Napoli-Roma, l’analisi tattica: i giallorossi trovano il pari quando alzano il baricentro

Redazione
30/01/2023 - 8:05

Per la Roma diventa ben presto importante sapere scivolare bene sulle combinazioni che il Napoli orchestra esternamente

Foto Tedeschi
Napoli-Roma, l’analisi tattica: i giallorossi trovano il pari quando alzano il baricentro

La Roma spaventa il Napoli e il San Paolo ,ma al fischio finale Spalletti mette tra se e la prima inseguitrice di campionato la possibilità di perdere 4 gare e di riuscire comunque a portare in porto uno scudetto che merita, e per il quale con la cronologia degli eventi della partita odierna dimostra di avere tutti i fattori favorevoli dalla propria parte ; una gara che i giallorossi avrebbero meritato di non perdere ha preso così una china negativa, che per quanto visto in atteggiamenti ed espressione tecnica rimane il miglior testimonial di una squadra finalmente matura e consapevole della sua forza, che nonostante lo svantaggio iniziale aveva dimostrato di essere in partita ; e dopo le 2 gare di Milano e Torino, a queste latitudini trovare ulteriore conferma di tale crescita non può non rappresentare una piacevole novità, soprattutto per i risvolti futuri.

MODULI E SVILUPPI DI GIOCO 

Mourinho ha scelte obbligate nel suo 3-4-2-1 solo sugli esterni,vista la squalifica di Celik, con Zalewski e Spinazzola (destra e sinistra) esterni di un reparto difensivo che davanti a Rui Patricio presenta il terzetto isituzionale Mancini, Smalling, Ibanez ; in mediana Cristante e Matic danno ordine in entrambe le fasi, con senso della posizione e raccordo con i due trequartisti Dybala e Pellegrini alle spalle di Abraham ; per Spalletti un 4-3-3 sempre ben scaglionato in ampiezza e profondità, che occupa il campo intorno a Lobotka perno centrale ai cui lati agiscono le mezzali Anguissa e Zielinski sempre a dettare la linea di passaggio ai due centrali difensivi Rrahmani e Kim ; sugli esterni le catene che devono lavorare sugli interscambi per innescare Osimehn sono composte da Mario Rui e Kvaratskhelia a sinistra, e Di Lorenzo e Lozano a destra.

PRIMO TEMPO DI MARCA PARTENOPEA SOLO IN SUPREMAZIA TERRITORIALE E POSSESSO PALLA 

Agli albori della gara si identifica subito il primo gioco delle coppie di serata, con Pellegrini che attenziona Lobotka nella costruzione bassa degli azzurri, che unitamente alla condizione atletica non ottimale è anche il motivo della gara oscura e non brillante del capitano giallorosso ; il Napoli, di contro, scala in avanti uomo a uomo sulla costruzione bassa degli uomini di Mourinho, con le mezzali Anguissa e Zielinski che cercano di prendere alti Cristante e Matic ; per la Roma diventa ben presto importante sapere scivolare bene sulle combinazioni che il Napoli orchestra esternamente, e devono lavorare bene le catene difensive di braccetto e quinto contro la punta esterna e terzino che sale, perché quando gli uomini di Spalletti cominciano a prendere campo e supremazia territoriale costringono l’avversario a correre molto a vuoto per riconquistare il pallone ; e per la Roma diventa analogamente ancora più importante avere coraggio nello spezzettare tale possesso con il proprio, per costringere il Napoli a fare quello che ama di meno, cioè non avere la palla; per recuperare il possesso i giallorossi, che mantengono un baricentro medio, spesso, su palla esterna azzurra iniziale agevolano il passaggio lungo linea chiudendo quello dentro al campo, la dove il Napoli può trovare la sua circolazione più fluida che sviluppi poi le rifiniture e cross dall’esterno verso Osimehn ; a metà primo tempo il Napoli, a sorpresa, trova il vantaggio grazie ad una combinazione esterna che porta Kvaratskhelia al cross, con Zalewski che non segue il gioco a due del Georgiano, mentre a centro area Ibanez salta a vuoto, con Spinazzola inibito spettatore non pagante di fronte alla conclusione repentina dell’attaccante partenopeo ; il contraccolpo porta ad una difficoltà in uscita, e lo svantaggio sembra presagire ad una gara in salita col rischio concreto, come detto, di correre dietro al possesso palla degli azzurri, cercando disperatamente per i giallorossi di rimanere aggrappati al risultato sperando di mantenere il minimo scarto per poi provare nel finale a rimediare, come accaduto a Milano ; Pellegrini è fuori dal gioco, Spinazzola insignificante e poco incisivo, la Roma quando si appoggia a Matic trova l’unico flusso di gioco che le permette di prendere campo, e il finale di tempo lascia qualche spiraglio di ottimismo per la ripresa

