• Roma lenta, gioco senza anima e confusione: così matura il pari con il Sassuolo

    Redazione RN
    21/09/2015 - 13:20

    ROMA-SASSUOLO, L’ANALISI TATTICA – La Roma non risponde al tentativo di fuga dell’ Inter, attuale battistrada del campionato, impattando una gara dalla caratteristica sinistra e dai connotati che ricordano molte partite della scorsa stagione; in un silenzio surreale, per la prima ora di gioco, la gara fila via con una manovra della Roma lenta e con flussi di gioco senza anima, come lo scorso anno, senza un riferimento al centro dell’area; il Sassuolo se la vuole giocare sin dalle parti di Consigli, e nonostante regali un gol, occupa il campo con grande efficacia in entrambe le fasi; l’atteggiamento della Roma nel primo tempo è alquanto scontato, con Totti che, per caratteristiche, non può dargli profondità e presenza a centro area, finendo per poggiare la fase offensiva sugli strappi di Salah; il palleggio dei giallorossi in mezzo al campo non produce supremazia territoriale reale, con momenti in cui il Sassuolo riesce a obbligare la Roma ad allungarsi e togliendogli le profondità preferite per la velocità di Salah e Iturbe ; i 4-3-3 speculari delle due squadre si annullano in mezzo al campo, con Magnanelli e De Rossi liberi di impostare davanti alle proprie linee difensive e le mezzali che quasi si ignorano in fase difensiva; la differenza del primo tempo, in questa speculiarità tra le due squadre, sta nell’ attaccante centrale, con Defrel che apre con i suoi tagli e movimenti la linea difensiva dei giallorossi, mentre Totti per caratteristiche non può dare il suo apporto in termini di movimento sulla profondità; per due volte in svantaggio, la ripresa vede il pareggio immediato di Salah, ma i giallorossi non sfruttano il vantaggio, soprattutto psicologico, di tale situazione continuando a fare confusione nella gestione della palla, con un’occupazione dell’area ancora imperfetta che rende indispensabile un turn over meno massiccio, e il ricorso ad un giocatore come Dzeko, sempre più predominante nel dare sbocchi aerei alla manovra.

    I 90 MINUTI DEI GIOCATORI

    DE SANCTIS: praticamente inoperoso, assiste alle scorribande che i compagni concedono agli avversari, liberi di distendersi negli spazi e di portare le minacce decisive; non ha colpe specifiche, ma la differenza tra un portiere che fa il suo, e uno che fa la differenza, sta in come non riesce a chiudere lo specchio in entrambe le conclusioni, con Defrel rimane sulle gambe, mentre su Politano un pizzico di reattività in più gli avrebbe consentito di chiudere il diagonale; prova comunque a dare qualcosa alla causa chiudendo su Defrel a fine primo tempo.

    MAICON: nel primo tempo spinge più per legittimare la sua storia di grande cursore della corsia di destra che per convinzione e idee chiare; Floro Flores gli gioca tutta la partita nei suoi territori, sfruttando le sue titubanze e amnesie di un passato che fu e che, forse, non tornerà più ; si riprende nella ripresa ma senza lasciare il segno.

    MANOLAS: in molte situazioni è costretto all’uno contro uno dal vagare oltre la linea di Rudiger, col quale continua a parlare lingue diverse; non è molto abituato ad attaccanti centrali che lavorano sui cambi di direzione repentini palla al piede e Defrel gli prende spesso il tempo obbligandogli recuperi affannosi.

    RUDIGER: abusa troppo spesso dell’intervento in scivolata, concezione e lettura (errata) del suo essere puro istinto e forza fisica; in difficoltà con il palleggio e l’approssimazione di più di un intervento manda in confusione anche il compagno di reparto, col quale non comunica nè riesce nell’interscambio dei due castigamatti emiliani Politano e Defrel.

    TOROSIDIS: 90 minuti di piede opposto, laddove altre volte aveva ben figurato, con pericolosità inesistente, zero cross e presenza impalpabile, con Politano che gioca dentro al campo a suo piacimento nei movimenti senza palla.

    DE ROSSI: tra i migliori, nonostante un palleggio scolastico e la necessità di sostituirsi alla gestione sporca dei 2 centrali alle spalle; protegge l’imbuto centrale con consuetudine oggi ancora ancora più marcata; si spende in un’ammonizione sacrificandosi alla causa con un fallo tattico a metà ripresa e nel finale chiude la traiettoria del possibile 2-3.

    NAINGGOLAN: non sempre al centro del gioco, non riesce dove vorrebbe sempre, cioè nello scuotere i compagni e non riesce a dare varietà di strappi a quello che già riesce a portare al volume di gioco della squadra con Salah.

    PJANIC: la sua gara insipida è racchiusa nel tocco lezioso e senza cattiveria che gioca all’ultimo secondo di gara quando dal limite dell’area gestisce malamente una palla che andava sfruttata meglio; i pochi sprazzi (compreso un assist per Salah) non sono sufficienti per rimanere soddisfatti del suo rientro.

    SALAH: Peluso lo va a prendere sempre molto alto e sceglie di giocarsela sul piano della corsa mandandolo esternamente e chiudendogli con attenzione, al tempo stesso, la possibilità di rientrare; più volte Consigli gli nega il gol, tanto che deve ricorrere a una traiettoria chirurgica per superarlo; la sua gara è una discordanza tra strappi dei quali la squadra ne ha esigenza vitale, a reiterate solitudini di lettura della fase offensiva, che finisce per fiaccarne la lucidità nel finale di gara in cui la squadra va in forcing.

