Roma-Bologna, l’analisi tattica: la troppa frenesia e la poca qualità non hanno regalato la vittoria

Redazione RN
02/05/2022 - 13:09

Foto Tedeschi
Roma-Bologna, l’analisi tattica: la troppa frenesia e la poca qualità non hanno regalato la vittoria

ROMA BOLOGNA ANALISI TATTICA – La Roma torna ad impattare in campionato con squadre di medio-bassa classifica, mostrandosi indigesta nel venirne a capo in maniera risoluta e lasciando rimpianti nei 90 minuti, dove mai sono mancate applicazione e convinzione, ma in troppi momenti la frenesia e qualità hanno condizionato scelte e finalizzazioni. Non bastano le scelte legate al turn over attuato e l’assenza dell’anello di congiunzione dei suoi sviluppi di gioco, Mkhitaryan, per spiegare una gara che andava obbligatoriamente vinta per alimentare la classifica e ripagare l ennesimo bagno di folla giallorossa

Moduli e sviluppi di gioco 

Mourinho attinge dalla rosa nel disegnare il suo 3-4-2-1 dove Smalling lascia spazio a Kumbulla davanti a Rui Patricio, con Mancini e Ibanez confermati braccetti ai lati dell’ex veronese. Cristante e Veretout in mediana formano il quadrilatero sulla cui base offensiva sono Felix e Carles Perez (entrambi a piede invertito) ad agire alle spalle di Zaniolo falso nove, mentre El Shaarawy e Maitland-Niles battono le corsie laterali. De Leo, appendice in campo dello Staff di Mijhailovic, va praticamente a specchio con Bonifazi, Medel, Kasius davanti all’ex Skorupski, con Soumaro e Hickey esterni mentre in mezzo, vicino a Schouten e Dominguez, si abbassa Soriano per creare superiorità numerica, salvo accompagnare l’azione offensiva di Arnautovic e Orsolini.

Primo tempo veloce ma interlocutorio nel risultato 

Il Bologna è allo stato attuale la squadra più in salute e la Roma sceglie di aggredirla subito in avanti, super aggressiva, chiudendo molto in zona palla ; la gara vede riitmi alti per entrambi da subito, con i felsinei che palleggiano bene sugli appoggi e attaccano con molti uomini sopra la linea della palla, concedendo spazi per le ripartenze dei giallorossi non sempre letti e sfruttati a dovere. Nelle transizioni Carles Perez è molto confusionario e sistematicamente rimpallato nella conclusione, mentre Felix raramente cerca l’ 1 contro 1 risolutore o la percussione nello spazio,prefendo scaricare palla senza affondare e finendo l’impatto sul muro rossoblu. Il Bologna si dimostra molto reattivo e brillante, arriva spesso prima coi tempi di pressing e per ritmo avvicina molto la Roma alle sollecitazioni che riceverà giovedì nel Ritorno di Conference League. I giallorossi concedono agli uomini di De Leo nella seconda parte del primo troppo palleggio e traccianti verticali nella zona centrale, non riescono a trovare compattezza e nelle poche quanto canoniche riconquiste palla nei 30 metri difensivi provano a sfruttare il poco equilibrio che il Bologna gli concede dopo la transizione negativa. Il fischio che interrompe il primo tempo vede 45 minuti di capovolgimenti di fronte con la Roma più propensa alla transizione ed un Bologna in leggera supremazia e proposta a fronte di un indice di pericolosità sostanzialmente in equilibrio.

Ripresa con tanti cambi e tentativi per centrale la vittoria, ma finisce con un nulla di fatto

Si riparte con gli stessi 22,e sulla falsariga del primo tempo, con i giallorossi che chiudendo molto in zona palla troppo spesso faticano a scivolare sui quinti, concedendo alcuni spazi importanti sui quali però anche il Bologna si dimostra poco cinico. Dopo qualche decisione cervellotica di Fabbri, che come tutti gli altri si dimostra prevenuto nei confronti di Zaniolo e completando l’opera con l allontanamento di Nuno Gomes(altro osservato speciale dello Staff,da parte del sistema arbitrale), la Roma non trova organizzazione nella pressione alta, spesso fuori tempo, con Mourinho che dopo un’ora di gioco sospende le performance deficitarie dei rincalzi divenuti titolari di giornata inserendo Pellegrini, Abraham, Karsdorp, Zalewski, in luogo di Felix, Carles Perez, El Shaarawy e Maitland-Niles con Zaniolo che ritorna sul centro-destra. Con i nuovi ingressi che inizialmente danno nuova linfa,idee,e freschezza alla manovra giallorossa che si rianima. Successivamente De Leo inserisce Barrow, De Silvestri e Svamberg per Kasius, Orsolini e Dominguez, mentre Mourinho conclude la gara con Shomurodov in luogo di Veretout, con Pellegrini che scala in mediana. Nello sforzo che produce il forcing finale ci vuole lucidità, aggirare e non sbattere sul muro rossoblu (che finiscono con Theate e Asbischer per Bonifazi e Soriano), cosa che la Roma ma riesce a praticare con gli esterni che non aprono il campo a dovere e con la palla filtrante che non viene ma trovata, consentendo l’inviolabilità dell’imbuto centrale che è anche la fotografia del nulla di fatto che scaturisce al fischio finale.

