Quando la penna diventa tweet: le grandi firme giornalistiche alle prese con i social

Teresa Tonazzi
03/05/2020 - 13:36

Quando la penna diventa tweet: le grandi firme giornalistiche alle prese con i social

SOCIAL NETWORK GIORNALISTI INSTAGRAM FACEBOOK TWITTER – Mantenere la distanza sociale sì, ma non dai social. Un motto condiviso da molti. Forse sembrerà un po’ strano ricevere notizie di un certo spessore tramite un tweet o una diretta Facebook. Eppure, ormai è quasi all’ordine del giorno. È infatti risaputo che i social network si siano convertiti in strumenti di diffusione di massa, per cui anche politici, membri di istituzioni e personalità di spicco hanno abbracciato questo mondo. Soprattutto in un momento del genere in cui tutto il paese resta tra le mura casalinghe. Vediamo quindi come se la cavano sui social le principali figure del giornalismo italiano.

Le grandi firme scelgono Twitter: Porro, Travaglio e Belpietro i più ‘social’

Il social prediletto dai giornalisti sembra essere Twitter. Tutte le grandi firme si ritrovano infatti sul social di San Francisco. Tra i più attivi troviamo Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, che pubblica quasi quotidianamente anche su Facebook, ma non su Instagram. Così come il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, che si serve prettamente degli altri due social. C’è poi il vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, che invece è attivo anche sul social color porpora con un totale di circa mille post, nei quali compare anche qualche scatto personale. Il direttore de Il Tempo Franco Bechis sposta nuovamente l’attenzione su Twitter, sul quale lascia input dei pezzi del giornale. Account Instagram molto seguito ma poco utilizzato quello del vicedirettore del Corriere della Sera, Massimo Gramellini, che ha pubblicato solamente 28 post contro gli aggiornamenti quotidiani su Facebook e Twitter. Il direttore di Repubblica Maurizio Molinari è invece attivo su tutti e tre i social, e su Instagram conta più di un migliaio di post, seppure sembra sia in pausa da qualche mese. Tra le firme mediamente attive, ovvero con intervalli di tempo di almeno due settimane tra una pubblicazione e l’altra troviamo Gianluigi Nuzzo, giornalista e conduttore di Quarto grado e anche Bruno Vespa, giornalista e noto volto di Porta a Porta. Rientra nella categoria dei poco ‘social’ il direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli, il quale ultimo post su Twitter risale al 30 gennaio 2019. Stessa considerazione per Andrea Di Caro, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport. Menzione a parte va fatta per i giornalista Aldo Grasso e Massimo Giletti,  e il direttore de Il Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni, che al momento non risultano avere account verificati sui social.

La sfida social è su Twitter. Instagram e Facebook fanno da contorno

Senza dubbio alcuno, il più seguito su Twitter è il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che raggiunge i 1.595 milioni di follower. La medaglia d’argento spetta a Nicola Porro, vicedirettore de Il Giornale, che colleziona meno di un terzo dei fan (366.850). Sul podio anche Maurizio Belpietro, vicedirettore di Panorama, con 210mila seguaci. Il noto giornalista Bruno Vespa finisce di poco al quarto posto, con 196.716, e davvero ad un soffio con 195.317 fan troviamo il direttore de Il Tempo Franco Bechis. Il conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzo e il vicedirettore del Corriere della Sera Massimo Gramellini occupano sesto e settimo posto, rispettivamente con circa 142mila e 118mila followers. Ottava posizione per il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, che con i suoi 54.420 stacca il direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli, che resta così nono classificato (30.823 follower). Chiude la classifica con 1.076 fan Andrea Di Caro, vicedirettore de La Gazzetta dello Sport. Per quanto riguarda Facebook, la medaglia d’oro va ancora a Marco Travaglio, con quasi due milioni di followers, seguito da Gramellini (498.663) e Porro (457.852). Lo stesso vicedirettore de Il Giornale, però, vince la classifica su Instagram con circa 195mila followers, seguito ancora dal vicedirettore del Corriere della Sera, Massimo Gramellini (52.700) ed infine dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari (3.514).

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