• Pandev e Perotti, due aplomb d’attacco impuri

    Redazione RN
    26/11/2017 - 13:14

    Pandev e Perotti, due aplomb d’attacco impuri

    GENOA-ROMA, IL FACCIA A FACCIA – “Come dici? Ma che c’è stata la Cempions? Non me risulta propio”, più o meno questa è stata la reazione del tifo giallorosso nel post Atletico-Roma. Una forma mentis tipicamente latina, che invita il prossimo a non scartavetrarti l’animo se non ve ne è effettivo bisogno. Accettabile, visto che la sconfitta del Wanda Metropolitano non ha distrutto il sogno di approdare agli ottavi di finale da leader del girone C. Qualche riflessione in più, invece, suscita da Genoa-Roma: soprattutto se si pensa alle trasferte (quasi) impegnative che affronteranno Inter e Napoli e alla possibilità per i giallorossi di rosicchiare qualche punto sulla vetta. La squadra di Ballardini però non ha mai vinto in casa in questa stagione e non vede l’ora di farlo. “Sì, vabbé, ma se gioca? Pensa se diluvia n’antra vorta…”. Dubbi neanche troppo lontani dall’essere infondati: oggi a Genova è piovuto tutto il giorno ma domani, con ogni probabilità, splenderà il sole.

    PANDEV – L’auspicata rinascita rossoblù passa per il giocatore con più esperienza all’interno della rosa, che guarda in faccia la realtà con un pizzico di ottimismo: “Non abbiamo ancora vinto in casa. Un tempo giocare davanti al nostro pubblico era la nostra forza e deve tornare a essere così: la Roma è una grande squadra ma noi vogliamo sfruttare l’occasione per fare punti al Ferraris”, ha detto a margine di un evento inaugurativo pochi giorni fa. Solo esperienza, perché Pandev, probabilmente ai titoli di coda della sua carriera da attaccante, non è più incisivo come un tempo: per lui un solo gol in questa stagione, il 2 settembre, con la maglia della nazionale nella sfida ad Haifa contro l’Israele, valida per le qualificazioni mondiali a Russia 2018. Per il resto, 338 minuti giocati in campionato col Grifone e neanche un gol. Chissà se con Ballardini in panchina qualcosa cambierà, anche se, viste le passate scaramucce fra i due risalenti all’era biancoceleste, è difficile dirlo.

    PEROTTI – Guardi Diego giocare e fai un tuffo nel passato: come tocca lui il pallone, come si muove e come dribbla è impossibile da descrivere; l’argentino sembra provenire da un calcio che non esiste più. Chi calcia i rigori meglio di lui? In Serie A nessuno, possiamo dirlo a gran voce e senza patemi d’animo. Parlano i numeri: il primo penalty fallito in carriera risale a Roma-Udinese, il 23 settembre scorso, quando il pallone si infranse sul palo alla destra di Bizzarri; Perotti veniva da una striscia positiva di 14 realizzazioni consecutive dal dischetto. Predilige giocare in alto a sinistra, ma non disdegna per nulla fare il trequartista, la seconda punta o fungere da falso nueve. Molti si chiedono cosa manchi all’argentino per diventare un vero top player, la risposta probabilmente è nei gol: sono 4 quelli segnati finora fra campionato e Champions League, ma con una punta di cattiveria sotto porta in più…

    Paolo Sparla

     

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