Roma, la fiera del gol vale il secondo posto

Redazione RN
21/05/2017 - 7:43

Roma, la fiera del gol vale il secondo posto

CORRIERE DELLA SERA (L.Valdiserri) – Non è certo il paradiso, come vorrebbe fare credere Luciano Spalletti, ma il secondo posto che la Roma ha a portata di mano è la miglior vita possibile. Con i problemi (ieri sono stati presi tre gol imbarazzanti) e con le gioie quotidiane (121 gol stagionali: 87 in campionato, 1 nel preliminare di Champions, 24 in Europa League e 9 in Coppa Italia; sette vittorie in trasferta consecutive: Crotone, Inter, Palermo, Bologna, Pescara, Milan e Chievo). Basta e avanza per chi crede nel materialismo storico. Per chi vive di fede, invece, non resta che alzare l’urlo: “Forza Crotone”. Ieri notte, infatti, la Roma è andata a dormire a -1 dalla Juventus, che oggi proverà a chiudere il discorso scudetto, in casa, contro i calabresi. Chievo-Roma è stata una partita equilibrata solo nel primo tempo, per colpa delle distrazioni difensive dei giallorossi, che sono costate due reti. La fiera del gol egiziano è servita a chiudere sul 2-2 la prima parte e a dilagare nella ripresa, con il Chievo privo del suo miglior giocatore, Castro, per infortunio.

Due appunti di cronaca sono necessari: 1) il Chievo non si è “scansato”, è semplicemente più debole della Roma e lo è diventato ancora di più quando si è infortunato anche Gamberini ed è entrato al suo posto Frey; 2) il gol del 3-2 (El Shaarawy su assist di Strootman) era forse viziato da un fuorigioco millimetrico. I complottisti possono fermarsi qui, gli altri fidarsi del fatto che la gara era ormai in mano della Roma, che avrebbe vinto comunque. Resta da capire se la stagione romanista sia stata eccellente, buona, sufficiente o insufficiente. Il campionato è stato di alto livello, le Coppe pessime. Spalletti ha migliorato alcuni giocatori e ottenuto il record dei gol, però chiuderà senza titoli e avendo stressato gruppo e ambiente spesso in maniera inutile. A fine campionato sapremo il suo futuro. In fondo manca poco. La scena più bella non è avvenuta in campo, ma ai bordi. Francesco Totti si stava scaldando ed è passato accanto a lui Emanuel Vignato, classe 2000, con la faccia da bambino. Il Capitano gli ha chiesto: tu chi sei? Vignato si è presentato e, poi, ha fatto il suo esordio in serie A. Anche Totti ha giocato gli ultimi minuti, con lo stadio che tifava per lui. Ha ragione Spalletti: il bene della squadra viene prima di tutto. Ma ha anche torto: si va in paradiso solo se si è capaci di sognare.

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