Panella a RN: “L’errore di Ibanez nasce da una mancata gestione posturale. L’atteggiamento teatrale penalizza la Roma”

Manuela Fais
22/03/2023 - 18:58

L’espulsione di Ibanez e il nervosismo in campo hanno influito sull’andamento del derby. Abbiamo parlato di questi aspetti con il dottor Gianluca Panella, psicologo psicoterapeuta e consulente in psicologia dello sport

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Panella a RN: “L’errore di Ibanez nasce da una mancata gestione posturale. L’atteggiamento teatrale penalizza la Roma”

PANELLA INTERVISTA IBANEZ – Il derby per Roger Ibanez si sta rivelando una partita da incubo. Tra errori ed espulsioni è stato il protagonista in negativo degli ultimi tre precedenti contro la Lazio. L’espulsione e il nervosismo in campo hanno inevitabilmente influito sull’andamento della gara, che si è conclusa con un ko della Roma.

In un’intervista esclusiva a Romanews.eu, abbiamo parlato di questi aspetti con il dottor Gianluca Panella, psicologo psicoterapeuta e consulente in psicologia dello sport.

L’intervista esclusiva a Gianluca Panella

È un caso che Ibanez sia sempre il protagonista in negativo contro la Lazio?
“Penso che bisogna partire dal pre-partita e da Mourinho che con le sue dichiarazioni ha “dato un po’ di gas”, accendendo il derby dopo la partita di Europa League. Vorrei fare un paragone tra il rosso di Ibanez e quello di Kumbulla contro il Sassuolo sono diverse situazioni ma ci portano a ragionare sulle possibili cause. Entrambi gli atteggiamenti sono una conseguenza della mancata gestione da parte del calciatore della frustrazione del momento.

E’ una questione di secondi, Kumbulla reagisce alla provocazione di Berardi, mentre Ibanez si è trovato in una situazione di difficoltà legata alla perdita del pallone e dunque a una mancata gestione posturale. Il corpo non solo va allenato meticolosamente, ma va anche ascoltato. In questo caso è inutile prendersela solo contro Ibanez, è necessario fare un lavoro di gruppo per limitare gli atteggiamenti disadattivi durante la partita.

Tutto dipende dal momento psico-corporeo: psiche e mente devono viaggiare insieme, se non lavori sul corpo non puoi lavorare sulla mente e viceversa. Bisogna, a mio avviso, sensibilizzare la società a un lavoro sulla consapevolezza psico-corporea.”

Escludere Ibanez nel prossimo derby è la soluzione giusta?
“Ci vorrà un po’ per scrollarsi questa sconfitta ma io mi allineo con quello che ha detto Carlo Zampa: non bisogna focalizzarsi su un singolo, il bello del calcio è che è uno sport di squadra. Se un giocatore è in difficoltà, va singolarmente a chiedere aiuto per risolvere l’ansia da prestazione. Io penso che la grande sfida per il futuro sia il lavoro di gruppo.

È necessario rieducare nel tempo e ri-alfabetizzare tutto lo staff, non solo i calciatori. Nel caso del derby, Ibanez ha sbagliato e ha compromesso la partita ma ha fatto tanto bene in altre. A volte si può anche sbagliare ma contro la Lazio è così: tutto sta nel cercare di non cadere nelle provocazioni, perché poi basta un attimo che cambia la partita. Ecco perché è importante lavorare non solo a livello curativo o occasionale ma in maniera preventiva-continuativa.”

Il nervosismo dello staff tecnico della Roma (11 cartellini rossi) quanto incide in partite come il derby?
“Sulla panchina della Roma c’è troppo movimento: Mourinho è sempre stato un trascinatore ma in alcuni momenti è necessario fare delle piccole revisioni perché in alcune giornate è stato troppo reattivo. Ad esempio, con Fonseca i giocatori si dovevano sempre difendere e si comunicava poco in gruppo, ora la situazione è opposta.

Bisogna trovare un equilibrio in tutte le partite e soprattutto in quelle topiche, cosa che non è stata fatta. Sono convinto che serva un lavoro di gestione emotiva e comunicativa del gruppo. Gli atteggiamenti si evitano se si riprende lo staff e lo si sensibilizza verso un atteggiamento meno teatrale. Non è un processo contro la Roma di Mourinho, succede spesso anche ad altri allenatori. Il lavoro deve essere di sensibilizzazione sul modo di comunicare, d’altronde si parla sempre di gestione delle emozioni.”

Mettiamoci un attimo dalla parte di Ibanez, come si riparte dopo aver perso per colpa tua il derby di Roma?
“La cosa importante è avere accanto persone che ti possono sostenere. E’ importantissimo che, non solo i compagni di squadra, ma tutto lo staff della Roma, partendo da Mourinho, lo sostengano con un atteggiamento professionistico. Ora è necessario essere complici con lui ma se sei un professionista devi pensare che tutto passa e che sono errori che possono capitare.”

Per concludere, quanto è importante avere la figura dello psicologo dello sport all’interno di una squadra?
“Lo psicologo dello sport attualmente non è ben visto e non fa parte dello staff delle squadre. Oggi come oggi, tutti riescono a parlare di aspetti psicologici e mentali. La psicologia dello Sport è molto importante, è necessario mandare il segnale che ci si debba affidare a persone che hanno studiato e hanno conoscenza dello sport. Di Francesco, ad esempio, è uno che crede tanto in questa figura.”

Manuela Fais

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  1. Non sono psicologo, ma posso affermare con certezza che l’errore di Ibañez nasce da stop compleramente sbagliato causa limiti tecnici evidenti, afferenti al giocatore stesso (nella Roma è in buona compagnia eh!)

    1. Io sono psicologo e sono d’accordo che il giocatore non deve essere colpevolizzato ma sostenuto. Sicuramente questi ragazzi sentono di avere una responsabilità enorme sulle spalle e non è facile gestire tutto lo stress. Ma che Ibanez abbia bisogno di un un aiuto psicologico preventivo per fargli capire che quando è già ammonito non deve fare un altro fallo da ammonizione altrimenti lascerà la squadra in 10, significa pensare che abbia dei problemi cognitivi. Ibanez ha sbagliato? Sì, capita! Ibanez è un professionista e viene pagato profumatamente per il lavoro che svolge? Allora deve cercare di sbagliare il meno possibile, altrimenti non sarà più titolare nella Roma. Non facciamo altra demagogia psicocorporea.

  2. Intervista interessante ma che prescinde dai dati di fatto. Insisto nel dire che non c’era nessuna delle due ammonizioni di Ibanez. nessuna altra squadra le avrebbe subite. e qui forse ha ragione il dott. nel dire che la panchina dovrebbe stare un pò più calma perché loro non sono in campo; i giocatori invece dovrebbero insistere con l’arbitro spiegando civilmente il fatto. Non si può ammonire dopo 6 minuti per un fallo non cattivo e non aggressivo nella loro metà campo e senza occasione pericolosa. Il secondo giallo è assurdo visto che Ibanez in tutti i modi cerca di evitare il serbo e quasi non lo tocca e anche questo nella loro metà campo.
    Per cortesia date voce a questa tesi perché sennò continuano a crocifiggere Ibanez che tra l’altro è stato convocato nella nazionale brasiliana, mica de Formello

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