La Roma di Mourinho, tra genialità e follia
foto Tedeschi

ROMA JUVENTUS MOURINHO – In meno di una settimana la Roma è passata dalla sconfitta di Cremona al trionfo 1-0 in casa contro la Juventus, sorprendendo tutti sulla formazione iniziale. “Sono ancora triste se penso alla Cremonese ed è difficile da accettare, la sconfitta non mi passa” – ha dichiarato mister Mourinho nel post gara, che poi ha cercato anche di darsi una spiegazione.
“Magari è anche un po’ di DNA del club, che sono le cose più difficile da cambiare. Ci sono delle società dove sei obbligato a vincere ogni partita, squadra con obiettivi precisi. Come testa e mentalità devono giocare sempre a un certo livello. Noi abbiamo un po’ questo problema”.
Genialità e follia nella Roma
Un folle, così il Corriere dello Sport descrive José Mourinho. Solo un folle, o un genio, affronta la Juve all’Olimpico rinunciando a entrambi gli attaccanti, punta sul tre-sette col morto (Wijnaldum ha fatto qualcosa di accettabile esclusivamente dopo l’1-0) e chiude, nonostante il vantaggio minimo, con i due centravanti in campo, forse per tentare di ridurre la pressione dell’avversario e allontanare il pallone il più a lungo possibile dalla propria area.
Solo un folle, o un genio, investe su una squadra la cui legittimità tattica è vincolata al risultato finale: se vinci ti danno del genio, se perdi del cretino per almeno una settimana. Dell’incapace non è possibile, poiché ti chiami Mourinho e il calcio lo conosci come nessuno al mondo. Non era facile ripartire dopo la pessima figura di Cremona, oltretutto ospitando la Juve, ecco allora il ricorso a tutto il bagaglio di esperienza.
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Mou non ha abbandonato l’idea di partenza e ha avuto due volte ragione quando Mancini ha trovato il tiro della domenica sera. Il primo tempo è stato più brutto e noioso del gran premio del Bahrain – continua il quotidiano – di una lentezza soporifera. In quella grigissima frazione la Juve ha colpito il primo dei suoi tre pali.
Ho trovato imbarazzanti anche i pochi minuti di Pogba, per non dire della reazione di Kean appena entrato, che ha ridotto in dieci la squadra di Allegri. Di penalizzazioni in atto la Juve ne ha già a sufficienza, non serve peggiorare la situazione.