21 Aprile 2023

Roma-Feyenoord, l’analisi tattica: Mourinho non sbaglia nulla, i giallorossi superiori nei supplementari

La nostra analisi del match vinto dalla Roma contro il Feyenoord ed il conseguente passaggio in semifinale di Europa League

Getty Images

ROMA FEYENOORD ANALISI TATTICA – Quarta Semifinale in 5 anni per la Roma, dodicesima in carriera per il suo condottiero, quel José Mourinho che non sbaglia nulla in serata nonostante ancora una volta la malasorte avesse voluto farsi spazio, sotto forma di infortunio di Wijnaldum e i consueti legni (ora 29 stagionali) compagnie ormai quasi banali, ai limiti dello stucchevole. Nei 210 minuti di gioco la Roma conferma la sua superiorità sull’avversario emersa solo nell’ultima parte di gara col dilagare del risultato ed esclusivamente per episodici eventi che quando la Roma ha deciso e voluto combattere, si sono genuflessi alla noblesse oblige presente sul terreno di gioco. Unica nota veramente stonata di serata l’infortunio occorso a Smalling, fino a quel momento e da inizio stagione, il giocatore in grado di spostare equilibri, al pari di Dybala e Matic, fuoriclasse assoluti della rosa.

Moduli e sviluppi di gioco

Mourinho opera scelte legate alla condizione fisica dei suoi, escludendo Dybala e Abraham con l’intento di farne uso a gara in corso, mentre davanti a Rui Patricio è Llorente (la cui presenza migliora ulteriormente la capacità di uscita pulita dalle retrovie) che vince il ballottaggio con Ibanez, affiancandosi a Smalling e Mancini. I quinti sono Zalewski e Spinazzola, con un quadrilatero in mezzo al campo formato da Matic e Cristante mediani bassi e Wjinaldum e Pellegrini a supporto di Belotti. Per Slot un 4-2-3-1 propositivo, come all’andata, che gira intorno a Kocku e Wieffer con i trequartisti esterni Idrissi e Jahanbakhsh e Szymanski sotto a Gimenez. Nel reparto arretrato davanti a Bijlow vi sono Trauner e Hancko centrali, con l’interessante Geertruida e Hartman terzini.

Primo tempo con una fiammata iniziale

Negli sviluppi di gioco iniziali la Roma conferma la sua fluidità tattica che disegna un 3-5-1-1 con un centrocampo dove Matic detta tempi sublimi, con Cristante e Wijnaldum mezzali a protezione ma libere di inserirsi e Pellegrini a tutto campo a dare sostegno a Belotti. La lettura tattica della squadra è perfetta, laddove lascia l’iniziativa agli avversari compattandosi dietro per attirare, rubare palla e ripartire, così come andare profondi sia sulla corsa di Spinazzola a sinistra, che trovando sempre raccordo con Belotti. Quando gli olandesi costruiscono dal basso, dal portiere, la Roma attua una pressione ultra-offensiva sui riferimenti, lasciando Bijlow libero, per poi andare sulle linee di passaggio per gli esterni obbligando l’appoggio centrale su Kocku. Lì è dove la Roma vuole rubare palla uscendo, a turno, il centrocampista giallorosso a lui più vicino. In mezzo al campo Szymanski e Matic si attenzionano a vicenda nelle fasi di non possesso, gli uomini di Slot sono talvolta imprecisi nel palleggio e la Roma ha un buon inizio di gara. A metà del primo tempo Wijnaldum lascia il campo per un problema muscolare, con El Shaarawy che fa il suo ingresso in campo a supporto di Belotti, con Pellegrini che si abbassa nella posizione di mezzala. L’uscita dell’olandese toglie un po’ di spinta alla squadra, che fatica ad accompagnare l’azione offensiva con il Feyenoord che comincia ad avere iniziativa attraverso l’innalzamento del palleggio attraverso il quale tenta una manovra avvolgente per la quale comunque, la Roma di fatto si limita a chiudere la conclusione dalla distanza. Il finale di tempo vive del troppo nervosismo in campo, che fa più gioco per gli olandesi, mentre i giallorossi dilapidano due punizioni da posizione favorevole che avrebbero dovuto essere sfruttate meglio ed il risultato di parità è figlio di valori altalenanti di possesso palla, supremazia territoriale ed indice di pericolosità 

La ripresa

Si riparte con gli stessi 22 del primo tempo e col solito palo colpito da Pellegrini che marca un rientro furente della Roma ed appare subito chiaro come, col passare dei minuti, il nervosismo aumenti. Il Feyenoord forza spesso la costruzione dal portiere e su Kocku esce sempre a turno il centrocampista più vicino dei giallorossi. Al minuto 55 la Roma protesta per la mancata assegnazione di un calcio d’angolo, ma sullo sviluppo repentino del fallo laterale decretato nasce la mischia dal quale scaturisce il vantaggio di Spinazzola. Slot inserisce forze fresche, con Paixao per Idrissi, attendendo per l’ingresso di Danilo, che avverrà solo in un secondo momento per Jahanbakhsh con susseguente passaggio al 4-4-2. Mourinho decide la scossa, con Ibanez per Llorente ammonito, Abraham per Belotti e Dybala per Zalewski, che manda El Shaarawy quinto di destra. I giallorossi hanno ora tutto il proprio potenziale offensivo in campo, e si vedrà. Prima, però, come a Rotterdam e come nel primo tempo per Wijnaldum, è il momento del secondo infortunio di serata, con Smalling che deve lasciare sostituito da Celik. Spinazzola che va braccetto di sinistra, con El Shaarawy quinto ora a sinistra. L’uscita di Smalling dall’imbuto difensivo sgombra tale zona strategica della sua presenza e non è un caso che la prima traiettoria aerea che transita nella zona si riveli letale con Paixao esecutore materiale. Il tempo scorre inesorabile, l’ultimo giro di lancette è imminente, quando il calcio si rivela in tutta la sua grandezza, facendo irrompere sulla gara il giocatore per il quale alla Roma, che fino a un anno fa gare così problematiche difficilmente risolveva, non appare nulla di precluso. La magia di Dybala (assistito morbidamente da Pellegrini) che da una ricezione a seguire, col piede meno forte, trova la coordinazione per poi battere in semi acrobazia col piede forte, regala il nuovo vantaggio e i supplementari fi una Coppa Europea ai giallorossi dopo tempo immemorabile.

Tempi Supplementari

La pausa spezza il ritmo alla Roma, con il Feyenoord che può riordinare le idee e ritornare in campo apparendo più brillante fisicamente, ma è nulla rispetto all’ingresso in scena del mattatore di serata (insieme a Matic), non prima di assistere al palo numero 29 (Ibanez). Da una azione che nasce da un appoggio di testa di Dybala si sviluppa una finalizzazione che Abraham incarta per El Shaarawy che scarta il cioccolatino del 3a1. Lopez per Hartman, Kumbulla per El Shaarawy, con Spinazzola che torna quinto a sinistra, sono gli ultimi cambi irrilevanti del tabellino, dal quale manca solo il nome del riabilitato Pellegrini che conclude un azione sviluppata ancora una volta da Dybala…sipario e Semifinale in vista, con il grande ex Rudi Voeller.

Maurizio Rafaiani

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