• Roma-Inter, l’analisi tattica: primo tempo bloccato, massimo sforzo nella ripresa ma diversi errori dei giallorossi

    Redazione RN
    07/05/2023 - 7:18

    L'analisi tattica di Roma-Inter 0 a 2, match valido per la 34esima giornata di campionato

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    Roma-Inter, l’analisi tattica: primo tempo bloccato, massimo sforzo nella ripresa ma diversi errori dei giallorossi

    ROMA INTER ANALISI TATTICA – Lo spareggio tra Roma e Inter, quasi un’ultima spiaggia per entrare in Champions, finisce con Mourinho che porta i suoi sotto la Curva, ma non per ricevere il tributo di una vittoria, ma perché il tecnico portoghese è riuscito a dare una dignità ai propri giocatori che li porta a lottare, fino all’ultimo, di fronte alle avversità.

    Avversità che mai come in questo momento si materializzano sul campo in ogni partita, e che il tifoso romanista deve accettare suo malgrado. Ma a fronte di una Zona Champions che si allontana definitivamente, la presenza di Dybala e il recupero di Wijnaldum imminente, a pochi giorni dalla gara di semifinale di andata di Europa League, lascia sperare e affermare che ancora nulla sia compromesso, nel dare alla stagione un felice epilogo. Di seguito l’analisi tattica del match.

    MODULI E SVILUPPI DI GIOCO

    Mourinho si abbottona in un 3-5-1-1 andando praticamente a specchio al 3-5-2 di Inzaghi, dove davanti a Rui Patricio ci sono Cristante al centro, Mancini e Ibanez braccetti, Zalewski e Spinazzola quinti di difesa. In mezzo c è un terzetto inedito, dove ai lati di un Matic in cabina di regia, ci sono Bove e Camara, a supporto di Pellegrini che svaria su tutto il fronte offensivo che si appoggia su Belotti.

    Per Inzaghi, nel suo Derby personale, il ritorno a Roma è trionfale e benaugurante in vista della semifinale Derby di Champions con Darmian e Bastoni braccetti intorno ad Acerbi centrale. In ampiezza ci sono i quinti Dumfries e Dimarco, mentre in mezzo ci sono Brozovic a dettare i tempi, con Cahlanoglu e Barella mezzali molto mobili a  sostegno della coppia d attacco Lukaku-Correa.

    PRIMO TEMPO BLOCCATO, ROTTO DAL VANTAGGIO DI DIMARCO

    Si comincia con ritmi compassati, figli del peso della posta in palio, con Mourinho che manda subito Pellegrini sulle tracce di Brozovic, e lasciando disegnare in maniera naturale tutti gli altri duelli sul campo in funzione della specularità dei due moduli, soprattutto quelli più importanti tra i due quinti delle due squadre.

    In fase di possesso la Roma va subito su Belotti, che gioca di sponda per Pellegrini che gli va sotto, e che innesca gli esterni, con le mezzali che accompagnano, in particolare Bove che brilla nel timing degli inserimenti senza palla. L’Inter legge comunque bene la gara, e dopo un avvio favorevole ai giallorossi trova un superiorità marcata, per supremazia territoriale e percentuali di possesso palla, attraverso Darmian che crea superiorità numerica staccandosi da dietro per partecipare alla fase offensiva avendo la Roma una sola punta (Belotti).

    La gara è piatta, non ci sono grandi sussulti, entrambe le squadre attendono il momento propizio, ma la produzione offensiva è per entrambe pressoché inesistente, finché Spinazzola si fa imbucare dentro da una giocata verticale subendo la corsa di Dumfries, che confeziona la classica combinazione finale “da quinto a quinto”, agevolata da Zalewski in ritardo su Dimarco.

    Ed è sui duelli dei quinti che il primo vantaggio nerazzurro va a identificare e determinare il risultato del primo tempo, nonostante uno Spinazzola in spinta costante ma mai vincente nel duello con Dumfries. E con uno Zalewski nervoso e poco lucido dopo il gol subito, autore di troppe iniziative personali tendenti al riscattare l’errore.

    RIPRESA DI REAZIONE, VANIFICATA DA UNA NUOVA PUNTATA DELL’IBANEZ-SHOW 

    Si riparte con gli stessi 22 e con la necessità evidente, per la Roma, di aumentare il suo peso offensivo, e l’esigenza di riempire l’area e sfruttare le assistenze dalle zone esterne per riacciuffare la gara. Dopo un ora di gioco il pensiero di Inzaghi corre inevitabilmente al Derby di Champions, con Lautaro e Bellanova che rilevano Correa e Dumfries.

    I giallorossi producono il massimo sforzo, trovando un forcing che genera più di una palla inattiva, fondamentale dalla pericolosità nota, ma un Ibanez imbarazzante trova modo di intervenire su un rilancio innocuo di Bastoni, anticipando un Lukaku sul quale fino a quel momento aveva portato le migliori attenzioni.

    L’errore di disimpegno, molto superficiale, spalanca le praterie centrali dove lo stesso Lukaku infierisce sigillando il risultato su un confortante 2-0. La Roma ha grande dignità, non molla, ci mette tutto il cuore e le energie possibili, ma il forcing e la supremazia territoriale acquisite non sono sufficienti.

    Nei 15 minuti finali è il momento per Inzaghi di preservare Calhanoglu e Dimarco, con Mhkitaryan e De Vrij (Darmian va a fare il quinto a sinistra), mentre per Mourinho è il momento di verificare le condizioni di Dybala, e riattivare Abraham per la propria semifinale. L’ingresso di Dybala prova a rianimare una gara segnata, ma dopo l’errore di Ibanez ci pensa Camara a spedire in Curva un rigore in movimento chiudendo in maniera infausta una prestazione già di per se deficitaria.

    Nel complesso una gara brutta, povera, ed avara di contenuti, si consegna al fischio finale alle cronache emettendo un verdetto quasi definitivo, con la Roma fuori e l’Inter dentro alla Champions, in una gara votata al pareggio ma decisa da due errori gratuiti dei giallorossi, e con un Maresca sempre ostile ogni qual volta incontra i giallorossi sul proprio cammino.

    Maurizio Rafaiani

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