Roma-Cremonese, l’analisi tattica: il cinismo giallorosso ha la meglio, secondo clean sheet stagionale

Giacomo Emanuele Di Giulio
23/08/2022 - 9:33

L'analisi del match di ieri allo Stadio Olimpico

Foto Tedeschi
Roma-Cremonese, l’analisi tattica: il cinismo giallorosso ha la meglio, secondo clean sheet stagionale

La Roma apre il suo campionato casalingo nella giornata dove già l’eco dell’infortunio a Wijnaldum veniva superato da quello di Zaniolo e con un nuovo 1-0, risultato che certifica la grandezza di una squadra capace dell’ennesimo clean sheet e di saper cantare e portare la croce. Per Alvini e i suoi una dimostrazione di calcio arioso e sfrontato, mai speculativo, che può sicuramente portare lontano.

Moduli e sviluppo di gioco

Disegnate entrambe in campo intorno a un 3-4-1-2, nonostante la maggiore qualità dei singoli sarà sempre la Cremonese a tessere le trame migliori, con Zanimacchia dietro alle punte Dessers e Okereke, con Ascacibar e Pickel in mediana mentre i due esterni sono Ghiglione e il brillante Valeri sempre propositivi e puntuali a sostegno dell’azione. Dietro ci sono Lochoshvili e Aiwu braccetti con Chiriches francobollatore di Abraham e tutto ciò che si materializza nell’imbuto centrale. Mourinho ripropone gli undici di Salerno, con Smalling, Mancini e Ibanez davanti a Rui Patricio mentre Karsdorp e Spinazzola regalano le ampiezze. In mediana Pellegrini e Cristante alimentano il gioco che esalta la qualità di Dybala e Zaniolo punte esterne alle spalle di un Abraham, sempre contenuto da Chiriches, che lo anticipa sempre e lo annulla e che si fa preferire più nel mettersi al servizio dei compagni che nella finalizzazione.

Primo tempo equilibrato

La Roma parte forte spinta dai settantamila e ha un impatto prepotente sulla gara, ritmi alti, trova sempre bene la linea di passaggio verticale dentro al campo, ma la Cremonese non subisce contraccolpo. Non butta palla ma palleggia bene con la codifica palla avanti/palla dietro/palla avanti che le consente di restare corta e non allungarsi mai sul campo. In fase difensiva i lombardi portano una pressione alta sui riferimenti giallorossi, con gli uomini di Mourinho che quando saltano la prima linea di pressione trovano spazi e tempi di gioco dentro al campo dove si esalta Dybala in più occasioni. A ciò si aggiunge in mezzo al campo il gioco delle coppie tra i mediani, con Abraham che attenziona Ascacibar. Nel primo quarto di gara in equilibrio è l’indice di pericolosità favorevole alla Roma a lasciare gli aspetti più rilevanti nonostante i giallorossi non riescano a dare continuità al palleggio, spesso imprecisi e davanti a scelte spesso sbagliate di Zaniolo. una gara spezzettata dove gli uomini di Alvini si fanno preferire per fluidità, facendo correre molto a vuoto, con Mancini che fatica a contrastare efficacemente il divincolante Dessers. Dopo le vicissitudini delle ultime ore con l’infortunio di Wjinaldum, per la Roma sembra non finire la cattiva stella che mette fuori causa anche Zaniolo (entra El Shaarawy), in una caduta fortuita.

Ripresa decisiva, il cinismo giallorosso basta per vincere il match

Al rientro in campo per la ripresa, la traversa di Dessers (capolavoro di gesto tecnico) scuote la Roma che produce ma non trova il gol. Alvini che corre ai ripari con la verve di Buonaiuto (che si tira fuori e crea), con la corsa di Baez e con Bianchetti per Zanimacchia, Ghiglione, e Aiwu. La Roma crea nonostante ancora una certa difficoltà e imprecisione nel palleggio e trova il gol con Smalling, imperioso stacco di testa su assistenza del blocco di Mancini. Arriva poi il momento di Zalewski e Matic per Dybala e Spinazzola, con Pellegrini tuttocampista, tra le punte e in aiuto ai due mediani, Celik per Karsdorp in conservazione. Alvini le prova tutte, ora con Tsadjout per Okereke, Ciofani per Lochosvhili. Nell’ultimo quarto di gara Ibanez regala una punizione assurda ai grigiorossi, mentre sibilano ai pali di Rui Patricio i fendenti di Valeri e Pickel, col fischio finale che issa i giallorossi in testa alla classifica con Inter e Napoli.

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  1. Ma perché la Cremonese prende Dessers e la Roma no? Capita spesso di ammirare fior di giocatori nelle squadre cosiddette minori quando noi fatichiamo per ogni acquisto che poi magari delude a fronte di bei soldoni, come x Shodurov e altri (troppi).

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