5 Marzo 2023

Boniek: “Dybala ha qualità ma non è un trascinatore. Vi dico chi vince tra Roma e Juventus…”

ROMA JUVENTUS BONIEK – Zibi Boniek, ex centrocampista della Roma e attuale vicepresidente UEFA, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport e ha parlato del suo passato e della gara di stasera all’Olimpico. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Cominciamo dalla domanda più ovvia. Chi vince?
«Chissà, magari nessuno. È una partita equilibrata di un campionato strano: guarda la Lazio che vince a Napoli con un episodio. Se devo indicare un risultato, può finire 1-1».

Boniek ha giocato tre anni nella Juventus e tre nella Roma. Eppure il suo cuore ormai batte per la Roma. Perché?
«Perché è stata la mia ultima squadra. E quando mi sono ritirato, invece di tornare in Polonia, ho preferito rimanere in città a vivere. È normale legarsi a un posto più che a un altro. Ma ho tanti amici anche dall’altra parte. Chi mi cataloga come antijuventino non mi conosce».

La prima stagione si concluse con un’incredibile beffa: Roma 2, Lecce 3 e addio scudetto.
«Se ne sono dette tante. Partita venduta, scommesse. Grandi fesserie. Perdemmo perché dopo una grande rincorsa arrivammo cotti al momento decisivo. Peraltro, per ciò che si vide in campo, avremmo anche potuto vincere 5-2. Invece andò diversamente. Peccato, perché quella è stata la squadra più spettacolare in cui abbia mai giocato. Pagammo più l’inizio stentato, con Eriksson che cercava la quadratura, che il finale. In fondo, anche se avessimo battuto il Lecce, poi avremmo dovuto vincere a Como e probabilmente giocare lo spareggio contro la Juventus. Non era già nostro lo scudetto, contrariamente a ciò che si possa credere. Certo, quella sconfitta, e quel duello perso con la Juve, cambiò molto».

In che senso?
«La società fu spinta verso un ridimensionamento. Perdemmo Cerezo, l’anno dopo Ancelotti. Sono convinto che se avessimo vinto quello scudetto la storia della Roma sarebbe stata diversa. Comunque, anche se vincemmo solo una Coppa Italia, è un triennio che resta nel mio cuore».

Roma-Lecce è la sconfitta peggiore della sua carriera?
«No. La finale di Coppa dei Campioni persa con la Juve contro l’Amburgo è stata più dolorosa. Non so spiegare quella partita. Se la rigiochiamo, nove volte su dieci vinciamo noi».

Tornando ai giorni nostri: Roma-Juve è sentita come la classica degli Anni 80?
«No, è tutto cambiato perché sono diversi i personaggi, l’ambiente, le regole: pensate se ai miei tempi fosse esistito il Var… Devo dire però, avendo giocato con entrambe le maglie, che questa partita era percepita come vitale soprattutto dalla parte romanista».

Anche Dybala gioca con la Roma dopo aver vinto con la Juve.
«Storie diverse. Paulo si è sentito trascurato e poi è stato mollato dalla Juve. Ora sono felice che stia facendo cose belle nella Roma. Non sono d’accordo però sulla definizione di faro della squadra: Dybala è un giocatore di qualità che concretizza, se sta bene, ma non è un trascinatore».

Come giudica la scelta della Roma di privarsi di Zaniolo? Qualcuno lo paragonava a lei, Boniek.
«Ma io sapevo fare più ruoli… Detto ciò, mi dispiace che sia finita così. Nicolò è stato gestito male, la Roma non ha colpe. Non capisco questa logica del calcio contemporaneo secondo cui i contratti si debbano per forza rinnovare due anni prima della scadenza. Ora si parla di prolungamento anche per Mourinho. Ma perché? Prima si ottengono i risultati, poi si decide se continuare insieme. E attenzione: io spero che José rimanga il più a lungo possibile a Roma».

Meglio Mourinho o Allegri?
«Non si può discutere con i numeri: la bacheca di Mourinho parla chiaro. Però io non so scegliere. E allora uso il gergo ippico di Allegri: serve il giudice d’arrivo per decidere chi sia più bravo riguardando il fotofinish. È un duello di corto muso».

È stato accostato anche alla Roma dei Friedkin.
«La stima fa piacere ma non c’è niente».

Da presidente della federcalcio polacca però ha scoperto Zalewski. Vero?
«Sì, ma il merito è del tennista Flavio Cobolli, che io conosco (la figlia Karolina è sposata con Vincenzo Santopadre, attuale allenatore di Berrettini, nda). Lui da ragazzino giocava nelle giovanili della Roma e mi suggerì di dare un’occhiata a Nicola. Mi colpì subito, in effetti. E parlando alla famiglia capii che era contento di giocare per la Polonia. Credo abbia fatto una buona scelta. In Italia quanto avrebbe dovuto aspettare prima di raggiungere la Nazionale?».

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1 commento

  1. Newthor ha detto:

    Zibi quando parla non è mai banale e la sua conoscenza del calcio è un patrimonio del quale la Roma avrebbe bisogno a livello dirigenziale.
    Spero che prima o poi la sua strada si incroci nuovamente con quella della Roma