Il pagellone del ritiro. Tra mattatori, rimandati e assenti ingombranti

IL PAGELLONE DEL RITIRO – Si conclude il ritiro di Pinzolo. Stanchezza, soddisfazione e qualche lacrima, ma anche tempo di bilanci. Gli inviati di Romanews.eu, direttamente dalla Val Rendena, tracciano per voi ‘Il pagellone del ritiro’: un focus sui giocatori convocati (e non) da mister Di Francesco per questi 8 giorni intensi e movimentati.
TOP: Di Francesco, Perotti, Alisson
DI FRANCESCO, 8.5 – “Eusebio, Eusebio, Eusebiooo”. È impossibile salutare Pinzolo senza avere in testa il coro che i tifosi giallorossi tutta la settimana hanno dedicato al loro nuovo beniamino, mister Di Francesco. Il vero catalizzatore di questo ritiro è lui, il tecnico che torna alla Roma alla ricerca della consacrazione, dopo la gavetta Pescara e la favola Sassuolo. All’ombra delle Dolomiti tanto pallone e poca corsa a secco, sempre sul pezzo quando c’è stato bisogno di alzare i toni per tenere viva la concentrazione alla ricerca dei meccanismi giusti nel modulo prediletto, il 4-3-3. Il segreto? Due tocchi e via, palla vicina e tagli continui per gli esterni e le mezzali. Schietto e diretto nelle dichiarazioni, sempre sorridente e affettuoso con i tifosi: la stagione della Roma inizia a prendere forma sotto la buona stella di Eusebio.
PEROTTI, 7.5 – Nella settimana in cui la Roma riabbraccia Totti da dirigente, a vestire la fascia da capitano ci pensa Diego Perotti. Con le dovute proporzioni, l’argentino veste i panni del leader trovando fin da subito la giusta misura. Potente e sofisticato, deciso in conferenza stampa e tra i più acclamati dai tifosi, dimostra una brillantezza che spesso e volentieri lo scorso anno è rimasta a lungo sepolta a Trigoria. Di Francesco sta lavorando su di lui, cercando di portarlo più al centro del gioco senza marcare costantemente la linea laterale come in passato. “Presente”, è la risposta del numero 8.
ALISSON, 7 – La Roma ha voglia di sognare. Cinque gli acquisti chiesti da Di Francesco, ma sul portiere titolare non c’è alcun dubbio, Alisson è una certezza su cui costruire. Forse il suo ritiro è passato un po’ in secondo piano, non è mai facile valutare al meglio un portiere, ma in Val Rendena il brasiliano strappa più di una volta applausi al pubblico con interventi prodigiosi. Leggermente introverso davanti le telecamere, si sforza di rilasciare interviste in italiano sfoggiando una buona padronanza della lingua: anche da questi dettagli si può intuire la voglia di imporsi.
RIMANDATI: Gonalons, Gerson, Peres
GONALONS, 5.5 – Il francese brilla in allenamento ma non quaglia in partita. E’ avulso dal gioco nell’amichevole contro il Pinzolo, non perviene in quella contro lo Slovacko. Di Francesco gli consegna le chiavi del centrocampo e lo carica di responsabilità, lui fa orecchie da mercante e smista poche palle: guarda e non passa.
GERSON, 6 – C’è ma non si sente. Il brasiliano lavora sottotraccia, talvolta fin troppo. Ha messo su massa mantenendo una discreta agilità, ma forse non basta. Il problema resta il carattere. Troppo schivo, timoroso, titubante: l’ex Fluminense non riesce ad amalgamarsi con l’ambiente Roma ed alterna buoni spunti a terribili défaillance.
PERES, 5.5 – Ha imboccato la giusta strada ma troppo tardi per guadagnarsi la sufficienza. 6 giorni su 7 li passa in villeggiatura, è svogliato e disattento. Si tiene tutto per la seconda amichevole di rito: va su e giù sulla fascia come una locomotiva, dribbla, crossa e conclude a rete. Che siano tornati i tempi di Torino?
BOCCIATI: Jesus, Castan, gli assenti
JESUS, 5 – L’estate porta i suoi frutti. Nel suo caso qualche chilo di troppo (e ciò che ne deriva). Tutto amplificato dalla preparazione di mister Di Francesco, che fa della parte atletica un elemento cardine. “Chi si presenta fuori forma, paga le conseguenze”, la frecciatina lanciatagli dal tecnico nella serata di Madonna di Campiglio, dopo le sconfortanti prestazioni aerobiche. Juan recepisce, metabolizza e l’ultimo giorno di ritiro sfodera una buona prestazione contro lo Slovacko. Troppo poco.
CASTAN, 4.5 – Qualità tecniche: fuori discussione. Valore umano: ancora di più. I problemi sono altri. Leandro non si sente parte di questo progetto, la sua faccia parla per lui. Il difensore brasiliano appare accigliato, silenzioso e isolato: in campo c’è ma non si vede (e non si sente). Roma è una tappa di passaggio, in attesa di una collocazione sul mercato. Un ritorno in patria potrebbe rappresentare la medicina per ritrovare il sorriso che, dopo tutto, meriterebbe.
GLI ASSENTI, s.v. – Le vacanze sono un diritto di tutti, ma in questo caso serviva un segnale forte (Napoli docet). Necessario, dopo l’addio di Totti. Necessario, per i tifosi e l’ambiente, che mai come in questo momento hanno bisogno di punti di riferimento. Necessario, perché con Monchi si apre un nuovo ciclo a livello societario. Daniele, Kevin, Radja & Co. scelgono invece le vacanze.
LA SORPRESA: Luca Pellegrini
PELLEGRINI, 7.5 – Autentica rivelazione di questo ritiro. Voglia, personalità, educazione: ecco gli ingredienti che fanno di Luca, giovane ‘bimbo’ classe 1999, la mascotte di questo ritiro così povero di giocatori ‘top’. I tifosi si esaltano per le galoppate sulla fascia, molte mamme lo adorano. Intanto lui giura di rimanere “sempre così” perché secondo lui questo è il “giusto modo di comportarsi con chi fa i chilometri per seguire la squadra”. La rottura del legamento crociato può rallentare l’ascesa, ma non fermarla. E allora forza Luchetto, ti aspettiamo presto!
Emili-Sparla-Torre