SECONDO TEMPO DI SPESSORE,DALL EPILOGO IMMERITATO

Si rientra con El Shaarawy per Spinazzola, alzando l indice di pericolosità offensivo ; è un’altra Roma, più ispirata, e più dentro al campo,con Lobotka che non riesce a dettare i tempi come consuetudine, e Anguissa in fase di costruzione deve abbassarsi per fare gioco dovendo sopperire alle attenzioni di Pellegrini al metronomo tedesco; la Roma si aggrappa ancora una volta alle palle inattive per rendersi pericolosa, e per ovviare al fatto che Dybala va a giocare poco vicino ad Abraham, e lasciando Pellegrini di raccordo per potere alzare baricentro e trovare più pericolosità anche attraverso la manovra ; il pareggio di El Shasrawy a 15 dalla fine, meritato e figlio di un palleggio migliorato dalle geometrie di Matic, sembra dare ragione ancora una volta alla strategia mourinhiana che porta l’avversario a giocare sotto tono e sotto ritmo per poi impattare gara e risultato nell’ultimo quarto di partita ; ma quando i due tecnici sono chiamati alle sostituzioni a beneficiarne è Spalletti, che comincia col cambiare la catena di sinistra, con Olivera e Elmas per Mario Rui e Kvaratskhelia; ma i cambi decisivi sono quelli sui reparti avanzati, perché se la Roma sostituisce gioco forza Abraham (risentimento muscolare) con l ‘attuale Belotti, giocatore sempre più avvolto in un loop inesorabile, Spalletti può trovare le ultime risorse nei vivi e tarantolati Simeone e Raspadori (fuori Osimehn e Lozano),e a nulla serve il passaggio dei giallorossi al 3-5-2 (Bove e Tahirovic per Matic e Pellegrini)perché non è il momento della gioventù al potere, soprattutto se completa l opera l ingresso di Volpato (fuori Cristante) ; e quando Smalling va sull’idea di taglio anziché vedere e leggere il reale movimento di Simeone l’errore è fatale nel fare cadere i suoi proprio sul traguardo finale ; come aveva detto Mourinho alla vigilia, il Napoli merita lo scudetto, a maggior ragione legittimato dal risultato di serata, ma una Roma che non ha demeritato merita rispetto e buoni auspici per questa seconda parte di stagione.

Maurizio Rafaiani

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  1. L’analisi non fa una grinza, ma bisogna aggiungere qualche considerazione: non era meglio tenersi Shomourodov come vice Abraham, visto che Belotti sembra fatto di piombo? Secondo, perché gettare nella mischia contro i primi della classe i ragazzi, quando in panchina hai Camara e Solbakken, comunque più esperti e navigati di Tairovič e Volpato? Che lo hanno preso a fare il norvegese? Comunque buona prova di squadra…

  2. Ho sempre criticato Mourjnho.Non sono stato tenero.Ma contro lo Spezia e contro il Napoli la Roma mi e’piaciuta.Finalmente sono finiti quei passaggi all’indietro che ci hanno massacrato per un anno e mezzo.Speriamo che non sia un caso e che abbiano capito quale è’ la porta avversaria dov’è deve andare a finire il pallone se vuoi vincere la partita.

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