La Roma torna ad impattare in campionato con squadre di medio-bassa classifica, mostrandosi indigesta nel venirne a capo in maniera risoluta e lasciando rimpianti nei 90 minuti, dove mai sono mancate applicazione e convinzione, ma in troppi momenti la frenesia e qualità hanno condizionato scelte e finalizzazioni. Non bastano le scelte legate al turn over attuato e l’assenza dell’anello di congiunzione dei suoi sviluppi di gioco, Mkhitaryan, per spiegare una gara che andava obbligatoriamente vinta per alimentare la classifica e ripagare l ennesimo bagno di folla giallorossa

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO 

Mourinho attinge dalla rosa nel disegnare il suo 3-4-2-1 dove Smalling lascia spazio a Kumbulla davanti a Rui Patricio, con Mancini e Ibanez confermati braccetti ai lati dell’ex veronese. Cristante e Veretout in mediana formano il quadrilatero sulla cui base offensiva sono Felix e Carles Perez (entrambi a piede invertito) ad agire alle spalle di Zaniolo falso nove, mentre El Shaarawy e Maitland-Niles battono le corsie laterali. De Leo, appendice in campo dello Staff di Mijhailovic, va praticamente a specchio con Bonifazi, Medel, Kasius davanti all’ex Skorupski, con Soumaro e Hickey esterni mentre in mezzo, vicino a Schouten e Dominguez, si abbassa Soriano per creare superiorità numerica, salvo accompagnare l’azione offensiva di Arnautovic e Orsolini.

PRIMO TEMPO VELOCE MA INTERLOCUTORIO NEL RISULTATO 

Il Bologna è allo stato attuale la squadra più in salute e la Roma sceglie di aggredirla subito in avanti, super aggressiva, chiudendo molto in zona palla ; la gara vede riitmi alti per entrambi da subito, con i felsinei che palleggiano bene sugli appoggi e attaccano con molti uomini sopra la linea della palla, concedendo spazi per le ripartenze dei giallorossi non sempre letti e sfruttati a dovere. Nelle transizioni Carles Perez è molto confusionario e sistematicamente rimpallato nella conclusione, mentre Felix raramente cerca l’ 1 contro 1 risolutore o la percussione nello spazio,prefendo scaricare palla senza affondare e finendo l’impatto sul muro rossoblu. Il Bologna si dimostra molto reattivo e brillante, arriva spesso prima coi tempi di pressing e per ritmo avvicina molto la Roma alle sollecitazioni che riceverà giovedì nel Ritorno di Conference League. I giallorossi concedono agli uomini di De Leo nella seconda parte del primo troppo palleggio e traccianti verticali nella zona centrale, non riescono a trovare compattezza e nelle poche quanto canoniche riconquiste palla nei 30 metri difensivi provano a sfruttare il poco equilibrio che il Bologna gli concede dopo la transizione negativa. Il fischio che interrompe il primo tempo vede 45 minuti di capovolgimenti di fronte con la Roma più propensa alla transizione ed un Bologna in leggera supremazia e proposta a fronte di un indice di pericolosità sostanzialmente in equilibrio.

RIPRESA CON CAMBI E TENTATIVO PER ENTRAMBE DI CENTRARE LA VITTORIA,MA FINISCE COL NULLA DI FATTO

Si riparte con gli stessi 22,e sulla falsariga del primo tempo, con i giallorossi che chiudendo molto in zona palla troppo spesso faticano a scivolare sui quinti, concedendo alcuni spazi importanti sui quali però anche il Bologna si dimostra poco cinico. Dopo qualche decisione cervellotica di Fabbri, che come tutti gli altri si dimostra prevenuto nei confronti di Zaniolo e completando l’opera con l allontanamento di Nuno Gomes(altro osservato speciale dello Staff,da parte del sistema arbitrale), la Roma non trova organizzazione nella pressione alta, spesso fuori tempo, con Mourinho che dopo un’ora di gioco sospende le performance deficitarie dei rincalzi divenuti titolari di giornata inserendo Pellegrini, Abraham, Karsdorp, Zalewski, in luogo di Felix, Carles Perez, El Shaarawy e Maitland-Niles con Zaniolo che ritorna sul centro-destra. Con i nuovi ingressi che inizialmente danno nuova linfa,idee,e freschezza alla manovra giallorossa che si rianima. Successivamente De Leo inserisce Barrow, De Silvestri e Svamberg per Kasius, Orsolini e Dominguez, mentre Mourinho conclude la gara con Shomurodov in luogo di Veretout, con Pellegrini che scala in mediana. Nello sforzo che produce il forcing finale ci vuole lucidità, aggirare e non sbattere sul muro rossoblu (che finiscono con Theate e Asbischer per Bonifazi e Soriano), cosa che la Roma ma riesce a praticare con gli esterni che non aprono il campo a dovere e con la palla filtrante che non viene ma trovata, consentendo l’inviolabilità dell’imbuto centrale che è anche la fotografia del nulla di fatto che scaturisce al fischio finale.

Maurizio Rafaiani

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