Roma, niente drammi: Mourinho sa come reagire. Solo una sconfitta in 19 anni dopo il primo KO stagionale

Redazione RN
21/09/2021 - 7:43

Foto Tedeschi
Roma, niente drammi: Mourinho sa come reagire. Solo una sconfitta in 19 anni dopo il primo KO stagionale

VERONA ROMA MOURINHO – La prima sconfitta dell’era Mourinho è arrivata. Ovviamente era inevitabile, doveva accadere, ma nonostante una Roma non brillante, ha sorpreso sia arrivata contro il Verona. I giallorossi hanno subìto un Hellas dinamico e ispiratissimo è vero, ma il vantaggio prima e il pareggio recuperato nel secondo tempo, facevano sperare a un ritorno a casa con almeno un punto in tasca. Così non è stato ma niente drammi, come dicono calciatori e Mourinho stesso: giovedì c’è già l’occasione di rifarsi in Roma-Udinese. E, dando un’occhiata alla carriera dello Special One, si nota subito come le sue squadre non abbiano grossi problemi a reagire dopo una sconfitta.

Le parentesi a Porto e Chelsea: la sconfitta è una rarità

Già di per se la sconfitta è una rarità per il mago di Setubal: praticamente perde una volta ogni sette partite. Ma il dato che fa ben sperare è proprio sulle reazioni. Nei primi anni di carriera a Porto e Chelsea praticamente la sconfitta arrivava dopo una lunga serie iniziale di risultati consecutivi (21 e 28 nelle prime due stagioni al Porto, 7 e 11 nelle due al Chelsea) ed era seguita da una striscia altrettanto lunga, sempre (quattro volte su quattro) con un’immediata vittoria nella partita che seguiva la sconfitta. Quattro stagioni concluse in maniera trionfale con altrettanti titoli nazionali.

Inter subito reattiva dopo i KO

Dopo mezza stagione al Chelsea, in cui la prima sconfitta in campionato è stata seguita da un pareggio, si apre il capitolo Inter. Nuova squadra, stesso copione. La prima sconfitta, in entrambi i casi, arriva relativamente presto: nel 2008/09 alla sesta nel derby contro il Milan. Nella stagione trionfale del Triplete idem, 1-0 a Genova contro la Sampdoria alla sesta giornata. La reazione, in entrambi i casi, è immediata, con due vittorie immediate e una striscia di 13 partite senza sconfitte nella prima e di 7 vittorie e 2 pareggi di fila nella seconda.

A Madrid continua il trend positivo

Nel primo Real Madrid targato Mou la prima caduta è uno shock: alla 13 giornata c’è lo scontro già importantissimo contro il Barcellona e al Camp Nou non potrebbe andare peggio: finisce 5-0 per i blaugrana nella celebre manita contro Guardiola. Un KO che rischierebbe di aprire una crisi in chiunque, ma non nelle squadre di Mourinho, storicamente solide e mentalmente forti. Il Real fa secco il Valencia 5 giorni dopo e non perde per i due mesi seguenti. Nella stagione seguente invece dopo essere caduto, alla terza, in modo sorprendente a Levante, il Real non vince la partita successiva, una rarità per Mou. Ma poi arrivano ben 10 successi consecutivi. Tonfo prematuro anche nella terza e ultima stagione nei blancos. Alla terza il Getafe sorprende il Real ma nella successiva, in casa, è subito 3-0 al Granada.

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Nuovo Chelsea, stesso Mourinho: non perde mai dopo la prima sconfitta stagionale

Nella stagione del ritorno al Chelsea, 2013/14, la sconfitta arriva proprio alla quarta giornata (come successo in Verona-Roma) e sempre in trasferta. Ma al ritorno a Stamford Bridge, sette giorni dopo, il Chelsea batte il Fulham in uno dei tanti derby di Londra. Quello seguente invece è il campionato che riporta Mou sul tetto d’Inghilterra. Il suo Chelsea è quasi insuperabile e si arrende solo alla 15a contro il Newcastle. Niente drammi e subito tre punti nella partita seguente contro l’Hull City. L’anno dopo il secondo addio al Chelsea dopo metà stagione da dimenticare. Ma anche stavolta, dopo la prima sconfitta in campionato per 3-0 in casa del Manchester City, Mourinho dimostra la solita reazione: 3-2 fuori casa al West Bromwich.

Score macchiato solo allo United

Lo Special One riparte da Manchester sponda United, dove per la prima volta nella sua carriera perde nella giornata seguente alla prima sconfitta. Succede contro il Watford, dopo aver perso il derby contro il City nella partita precedente. Nel 207/18 invece il primo KO arriva alla nona giornata contro l’Huddersfield e viene seguito da un 1-0 allo scadere contro il Tottenham, grazie a Martial. Solita equazione: prima sconfitta in trasferta e subito una vittoria al ritorno a casa. L’ultima parentesi di Mou a Old Trafford vede la prima sconfitta arrivare proprio in casa e proprio con il Tottenham, che si impone con un secco 3-0. Ma passano solo 5 giorni e il suo United passa nella difficile trasferta di Burnley per 2-0 con doppietta di Lukaku. Arriviamo all’ultimo incarico pre Roma. Al Tottenham Mourinho non cambia e, seppur non riuscendo a concludere bene l’esperienza, si dimostra come sempre solido dopo le prime sconfitte: vittoria in casa dopo la prima sconfitta nel 2019, e altra vittoria dopo il KO nella prima giornata di campionato (mai successo prima in carriera) nel 2020, addirittura arrivata con un secco 5-2 in casa del Southampton. Dunque la statistica può far dormire sereni i romanisti. Mourinho sa perfettamente come reagire a una sconfitta, e la sua carriera parla chiaro: 15 vittorie, due pareggi, e solo una sconfitta dopo la prima caduta stagionale.

Pietro Mecozzi

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  1. È sufficiente schierare chi è in forma e se lo è meritato (El Shaarawy) e togliere chi non se lo è meritato (Veretout Abraham Mancini).
    Poi è partito un progetto e i giovani che abbiamo come Zalevski, Bove, Tripi vanno lanciati, Villar va valorizzato, hanno qualità e caratteristiche che mancano nella squadra e poi sennò che senso ha avuto far fare tutto il prestagione con la prima squadra?
    Infine battiamo una sola strada, 4-2-3-1 e dimentichiamo i retropassaggi al portiere di fonsechiana memoria.

  2. Era meglio che andava il sassuolo in coppa, la roma si concentrava sul campionato e in coppa italia.
    Rosa corta, poi l’ostracismo che il club ha fatto con gli esclusi non è stato utile, i vari Santon, Pastore, Nzonzi, ecc.. potevano essere utili che senso ha pagare ingaggi e tenerli fermi, tanto vale farli giocare, specie nelle coppe.
    Sarebbe stata una roma b, ma per la conference che serve solo a togliere energie li avrei iscritti tutti al torneo

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