Roma-Inter, le pagelle: Ibañez, riecco i fantasmi. Pellegrini e Matic ultimi ‘baluardi’
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ROMA INTER PAGELLE – Un abbraccio bellissimo a fine partita, quello resta negli occhi nonostante la sconfitta. Dopo due pareggi arriva il ko per la Roma, che vede scivolare sempre più lontana la zona Champions. L’Inter vince 2-0 all’Olimpico con reti di Dimarco e Lukaku. Qualche polemica dei padroni di casa contro Maresca per alcuni cartellini mancati e un rigore dubbio non concesso. A conti fatti, i giallorossi restano a 58 punti in classifica, e, nota positiva, oggi Mourinho non perde nessuno. L’Olimpico ha cantato senza sosta, l’atmosfera in questo stadio resta da pelle d’oca. Approfondiamo le pagelle.
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Le pagelle di Roma Inter
Ancora una volta ‘vittima’ di fuoco amico, Rui Patricio fa quel che può, senza rubare la scena con voli alla Ironman. Mancini e Cristante portano avanti duelli in ogni zona del campo, sia in retroguardia che su palle inattive. Sbagliano tutto sommato poco, e quando possibile rimediano. Così come Ibañez, che sfiora pure il gol di testa, ma poi ricade in una sorta di ‘psicodramma’ e regala la palla del 2-0 all’Inter. Spinazzola e Zalewski più spenti del solito, con il polacco più propositivo nella ripresa, ma entrambi potevano far meglio nelle rispettive marcature in occasione dell’1-0.
Diligente Bove, Camara non si accende, commette errori in fase di impostazione e di finalizzazione. Matic fa la solita partita ordinata e ci mette un mattoncino in più, l’iniziativa in fase avanzata, che non guasta mai. Pellegrini resta uno degli ultimi a provarci fino all’ultimo, e anche Belotti mette in campo tutto. Dybala entra e si mette ad inventare, ma il momento è troppo complicato, e neppure Abraham ha modo di fare granché.
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Rui Patricio 6: Fissa l’erba per mezz’ora, perché l’Inter dalle sue parti non si vede. Quando arriva, è troppo tardi, Dimarco trova il corridoio giusto senza consultarlo. Lukaku gli entra in casa come un uragano dopo l’errore di Ibañez e non può che aprire la porta, si oppone invece a Brozovic.
Mancini 5,5: Dopo una ventina di minuti tutto sommato tranquilli, ruggisce all’indirizzo di Maresca, che gli rifila il giallo, contrariamente a quanto fatto con Calhanoglu. Qualche scintilla con Barella nel tran tran della sua giornata in ufficio.
Cristante 5,5: In agenda ha appuntamenti di un certo spessore, con Lukaku e Correa, ma aggiunge anche una gran chiusura su Dumfries in corner. E’ bravo a recuperare sul belga dopo essere quasi stato superato pericolosamente vicino all’area. Prova disperatamente ed inutilmente a togliere dalla porta il pallone di Dimarco.
Ibanez 4: Ci è cascato di nuovo e senza preavviso. Eppure aveva iniziato lavorando sodo sulle coperture, in maniera diligente, ritagliandosi lo spazio di testa su punizione ma senza coordinarsi bene. Su corner ha il seggiolino sempre prenotato, ma per una carambola si trova palla sui piedi, buona per il tiro, Onana ci arriva ancora una volta. E poi tornano i fantasmi delle ‘grandi’ gare. Regala il pallone del 2-0 a Lautaro. Non è certo il primo errore individuale di questo finale di stagione, né tantomeno il primo per il brasiliano.
Zalewski 5: Si vede poco nel primo tempo, potrebbe fare meglio su Dimarco nella discesa che porta al gol. Poi si propone di più sul finale di primo tempo. Nella ripresa si presenta davanti ad Onana, ma non nel suo vestito migliore, il tiro è piuttosto debole. Buono il suo blitz su Darmian. (93’ Missori SV:
Camara 4,5: Ben 174 giorni dopo, torna titolare, in tempo per prendere un bel colpo alla caviglia da Calhanoglu, che non viene ammonito. Perde spesso il tempo di passaggio, non si accende quasi mai con Zalewski. Ha un pallone buono per accorciare le distanze, con la gentile partecipazione di Matic, ma la tira in Curva. (Dal 93’ Pisilli SV: Per la prima volta respira l’aria dei ‘grandi’).
Bove 5,5: La sua gara è ordinata, resta alto, crea densità a centrocampo insieme a Matic. Mourinho gli chiede anche un lavoro senza palla, lui prende appunti ed esegue. Spende tantissimo, e dà continuità alle buone prestazioni delle ultime uscite: (Dal 71’ Dybala 6: Accompagnato in campo dai decibel assordanti dell’Olimpico, il suo primo pallone vale un corner. Il suo ingresso è subito in salita per il 2-0 nerazzurro, ma Paulo il suo Paint lo apre lo stesso e cerca di disegnare traiettorie per i compagni.
Matic 6: Il ‘solito’ Nemanja, tiene le redini salde in mano, non si fa destabilizzare dall’aggressività dell’Inter. Vede che il suo reparto avanzato singhiozza, i cross non funzionano, si mette in proprio con una bella percussione e guadagna un buon corner. Nella ripresa mantiene dritto il baricentro e serve un rigore in movimento a Camara, che spara alto. (Dal 93’ Tahirovic SV)
Spinazzola 4,5: Arriva al momento giusto su un errore dell’Inter sulla trequarti, ma sbaglia l’appoggio. E si ripete più tardi, stavolta è la Roma a poter pagare il prezzo, ma la difesa ci mette una pezza. Con Dumfries è una convivenza complicata, il nerazzurro gli sfugge a più riprese, e in una di quelle serve l’assist a Dimarco. La spina è inserita, ma il motore è ingolfato e a tratti esce del fumo.
Pellegrini 6: Dopo appena un minuto manda segnali a Onana con un destro insidioso, che termina però di poco fuori. Riprende appuntamento più tardi, con un tiro ancora più velenoso, trova la deviazione di schiena di Bastoni. È uno dei più propositivi, si infiamma quando non viene fischiato un fallo a Belotti (non è l’unico), e si becca il giallo. La punizione ormai è diventata un tabù, prova a farci pace nel finale, palla fuori.
Belotti 5,5: Fresco d’infermeria, non si fa pregare per rendersi disponibile. Tanta buona volontà, altrettanto spirito di sacrificio, ma di palloni giocabili pochi, e di giocate memorabili ancora meno. Spesso si fa anticipare da Acerbi nei contrasti. L’unica opportunità che gli si palesa, non è uno di quei momenti da ‘Carpe diem’. Alza un po’ i giri del motore nella ripresa, Mourinho lo ringrazia all’uscita con un bacio sulla testa. (Dal 74’ Abraham 5: Battaglia pure lui, ma non entra con l’equipaggiamento corretto).
Mourinho 5,5: Se sfoglia il mazzo di carte, non gli sono rimasti molti carichi da lanciare. Gioca tutte le sue mosse, a gara in corso, da Dybala ad Abraham. Incita i suoi per novanta minuti, sa che lo spirito di gruppo è l’ingrediente giusto, e non a caso, con l’Olimpico che canta, la squadra si stringe in campo in un grande abbraccio, e poi tutti sotto la Curva, guidati da Mou, che ringrazia la sua gente, e si prepara per un doppio impegno, quello in coppa, che può svoltare la stagione.
M. Teresa Tonazzi