Roma-Juventus, l’analisi tattica: gara avara di emozioni e ritmo spezzettato, decisivi i singoli episodi

Redazione RN
06/03/2023 - 9:02

L'analisi tattica di Roma-Juventus 1-0, match valido per il 25° turno di campionato

Foto Tedeschi
Roma-Juventus, l’analisi tattica: gara avara di emozioni e ritmo spezzettato, decisivi i singoli episodi

ROMA JUVENTUS ANALISI TATTICA – Contavano i 3 punti, dopo la fatal Cremona, ma con buona sorte ed atteggiamenti giusti la Roma porta a casa una vittoria importantissima, quanto pesantissima nella delicata corsa Champions, laddove potranno essere solo i particolari a deciderla.

La constatazione più importante della serata è, ancora una volta, che la Roma targata Mourinho è distante anni luce da quelle precedenti, con la capacità di sapere sempre immediatamente reagire ad un passo falso, senza entrare nei loop negativi duraturi che la contraddistinguevano. Di seguito l’analisi tattica del match.

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO

Mourinho disegna un undici inedito nel suo 3-4-2-1,dai connotati ben precisi negli intenti di gioco, con Mancini, Smalling (al rientro dopo la squalifica), Ibanez davanti a Rui Patricio, con Zalewski e Spinazzola esterni di una mediana composta dai sempre più affiatati Cristante e Matic. La novità è rappresentata dal fronte offensivo, con i due trequartisti Pellegrini e Wijnaldum, con caratteristiche alle spalle di un altro trequartista, Dybala, quello dalle caratteristiche più offensive della rosa, tutti e 3 con l intento di non dare riferimenti ai 3 centrali avversari.

Per Allegri un 3-5-1-1 con Danilo, Bremer, Alex Sandro davanti a Szczesny, con Cuadrado e Kostic quinti di centrocampo, dove Locatelli detta i tempi ricevendo ai lati gli inserimenti a supporto dell’azione delle mezzali Fagioli e Rabiot, che entrano negli sviluppi finali vicino a Di Maria a rimorchio di Vlahovic.

PRIMO TEMPO AVARO DI EMOZIONI, GARA BLOCCATA

Sin dagli albori la gara si delinea in un possesso palla bianconero, concesso dai giallorossi che attuano un attesa sistematica con un sotto palla totale, al pari di una supremazia territoriale che fa capire chiaramente le strategie presenti sul campo. La Roma dunque attende, mentre la Juve può permettersi di andare a prendere alta la Roma che non avendo giocatori veloci offensivi portati ad attaccare la profondità non rischia mai di farsi colpire alle spalle della linea difensiva.

Il baricentro della Juve è molto alto, e scalando in avanti sui riferimenti giallorossi li obbliga ad una costruzione bassa che consenta una salita di squadra(non potendo attaccare la profondità) con i trequartisti Pellegrini e Wijnaldum pronti a cucire tra le linee, cosa che quando avviene obbliga la Juve a ripiegare nella propria metà campo.

Nel momento in cui la Juve si abbassa, quando riparte lo fa subito in verticale, cosa che anche la Roma talvolta è costretta a fare, per non farsi schiacciare, uscendo con la palla sulla corsa dei quinti di centrocampo, che però ricevono palla e spingono partendo sempre da molto distanti la porta. La gara è anche molto spezzettata, non avrà mai ritmi elevati, con la tendenza di troppi giocatori giallorossi nel ricevere palla sempre di spalle, ricevendo ed agevolando la pressione alle spalle dell’avversario più vicino.

La fase difensiva giallorossa regge l’iniziativa marcata bianconera, con i 3 centrali difensivi compatti e insuperabili, sia sulle traiettorie aeree che sugli anticipi e i duelli singoli, mentre tra i due esterni si denota la difficoltà difensiva più critica della serata con Zalewski spesso in difficoltà su Kostic, che lo tiene sempre molto basso in fase offensiva, e lo sorprende in più momenti in quella offensiva.

Oltre ai centrali difensivi la Roma gode del posizionamento sempre corretto dei due mediani, con un Matic in particolar modo sopra le righe, a tratti sontuoso nella gestione palla, mentre Pellegrini e Wijnaldum si sacrificano nella chiusura delle linee di passaggio dentro al campo, con qualche attenzione anche per Locatelli. Il primo tempo regala comunque la palla gol più clamorosa a Rabiot, sul quale la reattività del piedone di Rui Patricio sollecita il palo a completare l’intervento, e si va al riposo sul nulla di fatto.  

RIPRESA FOTOCOPIA, MA DECISIVA NEGLI EPISODI, CON LA JUVE CHE CONTINUA A SBATTERE SU RUI PATRICIO E SUI PALI

Si riparte con Bonucci per Alex Sandro e col medesimo copione della prima frazione di gioco. Entro l’ora di gioco la gara si palesa nella strategia mourinhuana, con il fendente di Mancini (braccetto sempre propositivo) che rappresenta e si materializza nell’episodio che lo Special One cercava nella sua gara attendista. Allegri corre subito ai ripari, con Chiesa per Fagioli va a specchio, ma i bianconeri continuano a sbattere sui pali, che nei momenti topici della gara salvano i giallorossi, mentre Rui Patricio risponde al dato statistico che lo vedeva finora il portiere meno decisivo dei 20 del campionato.

Un tentato suicidio di Zalewski (appoggio di testa incredibilmente ciccato da Vlahovic) apre all’ingresso in campo di Karsdorp, e subito dopo di Abraham e Bove, per Dybala e Wjinaldum e un più abbottonato 3-5-1-1. Per Allegri è il momento di Paredes e Pogba (fuori Locatelli e Kostic)e un 4-3-3 più avvolgente, che abbassa definitivamente la Roma, che con Belotti (per Pellegrini) ora deve cercare di tenere più su palla e respirare dal forcing bianconero.

L’ultima scelta di Allegri è Kean per Cuadrado, e un 4-2-4 che dura un lampo, il tempo al neo entrato di farsi cogliere in reazione nervosa lasciando in 10 i suoi nell’assalto finale. Assalto finale interrotto da più di un break da parte della Roma, che ha una transizione finale infelice nelle scelte poi sui 30 metri finali in campo aperto verso Szczesny, e altresì una gestione grottesca del possesso palla nei minuti finali, con l’ennesima occasione concessa, che esalta ancora Rui Patricio, ancora una volta aiutato dalla buona sorte, sua felice compagna di serata, sua e dei suoi compagni, e di un Mourinho al quale i passaggi a vuoto negativi durano sempre l’intervallo di una gara, ed anche questa rimane una piacevole scoperta per i giallorossi.

Maurizio Rafaiani

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  1. Ma che commento è????
    Si vince dopo 4 anni con la Rubentus e ci si esprime così???
    Grande ed intelligente partita!!!

  2. Vorrei sapere precisamente cosa intendete per “chiusura delle linee di passaggio”, e nella fattispecie che cosa abbia cucito Pellegrini. Il mistero continua, pensate che il “pagellista” de Il Tempo gli affibbia addirittura 7,5 corrispondente al migliore, secondo lui, in campo.

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