ROMA-JUVENTUS 1-3: le pagelle **Si salvano Julio Sergio e De Rossi

30/08/2009 - 0:00

Altri tre gol al passivo, altra prestazione scialba. Totti non tiene il ritmo di un mese a livelli altissimi. Cassetti e Riise naufragano sulle fasce, Perrotta al centro. De Rossi ci prova ma non basta. Ma in attesa di Doni, la Roma ritrova un portiere.
 
Julio Sergio 6,5: Il voto è anche di incoraggiamento. Dopo 22 minuti anticipa in tuffo Chiellini ad un passo del vantaggio. Incolpevole sul diagonale di Diego che vale l’unoazero-Juve. Nella ripresa vola almeno tre volte a neutralizzare Iaquinta e Amauri. La Sud lo applaude. Convincente. Nel delirio dell’ennesima debacle una nota lieta: l’alternativa a Doni è già a Roma.
 
Cassetti 4,5: Ha la colpa, grave, di spalancare a Diego un’autostrada verso il vantaggio. Peccato, perché aveva giocato, fino a quel momento, una buona gara. Costante in fase di spinta e attento dietro per tutto il primo tempo. Nella ripresa cala, come tutta la Roma.
 
Mexes 6,5: Lotta per tutta la gara, è il migliore dietro e il più pericoloso davanti. Quando Diego lo punta per il gol del dueauno può solo provare a coprire qualche centimetro di porta. L’ultimo a mollare.
 
Burdisso 5,5: Sfida Amauri sui palloni alti vincendo spesso il confronto. Quando il brasiliano si defila fatica a trovare punti di riferimento e spesso regala troppo spazio agli inserimenti dei centrocampisti bianconeri. Nella ripresa naufraga su Iaquinta. Prima libera all’azzurro una corsia verso la porta, senza che questi ne approfitti. Poi, si fa sorprendere dal velo che regala a Diego la palla del definitivo vantaggio.
 
Riise 5: In fase offensiva si vede pochissimo. Dietro soffre gli spostamenti di Amauri e i tagli verso sinistra di Diego. Nella ripresa è quasi irriconoscibile. Dal 26’ st Vucinic 6. parte con un’accelerazione brillante. Sembra in vena, ma dura poco.
 
De Rossi 6,5: Capitan Futuro trasforma le critiche del dopo-Kosice in rabbia agonistica. Parte piano, prende un giallo, si scalda, cresce. Fino a scardinare la porta di Buffon con il bolide del pari. Sui cross dalla trequarti fa il difensore aggiunto. Nella ripresa prova a tenere a galla una mediana senza punti di riferimento. Sbaglia qualche pallone, ma corre per due. È tornato Daniele.
 
Taddei 4,5: Corre tanto, spesso a  vuoto, sbaglia una marea di palloni. Appena può, Spalletti lo sostituisce. Dal 1’ st Tonetto 6: Inizia da mediano vicino a Pizarro e Perrotta. Prova a spingere, ma la forma non è quella dei tempi migliori.
 
Pizarro 5,5: A destra nel rombo, posizione inedita per il regista cileno, che tocca come sempre una marea di palloni ma non tutti con la giusta misura. Calcia al vento un paio di tiri da fermo. Poi, serve a De Rossi una punizione a sorpresa che il centrocampista di Ostia trasforma nell’unoauno. Nella ripresa non riesce a dare ordine al reparto centrale.
 
Perrotta 5: Spalletti lo manda in campo a sorpresa. Simone, alla prima apparizione stagionale dopo l’infortunio di Riscone, risponde come sa: corsa, grinta, qualche calcione. Prova a limitare Diego e a rincorrere chiunque capiti dalle sue parti. Con l’andare dei minuti sparisce. E la Juve ne approfitta. Dal 35’ st Cerci s.v.: Ci prova con paio di accelerazioni interessanti, ma la gara è ormai segnata
 
Menez 5: Sembrava tornato il Menez capace di far impazzire le difese avversarie. Alla prima gara impegnativa si rimangia i progressi e manda in campo il fratello svogliato, apatico, inconcludente. Se accelera dà la sensazione di poter far male. Rimane solo la sensazione.
 
Totti5,5: Anche lui è umano. Invisibile per tutto il primo tempo, a tempo scaduto Menez gli serve sul destro il pallone del vantaggio. Buffon, all’unico vero intervento del match, gli nega il dodicesimo gol stagionale. Nella ripresa non migliora. Lo cercano ma non è il miglior Totti. Nell’unico guizzo della ripresa sfiora il pari con un diagonale che si stampa sul palo. All’asciutto per la prima volta da luglio ad oggi.
 
L’ALLENATORE
Spalletti 4,5: Si rimangia gli esperimenti estivi proponendo un rombo con De Rossi alle spalle di Taddei, Pizarro e Perrotta, mai in campo dall’infortunio di luglio. L’idea, limitare gli spazi a Diego. La doppietta del brasiliano suona come un fallimento delle alchimie studiate dall’uomo di Certaldo. Finisce con il 4-2-4. Troppo tardi.

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