Roma a testa e cresta alta
Anche a Napoli il Faraone dimostra di essere sempre una buona idea, per affidabilità, qualità, mentalità e generosità. Insomma, tutto quello che non è mai stato Zaniolo. Il “civil servant” e l’”unfit”.
Foto Tedeschi

A testa alta e senza complessi. La Roma ha accarezzato l’idea di uscire dal Maradona imbattuta e lo meritava. Si lascia Napoli con una sensazione agrodolce, nessun regalo al neo sessantenne Mourinho ma una rinforzata coscienza di aver giocato alla pari con l’incontrastata prima in classifica.
I giallorossi hanno tenuto testa ai partenopei con un gran secondo tempo, le tante occasioni create, l’ingresso scientifico di El Shaarawy, ancora una volta decisivo e coinvolto nel gioco grazie anche all’assenza forzata dell’eretico Zaniolo. E se nulla si è potuto al cospetto della potenza, della tecnica e della fantasia di un sovrumano Osimhen, la Roma ha la certezza di aver disputato una delle sue migliori partite stagionali per concentrazione e voglia di rimanere nel match anche quando si poteva cedere all’ineluttabilità dell’avversario palesemente più forte e più bello.
Roma con zero punti ma organizzata e quadrata
Dopo i 96 minuti del Maradona, la squadra di Mourinho deve sentirsi più forte perché ha dimostrato di essere quadrata, organizzata e cinica. Chirurgica ad approfittare delle briciole lasciate dal muro azzurro eretto da Spalletti, e compatta a limitare il più possibile la forza devastante dell’attacco napoletano. Mai arrendevole, si copre bene e prende pochi rischi. Certo si torna a casa con zero punti, ma la consapevolezza di sé è una buona compagna di viaggio di ritorno verso la capitale e lo sarà anche a Trigoria quando si inizierà a preparare l’impegno di Coppa Italia con la Cremonese.
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El Shaarawy è sempre una buona idea
Nella ripresa Mourinho tenta la carta El Shaarawy, che da subito dà nuova linfa e maggior movimento agli attacchi giallorossi. Al 75’ il Faraone riesce a sorprendere alle spalle tutta la difesa del Napoli e insaccare da pochi passi l’eroico pareggio. Al suo secondo gol consecutivo dopo quello allo Spezia, Stephan dimostra di essere sempre una buona idea, per affidabilità, qualità, mentalità e generosità.
E semmai possa sembrare fuori luogo un confronto con chi si è tirato fuori dalla partita e dalla stagione, lasciateci fare una considerazione: El Shaarawy inevitabilmente in questo momento racchiude tutto quello che Zaniolo non è riuscito ad essere nella sua avventura a Roma. Il “civil servant” e l’”unfit”.
GSpin