Perché l’esordio di Lukaku a mezzo servizio non consola il romanista
Per gli uomini di Jose' Mourinho, mai realmente dentro al match se non nel finale e ancora troppo distratti in difesa, si tratta del secondo ko di fila nel giorno della presentazione e dell'esordio di Lukaku entrato dalla panchina.
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Condizionata sì dal rigore concesso al Milan dopo 5 minuti, ma la prova priva di contenuti della Roma porta con sè tanti nodi che non possono essere sciolti rivendicando contingenze arbitrali. La squadra di Mourinho sabato sera ha dato segnali preoccupanti in termini di coraggio, proposizione, idee e linearità nella gestione della palla. Per 90 minuti manca di convinzione, ritmo, reattività e leggerezza, tutto quello che i rossoneri hanno e non sprecano.
Cristante e compagni sono stati completamente dominati, incapaci di trovare le contromisure all’imprevedibilità dei rossoneri e di impensierire il portiere Maignan, praticamente impegnato per la prima volta al minuto 69. E sì che il Milan è una delle 3 squadre che Mourinho da allenatore della Roma non è riuscito ancora a battere (insieme a Napoli e Venezia), ma una prestazione così rinunciataria probabilmente non se l’aspettavano neppure i più acerrimi detrattori del tecnico portoghese.
Senza “difesa”
Alla fine del primo tempo l’unica cosa positiva era il risultato, un “abbordabilissimo” 0-1. Solo un miracolo di Rui Patricio evita invece che il passivo sia più pesante prima dell’intervallo. Tanto c’è tempo nella ripresa… Anzi, bastano due minuti e la difesa romanista, fragile e svagata, si concede anche il lusso di addormentarsi per concedere un gol sensazionale a Leao. Rete che spinge il reparto di Smalling già tra i peggiori di questa Serie A con due 2 gol presi nel primo quarto d’ora del secondo tempo, record negativo rispetto a tutte le altre squadre del campionato in questa stagione.
L’esordio di Lukaku e il lampo di Spinazzola
Debutto sfortunato per Lukaku che pure, al suo ingresso, risulterà il migliore dei giallorossi, unico capace di impensierire il portiere rossonero. Poteva essere la sua serata dopo il bagno di folla di Ciampino: la presentazione al tramonto, nel centro esatto dello stadio Olimpico, con i fuochi d’artificio gialli e rossi a far da cornice.
Una festa durata poco per lasciare posto all’amarezza del calcio giocato, controverso e complicato come l’avvio di stagione di Spinazzola. E’ suo il gol che riaccende anche solo per qualche minuto le speranze di una Roma a corto di lucidità. Un lampo nella mediocrità di un secondo tempo ravvivato dall’ingresso del gioiello del mercato giallorosso, al meglio del suo 30 per cento di condizione con due soli allenamenti individuali sulle gambe, e dall’espulsione di Tomori.
Roma, la condizione fisica preoccupa
E poi la condizione precaria dei giocatori, tra gambe pesanti e infortuni con Aouar che va a fare compagnia in infermeria a Dybala e Sanches. Limiti atletici che si aggiungono ai limiti tecnici di alcune pedine fondamentali in punti nevralgici del campo, come Celik e non solo.
Nei 15 giorni che mancano alla prossima partita di campionato, con i giocatori che non partiranno per le nazionali e con il suo staff, Mourinho dovrà fare quadrato. Analizzare, capire e risolvere cosa è andato storto nella preparazione estiva. Mettere toppe e ricucire lacune e deficit atletici. Parlarsi a brutto muso con senatori e non senatori, vecchi e nuovi arrivati. Mettere un punto sulle prime tre giornate di Serie A senza vittorie, fare tabula rasa e ripartire con testa, gambe e cuore.
GSpin
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