Roma, difesa a oltranza e tanto sacrificio per superare la Real Sociedad: il Mouro regge
La Roma supera la Real Sociedad nel doppio confronto di Europa League: il pareggio 0-0 maturato al ritorno arriva grazie ad una buon fase difensiva e al poco cinismo sotto porta degli avversari
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REAL SOCIEDAD ROMA EUROPA LEAGUE – Niente rimonta e niente scivolone. Una settimana dopo il successo 2-0 all’Olimpico, la Roma completa il passaggio del turno contro la Real Sociedad, pareggiando 0-0 in nella cornice dell’Anoeta. Vittoria di compattezza quella dei giallorossi, che hanno terminato così il match senza subire reti e concedendo poche occasioni ad una squadra chiamata all’impresa. Alla fine, il piano gara di José Mourinho ha ripagato.
Roma, contro la Real Sociedad è bastata una buona fase difensiva
Dopo il trionfo in Conference, almeno i quarti di finale in Europa League, scrive La Gazzetta dello Sport. Come riporta la Rosea, Mourinho ha restituito un’identità internazionale alla Roma e questo gli va riconosciuto senza indugi. Il doppio confronto con la Real Sociedad, temuta anche se in evidente crisi, è stato gestito con tranquillità dai giallorossi, in rete all’alba e al tramonto della gara d’andata e bravi a far emergere la totale idiosincrasia con il gol dei baschi.
Però serve anche altrettanta chiarezza: tutto questo non basterà al prossimo turno. A San Sebastian la squadra di Mourinho ha prodotto il nulla assoluto, ha faticato a mettere in fila tre passaggi, si è esibita in una serie di perdite di tempo e ha anche rischiato di riaprire la qualificazione concedendo tre occasioni abbastanza clamorose.
Il problema della Real Sociedad è la conclamata difficoltà non solo a segnare (non ci è riuscita in sette delle ultime dieci gare), ma anche solo a effettuare un tiro pericoloso. È un discorso di qualità individuale (Smalling si mette in tasca Sorloth senza fatica), ma anche di caratteristiche e di scarsa attitudine generale: nessuno attacca la porta.
La Roma nella metà campo avversaria non si vede mai, la sua produzione offensiva è di zero tiri nello specchio e uno fuori, ma gli otto minuti (tredici in tutto) di recupero concessi dal pessimo Kovacs non cambiano la storia. E il motivo è semplice: una squadra è incapace di segnare e l’altra non ha voglia di provarci. Va bene cosi, almeno per questa volta. Ma rinunciare a giocare non è mai una bella idea.