• Mourinho si racconta all’Università Gregoriana: “Da giovane ho fatto il professore. Papa Bergoglio uno di noi”

    Teresa Tonazzi
    31/03/2023 - 19:44

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    Mourinho si racconta all’Università Gregoriana: “Da giovane ho fatto il professore. Papa Bergoglio uno di noi”

    MOURINHO UNIVERSITA’ GREGORIANA – Oggi 31 marzo José Mourinho è stato ospite presso l’Università Gregoriana in dialogo con il Cardinale José Tolentino de Mendonça. L’incontro fa parte del programma previsto per il decimo anniversario dell’elezione di papa Francesco, in preparazione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a Lisbona dal 1 al 6 agosto 2023.

    Secondo quanto riporta l’ANSA, la visione inclusiva, solidale e fraterna di Papa Francesco per lo sport e per i giovani sono stati i temi affrontanti dallo Special One con il cardinale José Tolentino de Mendonça rilanciando lo stile dei dialoghi “Quando lo sport ti fa più nobile” avviati, lo scorso 15 marzo, con Filippo Tortu. A moderare l’incontro è stato il direttore de L’Osservatore Romano Andrea Monda: proprio il giornale del Papa aveva promosso, un anno fa, il primo incontro tra il cardinale e l’allenatore, entrambi portoghesi.

    Il dialogo con il cardinale de Mendonça

    Di seguito le parole dell’allenatore della Roma, riportate da La Presse:

    Sull’esperienza come insegnante in una scuola per bambini con sindrome di Down:

    “Ho insegnato in una scuola per bambini con sindrome di Down. Non ero preparato perché non avevo né esperienza né formazione. Avevo 24 anni e sentivo tutta la responsabilità. Quando sono andato via ragazzi e genitori e colleghi erano tristi perché ero un professore ‘eccezionale’. Quello che avevo da dare era l’amore. Niente più. E l’ho dato ai bambini. È stato l’amore a farmi diventare un professore ‘eccezionale’ e fare qualcosa di fantastico per la loro formazione.”

    In riferimento ai 60 anni compiuti il 26 gennaio:

    “L’unica cosa che non mi piace dei miei 60 anni è che fisicamente sono un po’ meno forte. Qualche volta ti svegli con un dolorino di qua. Qualche volta dopo l’allenamento hai bisogno di andare a letto a riposare perché sei un po’ più stanco. Però al di là di queste cose ovvie che arrivano per tutti, io – per quanto riguarda me stesso – non mi cambierei con lo Josè di 50, 40, 30 anni.”

    Su Papa Francesco:

    “Lo considero uno di noi. Non l’ho mai conosciuto personalmente, ma se dovesse succedere la mia reazione sarà di dargli un abbraccio. Non riesco a vederlo come ‘Sua Santità il Papa’ perché lo vedo così vicino, così normale… Parla in un modo che ognuno riesce a capirlo perfettamente, il messaggio arriva sempre.”

    Sullo sport:

    “Purtroppo il mio sport è diverso da quello che vorremmo per i nostri bambini. Lo sport di alto rendimento è crudele. Perché non c’è spazio per i più deboli. L’obiettivo è molto chiaro per noi professionisti. E’ vincere. Per i proprietari, per chi controlla il mondo economico del calcio gli obiettivi ovviamente sono molto chiari.”

    Sulla bellezza della Roma e la definizione dei grandi club:

    “Il modo più facile per definire un grande club è dire ‘vince tanto e quindi un top club’. Ma ci sono grandi società che non hanno mai vinto e sono grandi dal punto di visto sociale e affettivo. La Roma ha questa bellezza, che è ancora più bella quando la comunicazione locale cerca di dividere”

    Sulla Roma come punto di riferimento:

    “La gente dal punto di vista sociale ha bisogno di un punto di riferimento, che in questo caso non sono io ma il club, il nostro club. Questa empatia, questo senso di appartenenza, di famiglia, quello del ‘se vinciamo siamo felici se perdiamo siamo tristi ma insieme’ è un po’ come casa mia, casa tua. La Roma negli ultimi anni è riuscita a fare questo per la gente e ovviamente la gente ha risposto in modo fantastico. I romanisti non hanno nulla di cui ringraziarmi, sono io che devo ringraziare voi per tutto quello che mi avete dato”.

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      1. Sono convinto che la Roma con Mourinho, anche quest’anno tra mille difficolta’, riuscirà ad ottenere qualcosa di importante. Con Mourinho i conti si fanno sempre alla fine.

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