Roma-Frosinone, l’analisi tattica: giallorossi compassati che vincono con giocate di qualità
L'analisi tattica di Roma-Frosinone (2-0), gara valevole per la 7a giornata di Serie A
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ROMA FROSINONE ANALISI TATTICA – Terza gara in settimana, energie non elevate, ritmi compassati ma tornano i 3 punti. Perché 3 punti dovevano essere e 3 punti sono stati, per ridare un minimo contegno alla classifica e riscattare un avvio di stagione semplicemente inaccettabile. Il 37esimo sold-out consecutivo non arriva ma per poco, a dimostrazione che il popolo giallorosso rimane sempre il vero vincitore, al quale sta ora la squadra allinearsi.
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Moduli e sviluppi di gioco
Mourinho e Di Francesco se la giocano in maniera speculare, un 3-4-2-1 che ancora una volta disegna i classici duelli individuali contrapposti, con i giallorossi dove davanti a Rui Patricio c’è la novità Cristante (che blinda l’emergenza difensiva), con Mancini e Ndicka ai lati. I quinti sono Karsdorp e Spinazzola, con in mediana Paredes che palleggia e Bove che recupera palloni e va a sostegno dell’azione offensiva, dove intorno a Lukaku si muovono Dybala e Pellegrini trequartisti a piede invertito. Per l’ex neanche troppo compianto, davanti a Turati ci sono Romagnoli al centro, con Okoli e Monterisi braccetti, mentre l’ex Marchizza e Oyono sono i quinti. In mediana un altro ex di serata, Mazzitelli, con Barrenechea in produzione di gioco e sostegno ai trequartisti Baez e un interessante Soulè alle spalle di un altrettanto interessante Cuni.
Primo tempo dalla partenza perentoria, vantaggio giallorosso ma equilibrio sostanziale
Una Roma sin dal fischio iniziale molto aggressiva che scala in avanti, conquista subito campo e supremazia col giusto atteggiamento che talvolta sfocia nella frenesia ma che consente sviluppi dove arrivare bene sugli avanzati. Anche il Frosinone, sulla costruzione bassa dei giallorossi, ha un atteggiamento aggressivo in avanti mentre gli sviluppi di gioco sono in sequenza palla avanti/palla indietro/palla avanti. Bravi i ciociari a giocare palla al giocatore che corre senza, portando sempre alcuni inserimenti senza palla interessanti. Di contro la Roma fa capire subito come sia decisivo trovare la linea di passaggio di qualità verso I due tenori, con Mancini che taglia in due il campo imbucato un passaggio chiave che Dybala (spesso in difficoltà in serata per la corsa e fisicità superiore di Okoli) e Lukaku tramutato in gol dopo una combinazione sublime. La Roma nel primo quarto di gara legge bene sia quando gestire il palleggio per abbassare i ritmi, sia quando andare subito in verticale e il vantaggio è legittimo. Di Francesco perde Romagnoli per infortunio e torna al 4-3-2-1, con la Roma che subendo l’inferiorità numerica in mezzo al campo deve sollecitare i suoi quinti a farsi venire a prendere dai terzini ciociari in maniera da lasciare gli attaccanti al 2 contro 2 o 3 contro 3, nel caso il terzino opposto resti in linea. Nella seconda parte del primo tempo fa irruzione nella gara Cuni che, viene pescato regolarmente dai compagni quando attacca bene lo spazio centrale dietro la linea difensiva giallorossa, movimenti che i difensori dovrebbero leggere senza farsi sorprendere.
Ripresa statica, ritmi non elevati, vantaggio consolidato
Non ci sono cambiamenti all’intervallo, ma il Frosinone rientra in campo più reattivo rispetto ai giallorossi anche in funzione del cambio modulo che da superiorità numerica in mezzo al campo consentendo un palleggio migliore, al contrario della Roma che porta in campo molta confusione e approssimazione. Di Francesco sente ancora la gara alla portata ed inserisce Caso e Cheddira per Cuni e Baez, al quale risponde Mourinho con Kristensen per Karsdorp ammonito. Dopo un’ora di gioco la stanchezza comincia a farsi sentire, un Dybala molto impreciso e stanco accusa più di tutti insieme a Pellegrini. Il Capitano però trova giusto appena prima della sostituzione l’inserimento che chiude la gara, con gli ingressi irrilevanti nel finale di Aouar e Azmoun da una parte, e Bourabia dall’altra.
Maurizio Rafaiani