Mourinho, i conti non tornano. Dall’attacco flop alla difesa in crisi: l’analisi in casa Roma
La Roma di Mourinho ha collezionato una sola vittoria nelle ultime dieci di campionato. Dall'attacco flop alla difesa in crisi: l'analisi delle difficoltà principali in casa giallorossa
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MOURINHO CRISI ROMA – Un punto in tre partite, due sconfitte consecutive e sei gol subiti. Questo è il ruolino di marcia della Roma dopo le prime giornate di campionato. Con la sosta nazionali, adesso in casa giallorossa si dovrà lavorare per uscire da questa crisi di risultati, che in campionato dura già dalla scorsa stagione. L’attacco singhiozza e la difesa barcolla. Per questo motivo, José Mourinho sfrutterà questi giorni di riflessione per analizzare cosa non ha funzionato e adottare quindi i principali accorgimenti tattici.
L’attacco flop, la crisi difensiva, le difficoltà dei nuovi acquisti e quei nervosismi che non aiutano: alla Roma serve di più
Il problema del possesso palla: sì a lanci e angoli
Nell’edizione odierna, La Gazzetta dello Sport ha analizzato in diversi punti la situazione di crisi che si respira nell’ambiente di Trigoria dopo le prime tre giornate di campionato. Secondo La Rosea, uno di questi riguarda il possesso palla. Non basta Lukaku. Il fatto che per trovare una partenza peggiore della Roma bisogna risalire al 1950-51 significa molto. Dalla partita col Milan dello scorsa annata a quella di venerdì, la squadra di Mourinho ha vinto una volta, ottenendo 8 punti su 30 disponibili. Tra l’altro, anche la precedente contro l’Atalanta era stata persa.
Paragonare due annate è complicato, ma una cosa è certa: ci sono lavori in corso. Sia in ritiro che nelle prime due giornate la Roma aveva dato mostra di voler cambiare modo di giocare, provando a fare la partita attraverso un possesso palla rapido a cercare verticalizzazioni. Col Milan si è visto un ritorno al passato, con la difesa bassa e con lanci lunghi per cercare le punte. La sensazione è che Lukaku, capace di fare reparto da solo, potrà accentuare la tendenza. E si resta ancora aggrappati alle palle inattive.
Portiere e difesa in difficoltà: passare a 4 dietro?
Se l’attacco è sempre stato il punto debole della Roma di Mourinho, la difesa finora ha rappresentato il fiore all’occhiello. Eppure, anche questo reparto è difficoltà, alla luce delle sei reti subite in tre match. a percentuale delle realizzazioni sui tiri nello specchio è alta, ma innegabile che alcuni dei protagonisti delle ultime due stagioni abbiano dei problemi. Due su tutti: Rui Patricio e Smalling.
In questo inizio difficile di campionato i loro errori hanno pesato, anche se c’è da dire che Llorente sta facendo rimpiangere Ibanez e Ndicka al momento è ancora un oggetto misterioso. Stando così le cose, si potrebbe tornare ad una difesa a quattro. Scelta tattica che in fase d’attacco potrebbe garantire più soluzioni. Una cosa però è sicura: gli esterni difensivi devono produrre di più e con maggiore qualità (col Milan 11 cross sbagliati), anche se Zalewski ha accusato una contrattura e salta la nazionale.
I nuovi acquisti: ok Aouar, Paredes delude
La lista dei volti nuovi anche nell’ultimo mercato è stata lunga e niente affatto banale. Aspettando di vedere quello che potrà dare Romelo Lukaku, accolto come una sorta di salvatore della patria giallorossa, se si eccettua il franco-algerino Aouar, tutti gli altri finora non hanno convinto. Ndicka non ha giocato neppure un minuto, la conferma di Llorente non sta pagando, mentre Kristensen non pare migliore di Karsdorp.
Le vere note dolenti, però, arrivano dal centrocampo, anche se per motivi differenti. Paredes sembra essere quello che la Juventus non ha voluto confermare, mentre Renato Sanches, pur avendo mostrato verve, come si temeva si è subito fermato per un infortunio muscolare, vero tallone d’achille degli ultimi anni della sua carriera. Da scoprire anche Azmoun: l’attaccante è arrivato a Trigoria già infortunato e quindi anche lui avrà bisogno di tempo per trovare una condizione utile a insidiare Lukaku, Belotti ed El Shaarawy.
Tanti silenzi e nervosismi che non aiutano
L’arrivo di Lukaku non sembra avere placato le ubbie di Mourinho. Dopo il ko col Milan, infatti, stavolta sono stati tanti i romanisti che si sono chiesti perché l’allenatore, disertata la conferenza della vigilia, non abbia voluto parlare neppure al termine del match, tanto che i rovesci (con Verona e Milan) sono stati spiegati da Pellegrini e Cristante. La spiegazione dell’ira nei confronti dell’arbitro regge poco.
Al solito, però, lo Special One in panchina era teso, tanto che non è passato inosservato né il suo “vergogna” dopo il penalty né gli applausi sarcastici che ha fatto dopo il vantaggio. Se prima dell’arrivo di Lukaku, il tecnico aveva detto che la Roma poteva lottare per un posto “dal 5° all’8°”, ora il club ha fatto sapere che l’investimento per il belga è stato fatto per un motivo: approdare in Champions. Certo, questo aumenterà la pressione su Mourinho, che è pure in scadenza di contratto, ma non si è Special per caso.