Fermo Immagine, Roma-Bayer Leverkusen: Bove, corri ragazzo laggiù
Continua l’appuntamento con la rubrica di Paolo Marcacci al termine delle partite della Roma. Ogni post-gara un commento su quanto mostrato dagli uomini di Josè Mourinho.
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ROMA BAYER LEVERKUSEN MARCACCI – Continua l’appuntamento con la rubrica di Paolo Marcacci al termine delle partite della Roma. Ogni post-gara un commento su quanto mostrato dagli uomini di Josè Mourinho.
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Bove, corri ragazzo laggiù
Un’anima ispanica, a livello di fraseggio, nel tocchettare fluido di Palacios e compagni l’abbiamo vista da subito; forse la Roma a livello di palleggio l’ha anche subita. Del resto, il primo a giurare sulla bontà del lavoro di Xabi Alonso era stato proprio Mourinho, in tempi non sospetti.
Dopo un tempo piuttosto stagnante, una Roma un poco rinunciataria si fa sorniona, nell’attesa di sfruttare a proprio vantaggio la caratteristica, ben conosciuta e suffragata dai numeri, che hanno i tedeschi di sovraesporsi alle folate avversarie.
La percussione di Edoardo Bove subito dopo lo scoccare dell’ora di gioco è la sliding door della partita: aggredisce lo spazio, va dentro con la palla, serve Abraham che conclude in girata, poi sulla risposta di Hradecky all’inglese si fa trovare pronto per quella specie di rigore in movimento. Resta in equilibrio sul bacino, riesce ad aprire il piatto sinistro verso l’angolo più lontano, “disegna” l’uno a zero sotto il settore ospiti. La percezione è netta: il gol, in una gara del genere, con un cementato equilibrio fino a quel momento, vale qualcosa più dell’oro. Ma un’altra percezione l’aveva preceduta, sempre a proposito del numero 52 della Roma: stava già diventando la “sua” partita, per intensità e lucidità negli appoggi. La soddisfazione che gli si legge in volto quando esce, miscelata alla carica agonistica che ancora lo stravolge, rende ancora più protagonista il suo volto quasi bambino.
Paolo Marcacci