come i primi 3 gol dell incontro nascono da conclusioni a livello tecnico sporchissime
RIPRESA DAL DESTINO SEGNATO,CON UN OCCHIO INEVITABILE ALLA GARA IN SPAGNA
Si riparte con un nuovo assetto e sostituzioni con Dybala e Karsdorp per Bove e Spinazzola, e successivamente Camara per Matic (in ottica gara in Spagna). La Roma rientra in campo virando in un 3-4-2,con l’olandese braccetto, Zalewsky ed ElShaarawy quinti, Camara e Winaldum al centro, e l’argentino vicino ad Abraham.
Dybala illumina subito la scena, accorciando le distanze. Se guadagna davanti, l’uscita di Matic toglie ogni fonte di gioco qualitativa, che il Sassuolo aveva dimostrato di non riuscire a contenere, e con Obiang ed Erlic per Tressoldi e Lopes (ammoniti), Dionisi si mette ora al sicuro, ad attendere l’errore dietro di una Roma proiettata in avanti alla ricerca disperata della rimonta. Quando Ibanez completa la sua serata infausta non leggendo il taglio di Pinamonti, il sipario cala sulla gara. A quel punto mancano solo gli avvicendamenti da corollario per il tabellino, con un altro esordio che Mourinho concede all’ennesimo prodotto Made in Trigoria (il 2004 Majchrzak), e Volpato, con Bajrami, Defrel e Marchizza sul fronte neroverde.
Maurizio Rafaiani