    ITURBE: da troppo tempo l’unico apporto che riesce a dare alla causa sono la generosità, l’impegno e il sacrificio in fase di ripiegamento; ma quando la palla diventa dei giallorossi la sua partecipazione è il trionfo del nulla, dell’impalpabilita, dell’inconsistenza; come avevamo segnalato da tempo il suo linguaggio del corpo denota un conflitto, una irrequietezza interiore che lo condizionano nel rendimento e che sfocia nella reazione dopo la sostituzione.

    TOTTI: ancora in grado di dare tanto alla causa (gol regalato a parte), ma anche un condizionamento alla manovra offensiva con la sua scarsa propensione ad occupare l’area di rigore, e nel togliere possibilità di peso e corsa nei 30 metri finali, cosa che Dzeko fa per vocazione.

    DZEKO: tardivamente in campo, quando Cannavaro e Acerbi hanno già preso possesso e chiuso a doppia mandata i territori nel cuore dell’area di rigore, dove le traiettorie aeree vengono presidiate e disinnescate; prova a svariare molto, ma in area non riesce ad incidere.

    FLORENZI: in 20 minuti fa vedere tutto il  suo repertorio sia in fase difensiva che offensiva, ma manca l’acuto celebrato nel post-Barcellona; il tiro in porta non ispira i suoi istinti.

    FALQUE :stranamente sconclusionato, non riesce a mettere insieme le stesse idee che aveva portato in campo nelle 3 gare precedenti.

    M.R.

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    1. Continuiamo così, daje Garcia sei er mejo, altre due partite e stamo come l’anno scorso…che te frega tanto er portafojo gonfio ce l’hai…
      la mediocrità paga

    2. Se solo “braccino corto” Pallotta avesse fatto finalmente uno sforzo, e comprato Bruno Peres, anziché bruciare Florenzi o presentarci nonno Maicon (a proposito: complimentoni a chi gli ha rinnovato il contratto: un affare!), secondo me parlavamo di un’altra partita.
      Tra Totti e Dzeko due gol in cinque partite, si equivalgono, ma ovviamente Totti ha un’altra classe.
      Presidé caccia li sordi!

    3. L’analisi tattica la vedo più semplice: manca la tattica, a parte Salah (Gervinho) che scappa e forse la mette dentro. Tutto il resto è noia, almeno quanto la telenovela stucchevole fino allo spasimo sull’eterno capitano, trattato dalla critica sempre col guanto di velluto, che dovrebbe invece servire per accompagnarlo alla porta, rientrando da dirigente con contratto già previsto (!!!). Ergo unica soluzione rezionale: via S U B I T O il guascone (può andare a Coverciano per un corso fulltime) e dentro uno dei tanti migliori allenatori italiani (i migliori x me c’erano a giugno-Sarli e Di Francesco. Tutti gli altri pure vanno bene, visto che il francese manca dei fondamentali del mestiere in campo NEBBIA FITTA).

    4. garcia è meglio se torna in francia ma forse costa troppo mandarlo.
      derossi sempre centrale in difesa e turn over limitato e fatto con logica: ad es. inserire maicon dopo mesi in una squadra stravolta dai cambi… mah
      PS: ma paredes era così scarso? in proporzione ucan sarà un fenomeno.

    5. Domenica ha giocato la stessa squadra che l’anno scorso nel girone di ritorno faceva pena col solo Salah al posto di Gervinho e Garcia non ha ancora capito la lezione, ci vuole molto a capire che con due lenti (Totti e DDR) più Pjanic che si ostacola con Totti non c’è gioco? Non c’è un centrocampo veloce ed un finalizzatore, il povero Salah non può cantare e portare la croce lì davanti e Nainggolan a centrocampo. Chiaramente la difesa balla con un centrocampo lento. Non ci vuole una scienza francese per capire questo.

    6. su de rossi nessuna malafede, viene esaltato per i suoi interventi difensivi? facciamolo giocare sempre dietro così finalmente uno dei due centrali saprebbe giocare ottimamente e sicuramente in maniera più produttiva la palla. in questo caso però i centrocampisti diventerebbero cantati, anzi no c’è Vainqueur

      1. Dico cosi perche’ su de rossi a volte c’ e’ un accanimento esasperato. Avra’ perso velocita’ ma e’ utile alla causa. Spero che vainqueur sia all’altezza ( non gioca da un po). Credo che con la samp a centrocampo ci sara’ un cambio. Tra l’altro un potenziale vice dzeko ieri ha fatto una doppietta di testa in liga… Sanabria.

    7. Finalmente!!! Finalmente l’analisi tattica ha detto 2 parole chiare sul portiere della Roma, cose che già si sapevano da 2 anni: De Sanctis è un portiere che fa il suo ( noi diremmo un portiere normale) a confronto con Szczesny che è un portiere che fa la differenza. Ci vuole tanto a capirlo?

      1. Giov2015…De Sanctis è un portiere che fa il suo,solamente il suo,ne più ne meno,ma per come eravamo abituati noi negli ultimi 20 anni direi che resta il migliore che abbiamo avuto….per cui dobbiamo essere contenti di averlo avuto in questi 2 anni…guarda caso noi siamo arrivati secondi in campionato quando abbiamo avuto nel 2008 l unica stagione strepitosa(le altre fu non all altezza)di doni,nel 2010 l unica stagione strepitosa(in carriera)per julio sergio,de sanctis gli ultimi 2 anni…ora abbiamo trovato quello che può regalarti molti punti perchè pare(al momento pare)che tolga palloni del valore di un top player di porta…speriamo che sia così,e soprattutto che rientri presto

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