• Napoli-Roma, l’analisi tattica: continuano i progressi del gruppo di Mourinho, i giallorossi non mollano mai

    Redazione RN
    19/04/2022 - 7:40

    Foto Tedeschi
    Napoli-Roma, l’analisi tattica: continuano i progressi del gruppo di Mourinho, i giallorossi non mollano mai

    NAPOLI ROMA ANALISI TATTICA – Nel Lunedì di Pasquetta che chiude la giornata calcistica, la Roma si regala una prestazione in ascesa graduale sui 90 minuti, al “San Paolo-Maradona” e adesso sono 12 i risultati utili consecutivi. Quello che deve risaltare rimane ancora una volta la portata dei progressi avuti da un gruppo al quale Mourinho sta gradualmente definendo spessore e carattere, cambiando connotati e indole più legati all’inerzia in un passato neanche troppo remoto, ora più consapevoli e vogliosi di un futuro di livello.

    Moduli e sviluppi di gioco

    Mourinho prosegue nel suo 3-4-1-2 dove il sacrificato di turno è oggi Mkhitaryan, con Sergio Oliveira che si sistema al fianco di Cristante, mentre Karsdorp e Zalewski battono le fasce. Davanti a Rui Patricio i 3 titolari rimangono Smalling con Mancini e Ibanez braccetti, anche davanti Pellegrini si sistema tra le linee alle spalle di Abraham e Zaniolo. Lo Spalletti degli ultimi tempi è un camaleontico fare, con Meret che deve sostituire Ospina, davanti a lui ci sono i pochi difensori rimasti disponibili, Zanoli, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui protetti da un centrocampo con Anguissa e Fabian Ruiz mezzali e Lobotka a dare tempi. Davanti Lozano a destra e Insigne a sinistra fungono da apripista alle spalle di Osimhen.

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    Primo tempo in controllo, condizionato nel risultato dal vantaggio dei partenopei

    In una gara dai ritmi altalenanti e dalla posta in palio evidente, in mezzo al campo c’è il gioco delle coppie con Sergio Oliveira e Fabian Ruiz, Pellegrini e Lobotka che si attenzionano a vicenda, mentre Cristante prova ad impensierire Anguissa in un duello pericoloso per passo e dinamismo. Sulla costruzione bassa della Roma il Napoli alterna una pressione alta, una di attesa in base ai momenti e alla posizione della palla, specie quando Karsdorp scarica palla indietro costringendo Rui Patricio a rinviare. Se Karsdorp inizialmente non spinge, ci pensa Zalewski sull’out opposto a ricacciare all’indietro Zanoli e tutto il Napoli. Ogni volta che la Roma riesce ad uscire col palleggio sull’esterno diventa dunque importante la spinta negli spazi dove il Napoli non sempre riesce a scivolare in tempo. Zaniolo e Abraham si dividono il fronte offensivo con prerogativa di tagliare tra terzino e centrale nonostante Koulibaly riesca spesso a disinnescare Zaniolo costringendolo anche in seguito a due conclusioni precipitose, quando sarebbe stato opportuno rientrare sul destra anziché cercare sempre di puntare sul sinistro, dove il nigeriano lo indirizza per poi limitarlo. Il vantaggio del Napoli su calcio di rigore e figlio di una difficoltà nel limitare il passo di Lozano con l’irruente Ibanez e il non sempre scalando in fase difensiva Zalewski e obbliga la Roma ad una gara ancora più di iniziativa, alla quale risponde presente Mancini che riesce ad entrare sempre bene dentro al campo con Abraham che deve allungare la linea difensiva in odo e creare spazio per ricevere dentro al campo agli altri.

    Ripresa di predominio e rammarico

    Si riparte con Mkhitaryan per Cristante, con la Roma che ha ora in campo la sua qualità migliore e con Pellegrini sempre bene tra le linee. Le poche difficoltà le crea talvolta Zaniolo, che anziché allungare gli uomini di Spalletti quando la Roma si prepara la palla scoperta attraverso il palleggio, tende a venire incontro permettendo ai partenopei di accorciare in avanti. Gradualmente il Napoli esce dalla gara, con i giallorossi che se ne impossessano prepotentemente sbagliando però ancora scelte e rifiniture nei 40 metri finali. Un peccato perché la Roma adesso arriva bene, mentre il Napoli è impaurito e impreciso nell’uscita, permettendo ai giallorossi più di un break. Con la Roma che guida il gioco e che concede solo conclusioni  velleitarie dalla distanza, Spalletti prova a cambiare pelle ai suoi, con Zielinski, Demme e Elmas, per Fabian Ruiz, Lozano e Lobotka virando verso un più compatto 4-3-2-1. Risponde Mourinho con Veretout ed El Shaarawy, per Sergio Oliveira e Zalewski con uno schieramento ora ancora più offensivo e con Spalletti che comincia a togliere peso offensivo ai suoi virando verso un conservativo 3-5-1-1, con Juan Jesus e Mertens per Osimhen e Insigne. Nel botta e risposta devi avvicendamenti finali c’è posto anche per Carles Perez (esce Mancini) e Felix (esce Zaniolo) in una sorta di 4-2-3-1 finale ibrido la cui posizione di Karsdorp fa da bilanciere. Il meritato pari dei giallorossi arriva solo sul filo del gong, costanza e abnegazione con un azione di qualità e freddezza con Abraham che rifinisce per El Shaarawy che impatta una gara impossibile da perdere per una Roma sempre più squadra e proiettata verso un finale di stagione che forse può ancora regalare sorprese.

    Maurizio Rafaiani

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